Montevecchia: inaugurato il ciclo di incontri sul clima con Zardoni del Centro Meteorologico Lombardo


Giovanni Zardoni con il presidente della Pro Montevecchia Ivan Pendeggia

Ha preso il via il progetto di divulgazione sugli aspetti metereologici a Montevecchia, mercoledì 4 aprile. Presso la Casetta di via del Fontanile Giovanni Zardoni, appassionato "meteofilo" membro del Centro Meteorologico Lombardo, ha introdotto il ciclo di serate organizzate dalla ProMontevecchia. Per tranquillizzare i presenti, ha subito chiarito che il primo incontro sarebbe stato lo scoglio più difficile. Sono state infatti fornite le nozioni teoriche sulla circolazione generale e sulle nubi. L'obiettivo finale sarà quello di offrire gli strumenti per interpretare i fenomeni atmosferici e, perché no, arrivare a fare delle previsioni metereologiche il più attendibili possibili. E ci saranno serata dopo serata delle occasioni di verifica con l'ausilio delle rilevazioni satellitari. A introduzione del corso Zardoni ha spiegato di come si compone l'atmosfera terrestre. La maggior parte dei fenomeni climatici che condizionano le nostre giornate avvengono nella troposfera, la fascia dei primi 10 km circa dalla crosta terrestre. I moti che si generano a quelle altezze sono fondamentali. Come ha precisato Zardoni, è un meccanismo di scambio importante per compensare i naturali squilibri tra i poli e l'equatore. Serve cioè a bilanciare sull'intero globo le temperature e la pressione. Altri concetti di base si sono alternati a spiegazioni specifiche e termini tecnici. Sulla pressione atmosferica, misurata in ettopascal (hPa), le variabili sono date dalle temperatura e dall'altitudine. Più si sale, più la pressione si abbassa. A parità di volume, l'aria calda pesa di meno di quella fredda, in quanto ha densità minore. Sono presto spiegati quindi gli scarti diurni e notturni.


Giovanni Zardoni ha poi analizzato alcuni cambiamenti climatici in atto. «Gli anticicloni sono strutture bariche di alta pressione con isoipse chiuse e allungate nel verso dei meridiani con valori più alti al centro dell'alta pressione (High Pressure). Vengono chiamate anche cupole anticicloniche per la forma che assumono comprimendo l'aria verso il suolo. L'anticlone africano che si presenta da qualche tempo in Italia in estate ha preso il posto dell'anticiclone delle Azzorre. Per questo abbiamo in estate un clima più caldo e umido». Altri accenni poi alle perturbazioni, ai sistemi frontali. Con l'ausilio di immagini chiarificatrici, è stato spiegato in maniera intuitiva la deformazione del fronte polare che si genera nel momento in cui si stabilisce uno squilibrio tra due masse d'aria, tropicale e polare. Si crea così una linea ondulata prodotta dalle spinte alternate dell'aria tropicale e polare. Zardoni ha proseguito con un consiglio: «Diffidate dei miglioramenti e peggioramenti rapidi. Quelli seri avvengono lentamente».
Infine le nubi. Nei nostri cieli ne vediamo di tante tipologie e un occhio esperto è in grado di distinguerle in base alla forma, alla struttura e all'altezza nelle quali si formano per effetto della condensazione dell'acqua che si trasforma in vapore. Con totale scetticismo, ha poi fatto un affondo contro le teorie complottiste che si trovano sui più disparati siti internet sulle cosiddette nubi artificiali, generate secondo alcuni dalle scie chimiche.



Livio Perego del Centro Meteorologico Lombardo

A conclusione della serata, Livio Perego, che fa sempre parte del Centro Meteorologico Lombardo, associazione costituita nell'aprile del 2006, ha analizzato le immagini scattate in serata dal satellite. La sua previsione, bel tempo fino a sabato, ma da domenica un possibile peggioramento. Il prossimo incontro si svolgerà sempre alla "Casetta" di Montevecchia l'11 aprile. Dalle ore 21.00 si parlerà in particolare dei fenomeni atmosferici, ad esclusione delle precipitazioni: venti e brezze, temperatura e umidità, afa e gelo.
M.P.

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