Imbersago: Bonini, da 'vita spericolata' con Vasco ai concerti-testimonianza con Gesù

Ci vuole parecchio coraggio a salire su un palco e suonare una chitarra di fronte ad 80mila persone che esplodono in un boato appena sentono il tuo nome, ma ce ne vuole altrettanto anche per mettersi a nudo di fronte ad un centinaio, o poco più, e ammettere i propri errori. Così come ci vuole talento sia per esibirsi alle spalle di Vasco Rossi, uno che non ha bisogno di presentazioni, che per predicare il vangelo attraverso la musica. Il San Siro di Nando Bonini sabato sera, 17 marzo, è stato l'oratorio San Paolo di Imbersago, dove il Decanato di Brivio ha voluto organizzare l'incontro.

Nando Bonini, ex chitarrista di Vasco Rossi, sul palco dell’oratorio imbersaghese

Sono molto anni che l'ex chitarrista della band del più noto ''rocker'' italiano porta in giro per l'Italia il suo tour da solita, lontano dai palcoscenici che lo hanno portato a toccare il fondo. Un tour che ama definire concerto-testimonianza: c'è la musica, ci sono i testi, che sono per lo più rivolti a messaggi di ammirazione verso la fede, e c'è il racconto di quello che non ha funzionato, dopo 12 anni di ''vita spericolata'', e cosa lo ha salvato. La serata è stata aperta da una giovane band invitata proprio da Nando Bonini ad esibirsi prima del suo arrivo sul palco.

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Anche loro hanno portato canzoni che parlano di Gesù. Poi ha preso il microfono Marco Cagliani, cantautore imbersaghese, presentatore della serata non proprio per caso. E' stato lui a convincere Bonini ad esibirsi in paese (e pare che abbia accettato molto volentieri), perché anche lui non gira l'Italia portando le sue canzoni soltanto per arricchirsi. Anzi lo fa anch'egli gratuitamente, raccogliendo fondi per progetti umanitari rivolti ai bambini.


A lui è spettato di far partire un lungo applauso quando Bonini ha fatto suo il palco e di intervistarlo nel corso della serata. L'ex chitarrista di Vasco si è presentato al pubblico con la ''specialità della casa'', un lungo assolo che ha da subito messo in chiaro quale sarebbe stato il livello della musica che di lì a poco si sarebbe ascoltata. Ma le note dolci e ruggenti della sua chitarra hanno colpito i presenti almeno quanto le sue parole.

Marco Cagliani, cantautore imbersaghese, ha presentato la serata

Parole semplici ma forti almeno quanto la sua musica, di una sincerità disarmante. Bonini è partito raccontando di sé bambino, ''quando rimasi incantato da una band in televisione, e in particolare dalle chitarre''. ''Ne volevo una elettrica anche io, mio nonno allora me ne regalò una delle mie dimensioni classica - ha raccontato - Passavo ore a suonare corde a vuoto, finché mi accorsi che potevo usare anche l'altra mano. A 7 anni misi in piedi una band con degli amichetti. Il bassista aveva una chitarra a cui aveva tolto due corde, il batterista una scatola di Dixan. A 8 anni diventammo più seri, partecipammo ad un concorso a Novara presentato da Corrado che vincemmo nonostante l'età''.



Dopo un'adolescenza trascorsa a Monza tutto sommato ''nei ranghi'', vissuta a scuola e rock'n'roll, meglio se straniero, intorno ai 17 anni iniziano ad arrivare i primi lavoretti. ''Realizzavo jingle per i primi spot pubblicitari delle radio private - ha proseguito Bonini - Incidevo alcuni cd per artisti sconosciuti. Ma già avevo capito che nella mia vita volevo fare il chitarrista. Pian piano iniziai a collaborare con musicisti più conosciuti, come i Bennato, poi un giorno arrivò la chiamata di un agente per rimpiazzare il chitarrista di Vasco. Devo essere sincero, non mi piaceva. Io amavo gli artisti stranieri. Ma fui felicissimo, Vasco era dopotutto un artista molto conosciuto, non ancora come lo sarebbe diventato da lì a breve, ma parecchio. Suonai per un cd e per un tour, poi l'agente mi disse che avrei continuato ad affiancarlo''.



Sono gli anni '80, in quel momento Nando Bonini svolta non solo la sua carriera ma la vita intera. ''Di lì a poco sono arrivati i primi grandi concerti - ha spiegato il musicista - La prima volta a San Siro è stato qualcosa di incredibile. I fans di Vasco poi ti accettano subito. Appena ha detto il mio nome, è esploso un boato. Ho suonato per 12 anni con lui, e quello che dirò sarà solo rivolto a me. La vita del musicista, a quei livelli, è parecchio sregolata. Una volta finiti i concerti devi stare nel backstage, firmare autografi, e lì partono inviti a questa festa, a quest'altra. E tu ci vai. Gli unici momenti in cui dormi sono i viaggi. Dormi dalle 9 alle 16, poi inizia un altro concerto''.



La cosa sorprendente che Bonini ha raccontato è che in tutti quegli anni trascorsi a misurarsi con la fama, ''e soprattutto con la superbia, che è la peggiore bestia'', è che ''Dio non l'ho mai disconosciuto, sapevo benissimo che esisteva, ma ho sempre voltato Lui le spalle''. ''Era il '96, eravamo al San Paolo di Napoli - ha detto Bonini spiegando quando è iniziata la sua conversione - Quella sera dovevamo suonare anche con Pino Daniele. Gli spogliatoi erano i nostri camerini. I camerini prima di un concerto sono un via vai di gente, c'è un sempre un gran casino. In un atrio nei pressi di queste stanze, dentro lo stadio, c'era una statua della Madonna. Nessuno ci faceva caso, nemmeno io.



Ad un certo punto, però, mi fermai ad osservarla per qualche secondo. Non fu una visione, ma io vidi che aveva gli occhi tristi. E in quel preciso momento dentro di me, mi dissi 'Nando, mi fai schifo'. Quella sera dopo il concerto corsi in albergo e mi chiusi nella mia stanza. Passai tutta la notte al telefono con mia moglie, la persona che Dio mi ha messo accanto per salvarmi dai pericoli. Così feci anche la notte dopo. Maturai presto l'idea che fino a quel momento mi ero sbagliato'
'.



Le canzoni di Nando Bonini oggi parlano di fede, di speranza, raccontano quali sono i passaggi della superbia e come la si sconfigge, raccontano il Vangelo e di Dio.
A.S.
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