Angelo Baiguini Mov. 5 stelle risponde a Massimo Panzeri
Massimo Panzeri, capogruppo di "Merate Prospettiva Comune" aveva in serbo due domande per i candidati alla camera del collegio 7 che però non aveva posto per mancanza di tempo durante il forum di lunedì. Le aveva quindi inviate al giornale chiedendo una risposta scritta ai sei politici saliti sul palco. Il primo a rispondere è stato Angelo Baiguini del Movimento 5 Stelle. Ecco domande e risposte.
Il 22 ottobre scorso più di tre milioni di lombardi hanno risposto SI al referendum indetto da Regione Lombardia per chiedere al governo centrale maggiori competenze, in sostanza più autonomia anche finanziaria. Ora, al netto delle polemiche sull'utilità o meno del referendum, tutte le forze politiche si erano dette (a parole) nella sostanza favorevoli a questa richiesta. Come, e se, intendono pertanto, una volta eventualmente eletti, portare avanti questo processo i candidati del nostro collegio?
Ringrazio gli organizzatori dell'incontro elettorale e il consigliere Massimo Panzeri per aver messo sotto la lente due questioni non certo secondarie per il futuro del nostro territorio. Per quanto riguarda l'autonomia della Lombardia, il Movimento 5 Stelle si è battuto per coinvolgere i cittadini su una possibilità prevista dalla Costituzione: permettere a Lombardia e Veneto di gestire "in casa" molte delle risorse che ora è lo Stato a decidere come spendere. E' stato il Movimento a proporre di riportare in Lombardia 8 miliardi di euro per l'istruzione, il governo del territorio e le innovazioni per le imprese per garantire alla Regione più risorse e funzioni nell'interesse dei cittadini. E' l'unica strada per farci ascoltare dal Governo di Roma che fino ad oggi non ha mai rispettato i patti. Non ha però senso che il Governatore uscente, ormai giunto a fine mandato, blindi un accordo sull'autonomia con un Governo che ha i giorni contati. Lasciamo che la partita venga giocata a mani libere dal futuro presidente della Regione.
Nei consigli comunali si sta attualmente discutendo del processo industriale finalizzato alla costituzione della cosiddetta multiutility del Nord Lombardia che nei fatti sottrarrà Acel Service ed Acel reti gas al controllo dei comuni lecchesi. Ai consiglieri si chiede di firmare un patto di riservatezza per avere accesso ai documenti. Come giudicate l'intera operazione visto che avete tutti parlato di importanza della territorialità? Ritenete corretto che il futuro di un'azienda, oggi pubblica al 100%, venga deciso a porte chiuse tra pochi consiglieri?
E' un argomento che mi sta particolarmente a cuore e di cui avrei voluto parlare nel corso del forum di lunedì sera. Purtroppo, per motivi di tempo, è stato possibile fare solo un inciso per richiamare l'attenzione dei presenti su questa vicenda che cela aspetti inquietanti. Le cronache del Consiglio comunale di Merate hanno evidenziato come la complessa e intricata operazione susciti non poche perplessità nella maggior parte delle forze politiche presenti in Municipio. Dubbi che Duccio Facchini illustra in una lucida e dettagliata analisi nell'articolo "Multiutility del Nord Lombardia: gli interrogativi aperti" pubblicato il 22 febbraio su "Altraeconomia.it". PATTO DI RISERVATEZZA PER TRE ANNI? NEPPURE
PER L'OPERAZIONE FIAT - CHRYSLER SI ARRRIVO' A TANTO
Tra i vari aspetti, a preoccupare di più è quello relativo alla richiesta ai consiglieri comunali di sottoscrivere un patto di riservatezza sull'operazione, per tre anni, del quale non si comprendono le ragioni, visto che la stessa Consob non impone questo genere di impegno, ma al contrario vigila affinchè sia garantita la trasparenza delle informazioni. Tra l'altro, molti di coloro che lo sottoscriveranno, concluderanno il loro mandato ancora prima della scadenza del "patto". Acel Service e Lario Reti Gas sono due società interamente a capitale pubblico, di proprietà dei cittadini, i quali hanno tutto il diritto di sapere quali siano le reali mire di questa operazione. E non bastano le ventilate promesse di investire somme di denaro in progetti di efficientamento energetico, pur tanto care al Movimento 5 Stelle, a placare le preoccupazioni. Mi domando inoltre se i consiglieri favorevoli a questa operazione siano consapevoli dei rischi a cui espongono due società sane, inserite in un'economia reale, trasferendole in un ambito prettamente finanziario. Dovremmo aver chiaro tutti le conseguenze legate al mondo della finanza, visto che ne stiamo ancora pagando tutti le conseguenze a livello mondiale. Per completezza, affinchè i lettori comprendano meglio la complessità della materia, riporto le posizioni espresse in Consiglio comunale a Merate nel gennaio scorso da:
Massimo Panzeri: "Fa riflettere il fatto che due società sane ed solide come Lario Reti Gas e Acel Service confluiscano in una società, la Acsm-Agam, che non solo avrà il comando sulle operazioni ma pure un forte indebitamento. E ancora non si capisce come mai dei 13 consiglieri di amministrazione, A2a dovrebbe averne 7 detenendo il 40% delle azioni e LR solo 2 col 20%. E ancora quali rischi ci saranno rispetto alla quotazione in borsa di parte della società?".
Andrea Robbiani: "Questa fusione si porta in pancia anche le farmacie di Sondrio, che non so quanto possano essere utili, e tutto il ciclo idrico integrato dell'Aspem di Varese. In questa società ci sarà dentro di tutto. Si dice che sia un'opportunità di crescita ma non è detto: A2a sarà un grossista monopolista che venderà gas alle sue società e Acel non potrà più comprare gas così bene come fa oggi. Non sono convinto che ci sarà un miglioramento economico. La strada è irta di rischi, costa e non sono convinto che porterà vantaggi economici anche ai cittadini".
Il sindaco Andrea Massironi: "Anche io non sono sereno e le criticità sono innegabili, la scelta di confluire nella Multi utility è stata fatta dai soci di LR nel corso delle due assemblee ordinarie del 31 marzo e 1° agosto 2016, cui noi non abbiamo partecipato fin tanto che non si è concluso il contenzioso dell'idrico. Anche io come Robbiani ritengo che i Comuni non dovrebbero avere partecipazioni in aziende che non operano in un settore essenziale come l'acqua, e che le partecipate andassero vendute. Quanto alle perdite in borsa paventate da Prospettiva Comune, nel peggiore dei casi il Comune non dovrà appianare nulla, al limite il valore del nostro patrimonio si azzererà".
Nella pancia di A2a, aggiungo io, ci sono pure grossi impianti di incenerimento rifiuti, che poco hanno a che vedere con gli allettanti progetti "green" annunciati dal colosso energetico. L'aggregazione delle due società potrebbe essere un'ipotesi percorribile solo se A2a garantisse la dismissione dei forni inceneritori a favore di una "greeen economy" che preveda il riciclo dei rifiuti. Altrimenti le paventate contropartite "green" hanno il sapore di uno specchietto per le allodole. Insomma, ce n'è abbastanza per nutrire più di una legittima preoccupazione su un'operazione che prevede - lo ricordiamo - una scissione, un conferimento, una fusione per incorporazione ed una ulteriore scissione. Per una volta tanto si potrebbe sentire cosa ne pensano i cittadini, che ritengo siano più interessati ai servizi - siano essi energetici piuttosto che idrici - che a spericolati rally finanziari dalle sorti incerte. Queste aziende sono un patrimonio dei cittadini e pertanto devono essere gli stessi cittadini a decidere se mantenere la proprietà delle due società o alienarle. La mission dei consiglieri non è quella di giocarsi in Borsa un patrimonio pubblico.
Il 22 ottobre scorso più di tre milioni di lombardi hanno risposto SI al referendum indetto da Regione Lombardia per chiedere al governo centrale maggiori competenze, in sostanza più autonomia anche finanziaria. Ora, al netto delle polemiche sull'utilità o meno del referendum, tutte le forze politiche si erano dette (a parole) nella sostanza favorevoli a questa richiesta. Come, e se, intendono pertanto, una volta eventualmente eletti, portare avanti questo processo i candidati del nostro collegio?
Ringrazio gli organizzatori dell'incontro elettorale e il consigliere Massimo Panzeri per aver messo sotto la lente due questioni non certo secondarie per il futuro del nostro territorio. Per quanto riguarda l'autonomia della Lombardia, il Movimento 5 Stelle si è battuto per coinvolgere i cittadini su una possibilità prevista dalla Costituzione: permettere a Lombardia e Veneto di gestire "in casa" molte delle risorse che ora è lo Stato a decidere come spendere. E' stato il Movimento a proporre di riportare in Lombardia 8 miliardi di euro per l'istruzione, il governo del territorio e le innovazioni per le imprese per garantire alla Regione più risorse e funzioni nell'interesse dei cittadini. E' l'unica strada per farci ascoltare dal Governo di Roma che fino ad oggi non ha mai rispettato i patti. Non ha però senso che il Governatore uscente, ormai giunto a fine mandato, blindi un accordo sull'autonomia con un Governo che ha i giorni contati. Lasciamo che la partita venga giocata a mani libere dal futuro presidente della Regione.
Nei consigli comunali si sta attualmente discutendo del processo industriale finalizzato alla costituzione della cosiddetta multiutility del Nord Lombardia che nei fatti sottrarrà Acel Service ed Acel reti gas al controllo dei comuni lecchesi. Ai consiglieri si chiede di firmare un patto di riservatezza per avere accesso ai documenti. Come giudicate l'intera operazione visto che avete tutti parlato di importanza della territorialità? Ritenete corretto che il futuro di un'azienda, oggi pubblica al 100%, venga deciso a porte chiuse tra pochi consiglieri?
E' un argomento che mi sta particolarmente a cuore e di cui avrei voluto parlare nel corso del forum di lunedì sera. Purtroppo, per motivi di tempo, è stato possibile fare solo un inciso per richiamare l'attenzione dei presenti su questa vicenda che cela aspetti inquietanti. Le cronache del Consiglio comunale di Merate hanno evidenziato come la complessa e intricata operazione susciti non poche perplessità nella maggior parte delle forze politiche presenti in Municipio. Dubbi che Duccio Facchini illustra in una lucida e dettagliata analisi nell'articolo "Multiutility del Nord Lombardia: gli interrogativi aperti" pubblicato il 22 febbraio su "Altraeconomia.it". PATTO DI RISERVATEZZA PER TRE ANNI? NEPPURE
PER L'OPERAZIONE FIAT - CHRYSLER SI ARRRIVO' A TANTO
Tra i vari aspetti, a preoccupare di più è quello relativo alla richiesta ai consiglieri comunali di sottoscrivere un patto di riservatezza sull'operazione, per tre anni, del quale non si comprendono le ragioni, visto che la stessa Consob non impone questo genere di impegno, ma al contrario vigila affinchè sia garantita la trasparenza delle informazioni. Tra l'altro, molti di coloro che lo sottoscriveranno, concluderanno il loro mandato ancora prima della scadenza del "patto". Acel Service e Lario Reti Gas sono due società interamente a capitale pubblico, di proprietà dei cittadini, i quali hanno tutto il diritto di sapere quali siano le reali mire di questa operazione. E non bastano le ventilate promesse di investire somme di denaro in progetti di efficientamento energetico, pur tanto care al Movimento 5 Stelle, a placare le preoccupazioni. Mi domando inoltre se i consiglieri favorevoli a questa operazione siano consapevoli dei rischi a cui espongono due società sane, inserite in un'economia reale, trasferendole in un ambito prettamente finanziario. Dovremmo aver chiaro tutti le conseguenze legate al mondo della finanza, visto che ne stiamo ancora pagando tutti le conseguenze a livello mondiale. Per completezza, affinchè i lettori comprendano meglio la complessità della materia, riporto le posizioni espresse in Consiglio comunale a Merate nel gennaio scorso da:
Massimo Panzeri: "Fa riflettere il fatto che due società sane ed solide come Lario Reti Gas e Acel Service confluiscano in una società, la Acsm-Agam, che non solo avrà il comando sulle operazioni ma pure un forte indebitamento. E ancora non si capisce come mai dei 13 consiglieri di amministrazione, A2a dovrebbe averne 7 detenendo il 40% delle azioni e LR solo 2 col 20%. E ancora quali rischi ci saranno rispetto alla quotazione in borsa di parte della società?".
Andrea Robbiani: "Questa fusione si porta in pancia anche le farmacie di Sondrio, che non so quanto possano essere utili, e tutto il ciclo idrico integrato dell'Aspem di Varese. In questa società ci sarà dentro di tutto. Si dice che sia un'opportunità di crescita ma non è detto: A2a sarà un grossista monopolista che venderà gas alle sue società e Acel non potrà più comprare gas così bene come fa oggi. Non sono convinto che ci sarà un miglioramento economico. La strada è irta di rischi, costa e non sono convinto che porterà vantaggi economici anche ai cittadini".
Il sindaco Andrea Massironi: "Anche io non sono sereno e le criticità sono innegabili, la scelta di confluire nella Multi utility è stata fatta dai soci di LR nel corso delle due assemblee ordinarie del 31 marzo e 1° agosto 2016, cui noi non abbiamo partecipato fin tanto che non si è concluso il contenzioso dell'idrico. Anche io come Robbiani ritengo che i Comuni non dovrebbero avere partecipazioni in aziende che non operano in un settore essenziale come l'acqua, e che le partecipate andassero vendute. Quanto alle perdite in borsa paventate da Prospettiva Comune, nel peggiore dei casi il Comune non dovrà appianare nulla, al limite il valore del nostro patrimonio si azzererà".
Nella pancia di A2a, aggiungo io, ci sono pure grossi impianti di incenerimento rifiuti, che poco hanno a che vedere con gli allettanti progetti "green" annunciati dal colosso energetico. L'aggregazione delle due società potrebbe essere un'ipotesi percorribile solo se A2a garantisse la dismissione dei forni inceneritori a favore di una "greeen economy" che preveda il riciclo dei rifiuti. Altrimenti le paventate contropartite "green" hanno il sapore di uno specchietto per le allodole. Insomma, ce n'è abbastanza per nutrire più di una legittima preoccupazione su un'operazione che prevede - lo ricordiamo - una scissione, un conferimento, una fusione per incorporazione ed una ulteriore scissione. Per una volta tanto si potrebbe sentire cosa ne pensano i cittadini, che ritengo siano più interessati ai servizi - siano essi energetici piuttosto che idrici - che a spericolati rally finanziari dalle sorti incerte. Queste aziende sono un patrimonio dei cittadini e pertanto devono essere gli stessi cittadini a decidere se mantenere la proprietà delle due società o alienarle. La mission dei consiglieri non è quella di giocarsi in Borsa un patrimonio pubblico.
