Lomagna: l'esperienza a Lesbo di Biella. I richiedenti asilo:'considerateci vostri figli'

Sanremo sarà pure Sanremo, ma non ha bloccato i cittadini di Lomagna a partecipare all'incontro con il giornalista Daniele Biella sul tema delle migrazioni, all'interno del progetto dell'amministrazione comunale "Un pezzo di me...un pezzo di noi". In realtà la musica ha fatto capolino anche nell'auditorium di via Roma.

A metà serata Bakari, Daniel, Mohamed e Terry - i quattro richiedenti asilo ospiti a Lomagna dal dicembre scorso - sono stati presentati pubblicamente per la prima volta alla comunità del paese. Per le sue spalle larghe o per il cappellino che portava in testa o per l'orecchino che faceva brillare il lobo del suo orecchio sinistro o forse - diciamolo schiettamente - per il colore della sua pelle, Mohamed poteva mettere in soggezione qualcuno. È accaduto in realtà il contrario. Travolto dalla timidezza, la voce proprio non riusciva ad uscire in un canto liberatorio. Quante volte abbiamo ascoltato "Despacitos" la scorsa estate? E quante volte l'avrà cantata e ballata Mohamed?

I consiglieri Cristina Citterio e Francesco Crippa con Daniele Biella

Eppure ieri sera, davanti a un pubblico così numeroso, quel tormentone musicale significava qualcosa di più, e l'imbarazzo si è trasformato in commozione. Ma è proprio la sua fragilità ad aver dimostrato ai presenti quanto in fin dei conti il ragazzo sia simile ai suoi coetanei italianissimi. Al termine del momento musicale, anche gli altri tre giovani si sono presentati. «Vi chiediamo il vostro aiuto. Vorremmo che ci consideraste come vostri figli» ha dichiarato uno di loro in inglese.

La consigliera Cristina Citterio

La serata è stata incentrata sull'altro lato delle migrazioni, ovvero l'accoglienza. Lo spunto è stato il libro "L'isola dei giusti" del giornalista, classe 1978, di Arcore. Biella ha studiato all'Agnesi di Merate e dopo aver frequentato Lingue all'Università degli Studi di Bergamo, è partito per un progetto di servizio civile in Cile. «Lì ero io ad essere visto come l'altro». In mezzo a tanta povertà ha iniziato a dar voce agli ultimi, frequentando le aree di frontiera nel mondo. Da dodici anni scrive per la testata Vita e fa giornalismo sociale come una sorta di missione. Missione che persegue anche attraverso progetti educativi nelle scuole, come è il caso di "Con altri occhi". Una delle ultime esperienze più significative l'ha vissuta nel luglio del 2016 a Lesbo, l'isola greca a poche miglia dalle coste turche.

Il giornalista Daniele Biella

I protagonisti del suo libro sono sette isolani che testimoniano la solidarietà verso i naufraghi. Una scelta narrativa chiara per far capire come l'accoglienza sia principalmente una questione di umanità. "State attenti a non dimenticare che quelle che arrivano in Italia sono le stesse persone che sbarcano qui da noi" ha ammonito una delle intervistate. Per Daniele Biella esiste una sola soluzione possibile per superare le paure, e non è di costruire delle barriere per evitare gli esodi. «La speranza di coloro che abbandonano il proprio Paese abbatte ogni muro. L'unica soluzione è guardarsi in faccia e conoscersi. Il solo antidoto è la conoscenza diretta per abbassare le preoccupazioni delle persone e disinnescare la guerra tra gli ultimi» ha spiegato il giornalista anche in riferimento ai recenti fatti di Macerata.

Ha poi aggiunto: «La percezione di pericolo supera la realtà. La contrapposizione giova a chi ha argomenti distruttivi».

Nel corso della serata ha riepilogo gli esempi di accoglienza degli isolani, diventata un imperativo morale dal 28 ottobre 2015, quando il naufragio di un'imbarcazione è costato la vita a 70 persone. I soccorsi dei pescatori non sono stati sufficienti a salvare tutti, ma da quella esperienza gli interventi di salvataggio e l'assistenza al momento dell'approdo sulla terra ferma si sono strutturate. «L'isola ha moltiplicato le forze» ha chiarito lo scrittore. Le varie realtà di volontariato hanno imparato a fare rete, superando le divisioni. «L'idea alla base del libro - ha dichiarato Biella - è di far immedesimare i lettori nelle persone che hanno accolto». E qualche risultato lo ha già riscontrato.

Tre persone che avevano partecipato a delle conferenze di presentazione del libro gli hanno chiesto dei contatti per unirsi alla mole di volontari che danno una mano a Lesbo. Non sono mancati i riferimenti alle responsabilità della politica, rimasta ferma a livello europeo al Trattato di Dublino. Scandalose, secondo Biella, anche le accuse rivolte alle Ong. Non ha usato mezzi termini anche in riferimento al codice di condotta voluto di pugno dal ministro dell'Interno Marco Minniti.

Un'altra parte dell'incontro è stato infatti dedicata all'esperienza che Biella ha vissuto nel settembre del 2016 a bordo della nave Acquarius della Ong "Sos Méditerranée". In quell'occasione sono state salvate 371 persone, quasi tutte con segni visibili o non visibili di violenze subite. Le operazioni fortunatamente in quel caso non sono state tragiche. Lì i canti delle donne al coperto della nave e poi degli uomini una volta scesi si sono alzati in maniera liberatoria e travolgente.

 

M.P.
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