Robbiate: l'atelier creativo delle elementari dove la tecnologia serve a unire e costruire

La scuola del futuro è già una possibilità attuale e concreta, a Robbiate come in centinaia di altri paesi in tutta Italia. Il suo ''atelier creativo'' la primaria ''Gianni Rodari'' di via Sant’Alessandro lo ha inaugurato nel pomeriggio di venerdì 19 gennaio: è situato nella ex aula multimediale, quella che gli alunni diventati grandi ricordano ancora perché ci si andava a guardare film e documentari (ma soprattutto documentari). Non c’è più il vecchio televisore e non ci sono più le sedie infilate una dietro l’altra. Ci sono banchi disposti in modo che il lavoro sia collettivo, in cerchio, e lungo ogni parete dei tavoli con un computer portatile per ognuno di questi. La mobilità dei pc renderà più semplice l’approccio alla tecnologia anche in classe, ad esempio.


Da sinistra: l’insegnante Giampiero Airoldi, il vicesindaco Antonella Cagliani e il dirigente scolastico Claudio Rosato

La nuova aula è poi dotata di ''Kit Easycoding'', uno strumento che avvicina i bambini e le bambine ad una migliore comprensione delle parti di un computer e del loro funzionamento, e anche di particolari robottini, suddivisi per età in base alla complessità del macchinario, che permettono agli studenti di incominciare a seguire le logiche della robotica e del pensiero computazionale: le apine ''Blue-bot'' faranno al caso dei piccini della scuola dell’infanzia, i ''Lego We Do'', da montare esattamente come i celebri mattoncini colorati, e gli ''mBot'' saranno utilizzati dalla scuola primaria, mentre per i più grandi delle elementari e la scuola secondaria ci sono gli ''Mindstorms''.


Il sindaco Daniele Villa con l’insegnante Virginia Cattaneo


Anche se ancora deve essere montata, l’aula sarà dotata di una stampante in 3D. A presentarli sono stati venerdì pomeriggio gli insegnanti delle scuole che si occuperanno del progetto, che poi è una sorta di laboratorio informatico, ma molto più sviluppato del solito: Giampiero Airoldi, che insegna a Robbiate da parecchi anni, è il referente dell’atelier, e con lui ci sono Virginia Cattaneo, Giannicola Taras e Giovanna Cereda.

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Ci hanno pensato loro, venerdì, ad introdurre ai genitori, alle autorità presenti e agli studenti, anche se qualche terza conosceva già bene di cosa si trattava, il mondo degli atelier creativi. Un mondo, appunto, che sta sorgendo nelle scuole principalmente grazie al Piano Nazionale per la Scuola Digitale (PNSD) avviato nel 2015 dal Ministero dell’Istruzione ed in particolare attraverso un bando ministeriale specifico, sempre di ormai tre anni fa, chiamato proprio ''Atelier creativi''.

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Il merito degli insegnanti robbiatesi è quello di aver creduto in questa opportunità al punto da essersi classificati tra i primi venti, come ha confermato il prof Airoldi, grazie ai progetti consegnati. 20mila euro sono arrivati dal Ministero, poi suddivisi dall’Istituto comprensivo robbiatese sui diversi plessi, mentre altri 15mila euro sono stati ottenuti grazie alla partecipazione di due diversi PON europei, Piano Operativo Nazionale, con i soldi giunti direttamente dalle casse dell’UE, che sono serviti in parte, all’inizio, a cablare il nuovo laboratorio. Il più è stato poi utilizzato per l’acquisto del materiale, ma una grossa mano l’ha data anche l’Amministrazione comunale robbiatese, con una cifra di circa 10mila euro, per il cablaggio di tutte le aule della scuola e il potenziamento della linea internet.


Il taglio del nastro del nuovo atelier creativo

Ecco perciò che i nuovi computer portatili si potranno utilizzare anche nelle classi, per favorire insegnamento e apprendimento. ''I nuovi media stanno diventando sempre più importanti non solo per il lavoro, ma anche per il sapere, e deve quindi cambiare il modo in cui viene trasmesso – ha spiegato il prof. Airoldi durante l’inaugurazione dell’atelier – Le scuole, gli insegnanti, gli educatori e gli stessi genitori devono accompagnare la rivoluzione in atto, non solo rendendo moderno l’apparato delle risorse tecniche per la didattica, ma anche accogliendo e legittimando gli stili di pensiero e di azione che sono propri del nuovo campo''.


C’è parecchio entusiasmo attorno al nuovo laboratorio delle scuole. Chi ha però chiarito ai bambini quale dovrà essere lo scopo dell’aula è stato il dirigente scolastico Claudio Rosato. ''Che sia di falegnameria, di fotografia o di pittura, il laboratorio deve essere innanzitutto nella vostra testa e in quella dei vostri insegnanti – ha affermato – Ho potuto sperimentare io stesso l’importanza di questo aspetto. Un conto è insegnare a 25 studenti di scuola media in classe, come ho fatto per molto anni, e un conto è lavorare con loro in laboratorio. E’ molto diverso, io come insegnante ero diverso, ero il primo a mettermi in gioco, insieme ai ragazzi''.



Che si tratti di un importante passo per la scuola ne è ben consapevole anche il sindaco, Daniele Villa, che ha scelto di investire nel progetto, il quale ha comunque raccomandato ai bambini di usare la tecnologia con ponderazione. ''Il pericolo di questi strumenti è che molte volte escludono, isolano – ha commentato – Si è da soli con i tablet, con gli smartphone. E invece la scuola è il posto dove ci si relaziona, e la tecnologia deve contribuire ad aumentare le relazioni''. Gli alunni sono avvisati: tra qualche anno toccherà a loro rendere le scuole dei luoghi in cui l’apprendimento e l’aggregazione saranno agevolati attraverso le tecnologie più innovative.
A.S.
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