Da Cernusco a Ikonda Hospital (Tanzania) una lunga catena di solidarietà tra raccolte fondi, calze della Befana e medici volontari


304 lavoratori, 320 malati e una festa fatta di semplicità e piccole cose.
Anche Ikonda Hospital per qualche ora si è fermato a festeggiare il Natale e le corsie si sono riempite di canti, musiche, allegria e qualche regalo. Costruito a 2mila metri di altezza, raggiungibile da parte delle popolazioni anche con centinaia di chilometri di strada, rappresenta il punto di riferimento per gli ammalati e le loro famiglie, dove tra le varie cose si cura la turbercolosi e si impiantano protesi ortopediche.

La festa di Natale per i reparti

Una struttura che sta in piedi grazie all'opera dei missionari della consolata, degli amici italiani che li sostengono a distanza e dei tanti volontari (laici e medici) che, pur non bastando mai, si alternano tra le corsie. A coordinare le varie attività dell'ospedale, i progetti futuri, la pastorale che si può realizzare a Ikonda è Padre Sandro Nava, meratese, da 16 anni ormai in Africa.

Il dr. Alessandro Testa e Padre Sandro

Con la dott.ssa manuela Buzzi, la farmacista di Como responsabile della farmacia di Ikonda

A lui abbiamo chiesto di dimenticare per un attimo i "pensieri" e le preoccupazioni quotidiane che derivano dal gestire e dare sussistenza a centinaia di persone, e raccontarci come si vivono il Natale e questi giorni di festa del nuovo anno. "Sono giorni sempre molto faticosi" ha spiegato dall'altro capo della "cornetta" "perchè si cerca di ritagliare qualche momento di pausa nelle attività di cura che, per forza di cose, non si possono fermare. In ogni reparto abbiamo costruito un presepe e poi ce n'è uno all'esterno, nel giardino dell'ospedale, fatto un po' all'africana. Ogni mattina del periodo di Novena ci siamo trovati con i dottori, i capi reparto, gli ammalati per recitare una preghiera e poi procedere con il programma della giornata. In vista del Natale cerchiamo di accantonare qualcosa da dare ai lavoratori e quest'anno siamo riusciti a dare 40/50 euro, che qui sono molto, per le loro famiglie. La Messa di mezzanotte non è possibile celebrarla e quindi ci si ritrova la sera. Si va nei reparti e si portano dei regali. All'Epifania distribuiremo le calze che ci hanno confezionato le donne di Maresso, riempite di caramelle, riso, sapone, biscotti e qualche regalino".

Con un gruppo di collaboratori

Il matinal report prima di iniziare il lavoro

È dall'Italia che la generosità non manca mai. L'associazione "Amici di Ikonda Hospital", che ha sede a Cernusco dove c'è la famiglia di Padre Sandro, si attiva durante tutto l'anno con iniziative, mostre, vendite benefiche, spettacoli per raccogliere fondi e materiale da spedire in Africa e che fanno davvero la differenza. Come appunto una calza della befana che altrimenti non avrebbe potuto strappare un sorriso ai piccoli della Tanzania.

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E un sorriso lo hanno anche strappato i cappellini di Babbo Natale indossati dagli operatori passati nei vari reparti per gli auguri e arrivati direttamente da Cernusco e Osnago. "Si va in tutti i reparti cantando e portando un po' di gioia ma poi si deve riprendere a lavorare. Nelle sale chirurgiche la notte di Natale si è operato fino alle 3 per vittime di incidenti stradali, un paziente non ce l'ha fatta. Le malattie con cui ogni giorno ci scontriamo sono diverse: si va dalla chirurgia d'urgenza ed elettiva, agli interventi di otorino che però sono ridotti perchè ci manca uno specialista. La prima causa di morte nell'anno appena trascorso è stata l'AIDS o meglio tutte le malattie ad essa correlate. C'è la tubercolosi, ci sono persone con problemi respiratori, occlusioni intestinali. Tanta gente arriva all'ultimo momento, perchè cerca fino in fondo di resistere, ma a volte è poi troppo tardi. Qualche giorno fa alla sera è arrivato un ammalato che ha percorso 200 km in ambulanza che ha dovuto pagare di tasca propria. Un paio d'ore dopo è morto. Non c'era più nulla da fare. Ci sono medici che vengono appositamente dall'Italia più volte l'anno per fare degli interventi ortopedici. La Permedica di Merate ci fornisce praticamente a costo zero le protesi all'anca e non possiamo che ringraziare".

I bambini, dopo la Messa, corrono nell'ufficio di Padre Sandro per prendere le caramelle

Il pranzo comunitario

Con la TAC

Il problema sono le manutenzioni e le riparazioni visto che il tecnico non è dietro l'angolo, spesso in Europa e quindi ci vogliono settimane prima che tutto torni a funzionare. "Il ventilatore della TAC si è fermato per un surriscaldamento e così abbiamo dovuto metterne uno di fortuna esterno ma dobbiamo aspettare che arrivi il tecnico a ripararlo" ha concluso Padre Sandro "l'ospedale è bello e funzionale ma abbiamo ancora tanti sogni nel cassetto. Vorremmo curare le malattie di cuore e quindi ci servirebbe una chirurgia cardiologica ma a parte il costo è anche lo sforzo umano che pesa. Entro fine 2018 avvieremo una rianimazione e poi speriamo di portare anche la risonanza magnetica".

Durante la Messa

Da una necessità avviata nel lontano 1961 per frenare la mortalità infantile che colpiva il 40% della popolazione, è nato ora un ospedale che nel 2016 ha contato 14mila ricoveri, 83mila visite ambulatoriali, 1700 parti, 7000 interventi chirurgici, 210mila test di laboratorio e che non ha nessuna intenzione di fermarsi per offrire anche a queste popolazioni un accesso alle cure dignitoso. Dai medici volontari, agli infermieri, agli operatori sanitari le possibilità di volontariato sono tante. C'è anche quella di chi, non potendo partire, può con un semplice versamento bancario "adottare" un letto per un ammalato, farsi carico di un infermiere o medico oppure garantire un ciclo di cure o una visita specifica. Un piccolo gesto che costa poco, praticamente nulla se rapportato al nostro tenore di vita.

 

PER MAGGIORI INFORMAZIONI: http://www.ikondahospital.org

S.V.

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