Merate: conclusi i corsi di formazione per 15 immigrati
Si è conclusa il 15 dicembre la prima fase del corso di formazione per operatore meccanico aperto ai giovani stranieri ospitati nei centri di accoglienza e nei progetti SPRAR della nostra provincia, di cui abbiamo già parlato nello scorso numero di Leccoaperta.
Vi hanno partecipato 15 giovani immigrati, segnalati dagli enti che li ospitano e successivamente selezionati sulla base delle competenze e delle motivazioni. Si trattava di individuare un gruppo di persone in grado di affrontare corso di formazione semplice, ma comunque di un certo impegno. Era quindi necessario che i partecipanti avessero alcune fondamentali competenze di base, tra cui una sufficiente padronanza della lingua italiana, e un'adeguata motivazione.
Le 100 ore di attività teorica e pratica, che si sono svolte presso la sede di Merate della Fondazione Clerici, hanno consentito ai partecipanti di acquisire conoscenze e competenze di base relative agli strumenti di misura, alla lettura del disegno meccanico, alle operazioni di tornitura, fresatura, foratura, nonché elementi essenziali sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.
L'esito del corso è stato pienamente soddisfacente, addirittura al di là delle attese, soprattutto grazie all'attiva partecipazione dei corsisti. Basti pensare che ben 14 su 15 partecipanti hanno seguito tutte le ore di lezione, senza alcuna assenza. Ma naturalmente contava la qualità della partecipazione, ed anche su questo il giudizio espresso da tutti i docenti del corso è stato ampiamente positivo.
Chi ha potuto osservare questi giovani all'opera ha capito con quanta determinazione e con quanta serietà essi stiano tentando di aprirsi una prospettiva per il futuro.
Si può dire che la scommessa è stata vinta: si è dimostrato che, facendo rete e coinvolgendo soggetti diversi, si può dar vita ad efficaci attività di formazione, elemento essenziale per favorire l'integrazione e per fare degli immigrati soggetti attivi e utili al territorio.
Certo si tratta solo di un primo passo. Ora bisogna affrontare la seconda fase, quella del tirocinio in azienda, che partirà nel mese di gennaio grazie alla disponibilità dell'API (Associazione Piccole Industrie) che ha individuato le aziende, nella speranza che ciò possa preludere ad un ulteriore avvicinamento al mondo del lavoro.
Poi il modello potrà essere esteso e il più possibile generalizzato, anche ad altri comparti professionali, ma la via è indicata e un esempio positivo è stato dato: non solo parole, ma fatti concreti per promuovere accoglienza e integrazione
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Per i diritti umani
Immigrati&Rifugiati
Comitato noi migranti
Bergamo che unisce
Fourm Immigrazione P.D. Mi
Forum Immigrazione P.D. Naz.
Vi hanno partecipato 15 giovani immigrati, segnalati dagli enti che li ospitano e successivamente selezionati sulla base delle competenze e delle motivazioni. Si trattava di individuare un gruppo di persone in grado di affrontare corso di formazione semplice, ma comunque di un certo impegno. Era quindi necessario che i partecipanti avessero alcune fondamentali competenze di base, tra cui una sufficiente padronanza della lingua italiana, e un'adeguata motivazione.
Le 100 ore di attività teorica e pratica, che si sono svolte presso la sede di Merate della Fondazione Clerici, hanno consentito ai partecipanti di acquisire conoscenze e competenze di base relative agli strumenti di misura, alla lettura del disegno meccanico, alle operazioni di tornitura, fresatura, foratura, nonché elementi essenziali sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.
L'esito del corso è stato pienamente soddisfacente, addirittura al di là delle attese, soprattutto grazie all'attiva partecipazione dei corsisti. Basti pensare che ben 14 su 15 partecipanti hanno seguito tutte le ore di lezione, senza alcuna assenza. Ma naturalmente contava la qualità della partecipazione, ed anche su questo il giudizio espresso da tutti i docenti del corso è stato ampiamente positivo.
Chi ha potuto osservare questi giovani all'opera ha capito con quanta determinazione e con quanta serietà essi stiano tentando di aprirsi una prospettiva per il futuro.
Si può dire che la scommessa è stata vinta: si è dimostrato che, facendo rete e coinvolgendo soggetti diversi, si può dar vita ad efficaci attività di formazione, elemento essenziale per favorire l'integrazione e per fare degli immigrati soggetti attivi e utili al territorio.
Certo si tratta solo di un primo passo. Ora bisogna affrontare la seconda fase, quella del tirocinio in azienda, che partirà nel mese di gennaio grazie alla disponibilità dell'API (Associazione Piccole Industrie) che ha individuato le aziende, nella speranza che ciò possa preludere ad un ulteriore avvicinamento al mondo del lavoro.
Poi il modello potrà essere esteso e il più possibile generalizzato, anche ad altri comparti professionali, ma la via è indicata e un esempio positivo è stato dato: non solo parole, ma fatti concreti per promuovere accoglienza e integrazione
IL MERITO NELLA FORMAZIONE PROFESSIONALE DEI RICHIEDENTI ASILO
Come combinare il riconoscimento dei diritti sociali degli immigrati
e il bisogno di efficienza del mercato del lavoro?
Al via un’esperienza lecchese
La notizia sta nell’avere dato inizio ad un corso di formazione “Operatore Meccanico” per un gruppo di 15 ragazzi, di cui 14 sono richiedenti asilo, ovvero ragazzi dentro quel lungo tunnel burocratico dove a volte si rischia di perdersi, senza avere soluzioni concrete ai propri bisogni nè risposte a due importanti questioni, cui dovremmo invece prestare maggiore attenzione.
La prima questione va collocata all’interno del grande tema dei diritti: noi pensiamo che la formazione professionale possa essere inquadrata all’interno dei diritti sociali degli immigrati. Laddove vi sia uno sbocco nel mercato del lavoro, questi diritti sociali precedono l’accesso ai diritti civili e politici. Non vi è dubbio che, attraverso la formazione professionale e la conquista di uno status lavorativo qualificato, gli immigrati richiedenti asilo possono compiere un passo avanti molto importante nel loro percorso di “cittadinizzazione”.
La seconda questione è la ricaduta sul mercato del lavoro: noi pensiamo che la qualificazione professionale dei migranti sia un contributo all’incremento dell’efficienza del mercato del lavoro, in quanto innalza il livello dello scambio tra le competenze possedute dai singoli immigrati e i posti di lavoro loro proposti. Investendo sulla formazione diventa infatti possibile impiegare i lavoratori stranieri anche in attività qualificate per le quali molto spesso l’offerta interna non è comunque sufficiente.
Inoltre riteniamo importante inserire nel percorso professionalizzante il riconoscimento del merito individuale. Al giovane richiedente asilo, infatti, è stata data la possibilità di accesso al corso in seguito a una selezione basata sui requisiti personali, ivi comprese la preparazione già posseduta e la motivazione. Il corso stesso è il punto di arrivo di un percorso personale, nel quale sono state vagliate le capacità, e il punto di partenza per opportunità che potranno aprirsi verso il lavoro. Riconoscere le qualità e il merito è un presupposto importante per rinforzare l’impegno e accedere con convinzione al mondo del lavoro.
Come combinare il riconoscimento dei diritti sociali degli immigrati
e il bisogno di efficienza del mercato del lavoro?
Al via un’esperienza lecchese
La notizia sta nell’avere dato inizio ad un corso di formazione “Operatore Meccanico” per un gruppo di 15 ragazzi, di cui 14 sono richiedenti asilo, ovvero ragazzi dentro quel lungo tunnel burocratico dove a volte si rischia di perdersi, senza avere soluzioni concrete ai propri bisogni nè risposte a due importanti questioni, cui dovremmo invece prestare maggiore attenzione.
La prima questione va collocata all’interno del grande tema dei diritti: noi pensiamo che la formazione professionale possa essere inquadrata all’interno dei diritti sociali degli immigrati. Laddove vi sia uno sbocco nel mercato del lavoro, questi diritti sociali precedono l’accesso ai diritti civili e politici. Non vi è dubbio che, attraverso la formazione professionale e la conquista di uno status lavorativo qualificato, gli immigrati richiedenti asilo possono compiere un passo avanti molto importante nel loro percorso di “cittadinizzazione”.
La seconda questione è la ricaduta sul mercato del lavoro: noi pensiamo che la qualificazione professionale dei migranti sia un contributo all’incremento dell’efficienza del mercato del lavoro, in quanto innalza il livello dello scambio tra le competenze possedute dai singoli immigrati e i posti di lavoro loro proposti. Investendo sulla formazione diventa infatti possibile impiegare i lavoratori stranieri anche in attività qualificate per le quali molto spesso l’offerta interna non è comunque sufficiente.
Inoltre riteniamo importante inserire nel percorso professionalizzante il riconoscimento del merito individuale. Al giovane richiedente asilo, infatti, è stata data la possibilità di accesso al corso in seguito a una selezione basata sui requisiti personali, ivi comprese la preparazione già posseduta e la motivazione. Il corso stesso è il punto di arrivo di un percorso personale, nel quale sono state vagliate le capacità, e il punto di partenza per opportunità che potranno aprirsi verso il lavoro. Riconoscere le qualità e il merito è un presupposto importante per rinforzare l’impegno e accedere con convinzione al mondo del lavoro.
Ferdinando De Capitani
FINALMENTE E' FORMAZIONE PROFESSIONALE
Pubblichiamo i punti salienti dell’accordo sottoscritto
fra i soggetti promotori del corso “Operatore meccanico”
Api Lecco, Comunità Montana Valsassina, Provincia di Lecco, Consorzio Consolida, Cooperativa l’Arcobaleno, Associazione il Gabbiano, Progetto Itaca, Caritas Lecco, Associazione Lezioni al Campo, Associazione Leccoaperta, Fondazione Clerici hanno sottoscritto un Protocollo d’Intesa nel quale si legge:
“I firmatari del presente protocollo si impegnano a mettere in sinergia realtà diverse che operino in rete, ciascuna secondo le proprie competenze e disponibilità, allo scopo di realizzare percorsi di formazione professionale rivolti a richiedenti asilo presenti nel territorio della provincia di Lecco, al fine di favorire un reale processo di integrazione. Le parti concordano sulla necessità di attivare rapporti di collaborazione per svolgere percorsi di formazione professionale atti a favorire le competenze necessarie per la fase di avvicinamento e inserimento lavorativo. Alle attività di formazione possono accedere cittadini stranieri accolti nei CAS o nei progetti SPRAR attivi in provincia, che siano in possesso di un regolare permesso di soggiorno o che abbiano presentato istanza per il riconoscimento della protezione internazionale il cui conseguente iter procedurale amministrativo non sia ancora terminato. Alle attività di formazione possono accedere anche cittadini italiani e stranieri in cerca di lavoro, individuati e segnalati al progetto dai soggetti sottoscrittori del protocollo”.
PROPOSTA FORMATIVA
Fase 1, settembre 2017: la Comunità Montana informa i centri di accoglienza della possibilità di partecipazione al corso.
Fase 2, ottobre 2017: la Provincia, tramite l’Unità di crisi del centro per l’Impiego, provvede ad una valutazione individuale delle persone segnalate, sulla base di criteri di merito che prediligano la conoscenza della lingua italiana, predisposizione al lavoro manuale e motivazione; predispone una graduatoria che consentirà l’individuazione dei 15 ragazzi partecipanti al corso.
Fase 3, novembre/dicembre 2017: svolgimento del corso presso la Fondazione Clerici a Merate
Contenuti del corso: Corso sulla sicurezza 16 h, Corso di meccanica secondo livello
Al termine del percorso l’allievo possiederà le necessarie nozioni per la sicurezza sul lavoro e sarà in grado di svolgere i seguenti compiti professionali: lavorazioni meccaniche, montaggio meccanico, disegno tecnico.
Fase 4, gennaio 2018: Tirocinio curriculare presso aziende individuate da Api Lecco
Fase 5, da febbraio 2018: Possibilità di Tirocinio extracurricolare
Pubblichiamo i punti salienti dell’accordo sottoscritto
fra i soggetti promotori del corso “Operatore meccanico”
Api Lecco, Comunità Montana Valsassina, Provincia di Lecco, Consorzio Consolida, Cooperativa l’Arcobaleno, Associazione il Gabbiano, Progetto Itaca, Caritas Lecco, Associazione Lezioni al Campo, Associazione Leccoaperta, Fondazione Clerici hanno sottoscritto un Protocollo d’Intesa nel quale si legge:
“I firmatari del presente protocollo si impegnano a mettere in sinergia realtà diverse che operino in rete, ciascuna secondo le proprie competenze e disponibilità, allo scopo di realizzare percorsi di formazione professionale rivolti a richiedenti asilo presenti nel territorio della provincia di Lecco, al fine di favorire un reale processo di integrazione. Le parti concordano sulla necessità di attivare rapporti di collaborazione per svolgere percorsi di formazione professionale atti a favorire le competenze necessarie per la fase di avvicinamento e inserimento lavorativo. Alle attività di formazione possono accedere cittadini stranieri accolti nei CAS o nei progetti SPRAR attivi in provincia, che siano in possesso di un regolare permesso di soggiorno o che abbiano presentato istanza per il riconoscimento della protezione internazionale il cui conseguente iter procedurale amministrativo non sia ancora terminato. Alle attività di formazione possono accedere anche cittadini italiani e stranieri in cerca di lavoro, individuati e segnalati al progetto dai soggetti sottoscrittori del protocollo”.
PROPOSTA FORMATIVA
Fase 1, settembre 2017: la Comunità Montana informa i centri di accoglienza della possibilità di partecipazione al corso.
Fase 2, ottobre 2017: la Provincia, tramite l’Unità di crisi del centro per l’Impiego, provvede ad una valutazione individuale delle persone segnalate, sulla base di criteri di merito che prediligano la conoscenza della lingua italiana, predisposizione al lavoro manuale e motivazione; predispone una graduatoria che consentirà l’individuazione dei 15 ragazzi partecipanti al corso.
Fase 3, novembre/dicembre 2017: svolgimento del corso presso la Fondazione Clerici a Merate
Contenuti del corso: Corso sulla sicurezza 16 h, Corso di meccanica secondo livello
Al termine del percorso l’allievo possiederà le necessarie nozioni per la sicurezza sul lavoro e sarà in grado di svolgere i seguenti compiti professionali: lavorazioni meccaniche, montaggio meccanico, disegno tecnico.
Fase 4, gennaio 2018: Tirocinio curriculare presso aziende individuate da Api Lecco
Fase 5, da febbraio 2018: Possibilità di Tirocinio extracurricolare
La Redazione di Leccoaperta
Per riflettere
IL BICCHIERE E' MEZZO PIENO
Non chiudiamo gli occhi su quanto accaduto in via Ferriera: ma apriamoli anche su esperienze concrete di integrazione
L'Italia è caratterizzata da un trend in costante crescita, che riguarda anche la nostra provincia, inevitabilmente: la propensione a recepire e conservare in memoria solo gli episodi più spiacevoli della cronaca, svalutando tutto il resto.
Non importa che solo qualche ora più tardi, in Valsassina, richiedenti asilo "armati" di buona volontà e utensili da lavoro si siano dati da fare per guadagnarsi lo status a cui tanto aspirano: ciò che tassativamente passa all'onore di cronaca è il fermo straordinario da parte della polizia di una quota di richiedenti asilo (parliamo di una trentina di persone su un totale che sfora i mille soggetti) in via Ferriera, a Lecco.
È inverosimile l'accanimento che la cittadinanza dimostra, facendo, di fatto, di tutt'erba un fascio. Chi sbaglia deve pagare, sacrosanto, ma ciò non può significare che tutti siano propensi a (o debbano necessariamente) sbagliare.
Se è vero che, dal canto nostro, non possiamo che essere pedoni nella partita giocata a livelli assai più alti, è altresì vero che possiamo (e dobbiamo, da cittadini muniti di coscienza civica) impegnarci attivamente per far sì che, territorialmente, possano essere compiute opere significative, di effettiva integrazione di persone che, giocoforza, devono essere gestite.
Il nostro obiettivo, con questo rarefatto gruppo di richiedenti asilo che stiamo accompagnando all’interno del progetto di formazione professionale nel campo meccanico, è dimostrare che le cose possono cambiare, possono essere migliorate.
Vogliamo dimostrare come l'integrazione, la scolarizzazione e la formazione professionale di questi ragazzi siano obiettivi raggiungibili, reali, tangibili.
Non si tratta di “buonismo”, come tanti lo definirebbero, impropriamente. È un progetto che abbraccia un ideale di cittadinanza capace di andar oltre alle mere e infruttifere critiche, una cittadinanza che, consapevolmente, prova a fare di necessità virtù.
"Escluso l'impossibile, tutto ciò che resta, per quanto improbabile, è pur sempre possibile", diceva qualcuno.
IL BICCHIERE E' MEZZO PIENO
Non chiudiamo gli occhi su quanto accaduto in via Ferriera: ma apriamoli anche su esperienze concrete di integrazione
L'Italia è caratterizzata da un trend in costante crescita, che riguarda anche la nostra provincia, inevitabilmente: la propensione a recepire e conservare in memoria solo gli episodi più spiacevoli della cronaca, svalutando tutto il resto.
Non importa che solo qualche ora più tardi, in Valsassina, richiedenti asilo "armati" di buona volontà e utensili da lavoro si siano dati da fare per guadagnarsi lo status a cui tanto aspirano: ciò che tassativamente passa all'onore di cronaca è il fermo straordinario da parte della polizia di una quota di richiedenti asilo (parliamo di una trentina di persone su un totale che sfora i mille soggetti) in via Ferriera, a Lecco.
È inverosimile l'accanimento che la cittadinanza dimostra, facendo, di fatto, di tutt'erba un fascio. Chi sbaglia deve pagare, sacrosanto, ma ciò non può significare che tutti siano propensi a (o debbano necessariamente) sbagliare.
Se è vero che, dal canto nostro, non possiamo che essere pedoni nella partita giocata a livelli assai più alti, è altresì vero che possiamo (e dobbiamo, da cittadini muniti di coscienza civica) impegnarci attivamente per far sì che, territorialmente, possano essere compiute opere significative, di effettiva integrazione di persone che, giocoforza, devono essere gestite.
Il nostro obiettivo, con questo rarefatto gruppo di richiedenti asilo che stiamo accompagnando all’interno del progetto di formazione professionale nel campo meccanico, è dimostrare che le cose possono cambiare, possono essere migliorate.
Vogliamo dimostrare come l'integrazione, la scolarizzazione e la formazione professionale di questi ragazzi siano obiettivi raggiungibili, reali, tangibili.
Non si tratta di “buonismo”, come tanti lo definirebbero, impropriamente. È un progetto che abbraccia un ideale di cittadinanza capace di andar oltre alle mere e infruttifere critiche, una cittadinanza che, consapevolmente, prova a fare di necessità virtù.
"Escluso l'impossibile, tutto ciò che resta, per quanto improbabile, è pur sempre possibile", diceva qualcuno.
Andrea Gianola
LINKS
Per i diritti umani
Immigrati&Rifugiati
Comitato noi migranti
Bergamo che unisce
Fourm Immigrazione P.D. Mi
Forum Immigrazione P.D. Naz.
Comunicato stampa di Leccoaperta