Robbiate: la scuola incontra Egidia Beretta mamma di Vik, attivista ucciso in Palestina

Nessuno meglio di Vittorio Arrigoni avrebbe saputo spiegare ai bambini che cosa vuol dire veramente ''restare umani'' nel mondo e ambire ad essere qualsiasi cosa meno che lupi. In effetti è un messaggio semplice, che ogni bambino può comprendere, eppure per Vik, che sognava e studiava la pace già in quarta elementare, comunicarlo sarebbe risultato ancora più facile.

L'attivista Vittorio Arrigoni

A causa di un branco di jihadisti salafiti che lo hanno ucciso, ora è la mamma, Egidia Beretta, a difendere i bambini al posto suo. Certo, l'azione non si svolge più a decine di centinaia di chilometri lontano da Besana Brianza, dove l'attivista era nato nel '75, ma proprio qui nel meratese, perché i più giovani crescano con gli stessi ideali di Vittorio, pacifisti e ''non lupi''. Difesi da loro stessi di un domani, perché non credano che la religione, la carnagione oppure un diverso modo di pensare la stessa cosa siano fattori nemici.

Egidia Beretta è arrivata a Robbiate nel pomeriggio di lunedì, 18 dicembre, incontrando gli studenti della primaria nella sala consiliare di piazza Repubblica. Con sé ha portato il gruppo teatrale ''Le Liquirizie'' affinché interpretassero ''Il bambino che non voleva essere un lupo'', uno dei libri dedicati alla passione che Vittorio Arrigoni aveva verso la pace nel mondo.

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Un libro realizzato proprio perché i bambini conoscano e comprendano quegli ideali: parla di una piccola luce, una cosa qualsiasi molto generica che ancora non è nata, ma vuole già pensare a cosa diventerà. Un gatto, il mare, una farfalla, una nuvola. Tutto ma non un lupo.

Egidia Beretta, mamma di Vik, con i bambini di Robbiate

Il concetto si rifà ad una frase che Arrigoni ripeteva spesso, nei suoi scritti: non ho le zanne, perciò non sono un lupo e perciò non faccio del male agli altri. ''Vittorio era sì un ragazzo tra le nuvole, con questi sogni che non lo hanno mai abbandonato - ha spiegato agli alunni della scuola primaria robbiatese la mamma Egidia - Aveva cominciato da piccolo avere pensieri di questo genere, sicuramente da bambino, che indicavano però il seme che aveva dentro di sé, e quello che sarebbe diventato. Quando aveva 9 anni la sua maestra parlò in classe della pace e chiese ai ragazzi che cosa avrebbero dovuto fare per ottenerla. Vittorio scrisse delle frasi che nel cuore di un bambino sembrano più grandi di lui. 'Per volere la pace - scriveva - devo guardare intorno a me se tutti hanno il necessario, la gioia di vivere, la libertà di parlare, di lavorare, di pregare, di amare, cioè di vivere proprio come me che ho tutte queste cose e vivo bene, ogni giorno'. Chissà cosa pensai quando lessi queste frasi. Già allora Vittorio sapeva che lui non avrebbe mai usato la violenza contro le ingiustizie''.

Durante l'incontro di lunedì pomeriggio i bambini, dopo aver mostrato alcuni cartelloni realizzati in classe e riportanti delle frasi scritte o dette da Vittorio Arrigoni durante il suo lavoro in Palestina, hanno avuto modo di porre alcune domande alla signora Egidia, per conoscere meglio l'attivista brianzolo.

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La mamma di Vik ha ripercorso gli ultimi attimi di vita di suo figlio, spiegato di come aveva saputo del suo rapimento e poi della sua uccisione, che prima le hanno provocato tristezza, seguita dalla grande rabbia verso gli autori di quel crimine.

''No, non riuscirei ad andare a Gaza - ha commentato Egidia Beretta, responsabile della fondazione ''Vik Utopia'' Onlus - Non ci sono mai stata. Vedere la sua casa, i luoghi dove difendeva i bambini dai carrarmati, susciterebbe in me delle emozioni troppo forti''.

Per il suo impegno, per la sua lotta alle ingiustizie, per il suo sostegno attivo al popolo palestinese, Vittorio Arrigoni è conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo. Ora un po' di più anche dagli alunni della primaria di Robbiate.

 
A.S.
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