Brivio-Airuno: a Silea la gestione dell'isola ecologica. Licenziati 'per legge' i volontari

I Comuni di Brivio e Airuno "licenziano" i volontari della piazzola ecologica. La questione verrà discussa questa sera in occasione dei consigli comunali convocati da entrambe le amministrazioni ma la decisione - di fatto imposta dal cambiamento della normativa in materia - è già stata presa e comunicata anche ai diretti interessati, dispensati così da una mansione "storicamente" demandata ad un manipolo di volonterosi che, negli anni, hanno permesso all'Ente pubblico di risparmiare un bel gruzzoletto offrendo al contempo alla cittadinanza un servizio apprezzato, soprattutto in termini di orari di apertura, prolungati rispetto ad altre realtà del territorio.
Lo zoccolo duro del gruppo era rappresentato dai briviesi, uomini e donne per lo più pensionati ma ancora desiderosi di spendersi per la comunità, a cui, più recentemente, con l'unificazione dei due punti di raccolta presso la struttura interna al centro industriale Le Foglie, si era aggiunto anche qualche airunese pronto a rimboccarsi le maniche gestendo di fatto gli accessi all'isola ecologica e garantendo il rispetto della differenziazione dei conferimenti all'interno della stessa, mansioni che ora passeranno in capo ad un operatore stipendiato, dipendente di Silea, la società a capitale pubblico che già si occupa dal servizio di raccolta rifiuti e di igiene urbana per conto di entrambe i comuni coinvolti.  Proprio con l'impresa di Valmadrera e con una Cooperativa del settore si sono tenute nelle ultime settimane diversi incontri, "per tentare di salvare il salvabile" come asserito dall'assessore all'ecologia del Comune di Brivio Marco Maggi, impegnato a trovare una soluzione per non disperdere il "capitale umano" a disposizione e allo stesso tempo ottemperare alle nuove prescrizioni normative che non consentono più ai Municipi di servirsi direttamente di volontari richiedendo altresì l'affidamento delle piazzole ecologiche solo a persone con determinati requisiti di sicurezza, equiparati di fatto a veri e propri dipendenti. Per aggirare l'ostacolo si era immaginata una convenzione con una coop la quale avrebbe registrato il gruppo di cittadini attivi come propri soci, ipotesi rivelatasi impercorribile per ulteriori vincoli in relazione alle caratteristiche proprie della coop stessa. Si era proposto, in alternativa, di creare un'associazione e di convenzionare poi la stessa ma in questo modo si sarebbe bypassato il primo ostacolo (l'impossibilità di mantenere un rapporto diretto con i volontari) ma non il secondo (le caratteristiche degli affidatari del centro).
A malincuore si andrà dunque verso l'esternalizzazione del servizio, cercando di coinvolgere chi "resterà a piedi" in altre attività, come potrebbero essere delle giornate ecologiche aggiuntive rispetto alla tradizionale data ripetuta ogni anno, senza dare una cadenza fissa all'attività per non inciampare di nuovo nelle limitazioni imposte dalla nuova legge sul terzo settore. In fase di studio, poi, la possibilità di avviare tra Brivio e Airuno, in un'area ancora da individuare, un centro del riuso, esperienza diversa in cui i volontari - quali membri di una associazione convenzionata con l'Ente pubblico - potrebbero tornare a dare un contributo.
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