Aldo Castelli:  impegnarsi nell’amministrazione pubblica è faticoso e poco gratificante. Così si vedono quasi sempre le stesse persone. Temo che dal passato nascerà anche il futuro

Alberico Fumagalli, Antonio Brambilla, Luciano Ercole, Mauro Marinari,
Manuela Sottocornola, Giacomo Ventrice, Romualdo Demontis, Aldo Castelli
 
Una sedia, anche soltanto una sedia destinata al pubblico nell'aula consiliare, è sempre occupata. Perché, come cantava l'indimenticato Giorgio Gaber  la Libertà passa per la Partecipazione. E purtroppo di esempi come quello di Aldo Castelli che pur non facendo parte del Consiglio comunale, non perde una seduta di Aula o di Commissione ce ne sono pochissimi, due, tre in tutto. In una città di 15mila abitanti. Classe 1949, ex alto funzionario della Banca Briantea, poi incorporata nella Banca Popolare di Milano, il dottor Castelli ha attraversato da protagonista o da spettatore trent'anni di storia politico-amministrativa di Merate. Entrato in Consiglio comunale nel 1985 come indipendente nelle fila del Partito Socialista, guidato da Marcello Basosi, aveva ottenuto 151 preferenze, davanti a Alberico Fumagalli (107) e Mauro Marinari (101) e subito dietro il mitico capogruppo toscano (199 preferenze). L'apice l'aveva toccato nel 1990 grazie all'accordo Dc-Psi-Pri, con l'assunzione delle cariche di vice sindaco e assessore all'urbanistica.


 
Il quinquennio del famoso Piano regolatore oggetto di critiche concentriche. Ma partiamo dal 1985....
 
"Conoscevo Marcello, grandissimo personaggio, un toscanaccio, intelligente, acuto, tenace, dialetticamente superiore.... Dopo una serie di incontri nella piccola sede di piazzetta Faverzani, spesso invasa dal fumo, mi convinse a entrare in lista. Allora lavoravo alla Banca Briantea diretta dal dottor Lucio Motta, all'epoca simpatizzante socialista, che mi incoraggiò a impegnarmi in prima persona".
 


Subito un bel risultato personale
 
"Sì, la passione è più forte degli impegni e dedicarsi alla "cosa pubblica", se lo si fa davvero con spirito di servizio, è coinvolgente più ancora che curare il proprio bilancio personale".
 


Una prima esperienza in minoranza poi il balzo alla destra del Sindaco.
 
"Allora i consiglieri comunali erano ben trenta suddivisi in cinque-sei gruppi politici. La Dc fino alle elezioni del 1990 aveva ottenuto costantemente più di 18 seggi per cui poteva governare sola in assoluta sicurezza. Quell'anno invece ne conquistò soltanto 17 per cui preferì cercare l'alleanza con il Psi e il Pri per poter disporre di numeri sicuri contro, soprattutto, un Partito comunista molto forte e agguerrito che schierava ben cinque consiglieri. L'accordo prevedeva che la carica di vice sindaco andasse all'alleato più numeroso, cioè il Psi. Marcello che - va detto - sedeva a disagio tra i banchi della maggioranza, mi chiese se fossi disponibile ad assumere sia la seconda carica cittadina sia il faticoso assessorato all'urbanistica. E così è stato".
 

 
La sezione fu di grande aiuto immagino
 
"Certamente. Era ancora la fase della politica strettamente legata ai partiti e nelle sezioni avveniva la formazione, studiando gli atti amministrativi, leggendo e rileggendo le delibere, i regolamenti e le procedure. Non eravamo in molti nella sede di piazzetta Faverzani - ricordo Chicco Fumagalli, Romualdo Demontis, Antonio Brambilla, Siro Ravasi, Manuela Sottocornola, Fausto Pessina - ma tre, quattro sere la settimana ci si incontrava per preparare il Consiglio successivo. Altri tempi, altre passioni....".


 
L'esperienza con la Dc?

 
"Positiva, tutto sommato. C'era reciproca disponibilità al confronto e una sintesi tra le diverse idee la si trovava sempre. Ci tengo a sottolineare che fu in quella consigliatura che si tenne l'unico referendum consultivo a Merate, quello sull'edificazione o meno dell'area Cazzaniga dopo la presentazione del progetto Botta con la sua torre "Broletto". E devo dare atto a Mario Gallina che fu lui a volere la consultazione popolare, proprio per lasciare ai cittadini la facoltà di decidere. Battista Albani e io stesso eravamo più perplessi. Ma Mario fu irremovibile".


 
Una consigliatura travagliata, prima Mani Pulite poi il crollo dei partiti di riferimento....
 
 
"Già. Anche sul piano locale vivemmo la fine della prima repubblica in modo traumatico. Fu una fine dolorosa per tutti noi che ancora intendevano la politica come servizio e credevamo nei partiti e nelle idee che li avevano sorretti. Ma era ormai evidente la fine di un mondo che aveva oggettivamente utilizzato la politica non solo al fine di far sopravvivere i partiti ma anche e spesso, soprattutto, per fini personali. Critico Mani Pulite per l'uso eccessivo della carcerazione preventiva ma il degrado ormai aveva raggiunto un livello inaccettabile per una democrazia. Aggiungo però che non mi pare vi siano stati consistenti miglioramenti nel settore della lotta alla corruzione. Anzi, a differenza di allora, temo che oggi le malversazioni siano assai più per arricchimento personale che per tenere in vita formazioni politiche".
 


E veniamo allora al PRG del 1994...

 
"Sul quale, me lo lasci dire, sono state dette e scritte cose spesso del tutto inesatte. Non so se in buona o in cattiva fede. Il mio giudizio era e resta che quel PRG fu di ottima qualità. Perché la parola su cui si fondava era appunto "qualità": qualità nel tessuto urbano di Merate, qualità nell'impostazione tecnica del lavoro con la schedatura di tutto il centro storico con le indicazioni dei gradi di intervento possibili e degli aspetti da tutelare".


 
Ma scusi e la lottizzazione al Vedù ?

 
"L'intervento in località Vedù ha consentito di risanare la Villa che era notoriamente in situazione di decadenza, di acquisire al patrimonio pubblico un'area verde di oltre 15mila metri quadrati davanti all'edificato e giù verso ovest fino a via San Francesco (che andrebbe organizzata come parco mentre tuttora è in stato di semi abbandono) e, infine, di dotare la città di edifici firmati da uno dei più grandi architetti del mondo contemporaneo. Poi possono piacere oppure no, ma resta il fatto che sono immobili di assoluta qualità architettonica".


 
Anche la lottizzazione davanti all'Osservatorio Astronomico è difendibile?
 
"Eh no, so che la si attribuisce al PRG del 1994 ma quell'intervento è successivo ed è stato realizzato con la variante approvata dalla Giunta Albani e realizzato durante la consigliatura Robbiani. Io certo mai avrei costruito in quella zona".
 
 

Vediamo un po' qualche giudizio "leggero" sui primi cittadini recenti.
 
 
"Giacomo Romerio l'ho avuto come sindaco nella consigliatura 1985/1990, un sindaco di stile.
 
Mario Gallina ha avuto la capacità di coinvolgere su un progetto fondamentale per il territorio come il Comando Compagnia carabinieri di via Gramsci, i comuni della zona. Operazione che poi non è più riuscita a nessuno.
 
Dario Perego ha voluto prefigurare la città di Merate, dove per città si intende non un paese con più di 10mila abitanti ma un centro di grande attrazione. E il "suo" polo culturale di piazza degli Eroi avrebbe ottenuto probabilmente questo risultato.
 
Giovanni Battista Albani è un uomo che ha una grande capacità di lavoro con dispendio fisico personale davvero notevole.
 
Andrea Robbiani, col cui partito, la Lega, non ho alcun punto di contatto è stato in grado di ultimare i cantieri aperti e di questo bisogna dargli atto e ha provato a rispondere alle necessità sportive di Merate con l'intervento in corso in via Matteotti che, però, personalmente avrei realizzato seguendo un per co rso del tutto diverso  
 
Andrea Massironi ha il potere dei numeri e la grande capacità di gestire un comune in presenza di forti vincoli di bilancio. Credo che sia lui il vero protagonista dell'Amministrazione in carica. Lo si capisce dalla frequente presenza nelle commissioni consiliari. Deciderà anche in modo collegiale ma mi pare che sia lui l'elemento centrale. Finora la sua consigliatura non si è particolarmente distinta. Se riuscirà a concludere la piazza dietro il Municipio e a realizzare la nuova palestra del collegio Manzoni lascerà un'impronta".

 
 
 
Nel 2004 nasce "Merate Futura"..
 
"Sì, più che una formazione, direi un progetto che si basava su quella qualità già applicata al PRG del 1994, da praticare nei diversi ambiti amministrativi. Mi sembrava che questa logica avesse bisogno di un gruppo di persone coeso e determinato. Arrivammo al 22% pur essendo soli e senza partiti di riferimento. Un buon risultato. Poi, come tutte le liste puramente civiche, anche Merate Futura era  molto legata alla capacità di alimentarsi e dopo dieci anni, inevitabilmente, questa capacità tende a diminuire fino a spegnersi. E, inoltre, nel frattempo la politica era nuovamente cambiata".
 


Il sogno di Massironi - che resterà tale - è di riportare il comune a Villa Confalonieri. Un giudizio
 
Fui contrario al trasferimento del Comune nell'attuale sede per una serie di ragioni:
 
- il palazzo era sovradimensionato rispetto alle esigenze e all a introduzione delle procedure informatiche di cui si intuivano i primi segnali che avrebbero anche limitato gli afflussi di pubblico
- la biblioteca non sarebbe stata ampliata e soprattutto , nonosta n te gli impegni dell'allora maggioranza, organizzata come una moderna biblioteca e centro culturale
- Villa Confalonieri sarebbe rimasta in stato di abbandono per mancanza di risorse e di idee . D etto questo mi chiedo se ogni amministrazione debba disfare quanto fatto in precedenza. Penso si debbano trovare altre soluzioni.
 
Se posso esprimere un p ensiero in piena libertà e potendo utilizzare le risorse economiche disponibili direi di verificare la possibilità di acquisire il palazzo di Banca Popolare di Milano ormai per gran pa rte vuoto trasferire il comune restituire Palazzo T ettamanti alla biblioteca e trasformare Villa Confalonieri in casa della musica.
 
Penso però che sia più realistico limitarsi alla casa della musica e verificare le possibilità di un radicale ampliamento della attuale sede della biblioteca
 
Resto comunque convinto che il patrimonio immobiliare di un Comune o viene utilizzato o deve essere dismesso

 
 
 
Dovesse tornare in campo quali sarebbero i primi tre punti del programma?
 

"Come dicevo il tutto è molto legato alle disponibilità finanziarie. Comunque la prima cosa che farei è un  piano regolatore del verde che è anche una opportunità di tipo ambientale per contrastare l'inquinamento. Si tratta di dare incarico a qualche esperto affinché "costruisca" zone alberate, classifichi gli interventi da realizzare per pubblico e privati. Insomma regoli il verde come nei decenni passati si è regolata l'edilizia. Poi punterei sulla qualità dei servizi, per esempio affrontando in maniera metodica - come aveva fatto Domenico Cavana quando era assessore ai servizi sociali - le esigenze dei soggetti deboli. E infine realizzerei un vero e proprio programma di pianificazione degli interventi sulla viabilità partendo da una rilevazione dei tronchi stradali maggiormente trafficati". A questo proposito so che ci sono progetti per riqualificare viale Verdi, ma mi domando se è stata fatta o lo sarà una verifica di tutti i sottoservizi in particolare scarichi di acque bianche e nere anche per assorbire le violente piogge che ormai saranno una costante .  S empre in tema di lavori p ubblici è stato realizzato un importante intervento sulla pubblica illuminazione. Sostituiti molti pali e tutte le lampade. N essuno però ha capito la logica per la quale alcune vie hanno lampade a luce gialla e tutte le altre a luce bianca . Infine sarà necessario avviare rapporti più stretti con i comuni vicini soprattutto per coordinare politiche di viabi l ità e pianificazione urbanistica per que l poco che dovesse rendersi necessario. Ma sarà altrettanto importante la capacità di coordinare i servizi e mantenere alta l'attenzione sull'ospedale di Merate.
 

 
Come giudica il lavoro di Sei Merate?
 
"Molto bene considerato che fare la minoranza è molto faticoso soprattutto oggi che in Aula siedono tre consiglieri, non cinque o sei come trent'anni fa. Bisogna che la maggioranza se davvero vuole lavorare in sintonia con le minoranze arrivi nelle commissioni con qualche idea da discutere assieme, non con il pacchetto già preconfezionato sul quale si possono operare solo piccole modifiche. Perché, altrimenti, il lavoro dei consiglieri di opposizione è sconfortante". Io ho molto rispetto per chi si impegna a leggere e studiare i documenti sapendo che le sue proposte quasi mai saranno ascoltate
 



 
Si sta muovendo qualcosa in vista del 2019?
 
"Non che ne sappia io. Mi pare tuttavia che Sei Merate possa restare in campo pur allargando la partecipazione anche oltre i confini del centrosinistra in senso stretto. Stiamo cominciando a discutere al nostro interno". 
 


Ha intenzione di ripresentarsi?
 
" Oggi risponderei no, anche la carta d'identità ha il suo peso. Di sicuro posso dire che le passioni sono passioni e a me la vita amministrativa appassiona da più di trent'anni a questa parte".  
 


All'orizzonte non si scorgono volti nuovi pronti a scendere in competizione. Come mai?

 
"Bisogna essere molto motivati oggi per fare politica anche a livello locale. Ma vede l'età di inizio dell'attività professionale si è spostata in avanti per cui tra 30 e 45 anni si è impegnati sul lavoro, quindi il tempo da dedicare ad altri interessi è ridotto. E poi c'è un clima generale in cui e per cui si vede la politica con un occhio disgustato. E a chi fa politica si attribuiscono tutte le malefatte del mondo quando invece chi fa politica è solo l'espressione del Paese. Se fai il volontario hai la certezza di vedere realizzato il tuo lavoro, se fai politica spesso no, altri raccoglieranno il frutto di ciò che hai programmato. Il volontario ha risultati nell'immediato, il politico-amministratore, nel medio-lungo. Però ho visto nell'area del PD (partito cui non sono iscritto) un gruppo di giovani guidati dal segretario Gino Del Boca che mi sembra animato di voglia di fare e molta passione. E questa è una buona cosa. Da tempo non vedevo un gruppo simile. L'importante è che si integri con la struttura già esistente e non si metta invece in competizione".
 


Si parla spesso della Cittadella della Salute, che ne pensa?
 
"Intanto dico che è inaccettabile che la palazzina ex poliambulatori abbia ancora la copertura in eternit. Ma dico ai privati mille obblighi e il pubblico no? Poi ribadisco che l'Amministrazione comunale ha già fatto la propria parte comperando tutti gli edifici ex Ecosystem dai comuni soci. Ora può metterli a disposizione di un progetto che però deve essere ideato e realizzato dall'ASST (ex Azienda Ospedaliera) e ATS (ex Asl). Le critiche che sento ripetere all'indirizzo del Comune sono del tutto ingiustificate. Di sicuro però la bonifica va fatta. E rapidamente anche".



Come ci lasciamo?
 
"Vede, ho notato che tante delle sue interviste hanno avuto come protagonista un personaggio del passato. E questo la dice già lunga. Quindi direi, lei chiede a me, uomo del passato, di prospettare un futuro. Beh, a quel che vedo temo che sarà ancora dal passato che nascerà il futuro.".
Claudio Brambilla
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