Verderio: dopo 32 anni di servizio va in pensione la pediatra Maddalena Colombo
Per anni è stata il conforto di tante mamme, la mano generosa e scientifica sulla salute di bebè, ragazze e ragazzini nati in paese e limitrofi negli ultimi tre decenni. La pediatra Maddalena Colombo può contare, insomma, di aver contribuito a scrivere una parte della storia contemporanea di Verderio, anche se lasciare l'ambulatorio dopo 32 anni di servizio le può provocare un certo dispiacere. Nell'ultima settimana ha incominciato ad avvisare pazienti e genitori che il prossimo 1° di dicembre sarà per lei anche il primo giorno di pensione. Una decisione lasciata in sospeso per qualche tempo, perché, come aveva spiegato, avrebbe appeso lo stetoscopio e il resto della strumentazione al chiodo dopo aver trovato qualcuno che la sostituisse. Non avrebbe accettato l'idea di lasciare vacante quel posto gestito con cura e costanza per così tanti anni, in balia del via vai di un supplente. Il primo dicembre sarà dunque anche il primo giorno di lavoro a Verderio della nuova pediatra, la dottoressa Gabriella Chiarelli, che sarà già titolare effettivo del ruolo che è stato a lungo ricoperto dalla dottoressa Colombo, che è sembrata proprio avere particolarmente a cuore le sorti dello studio in cui ha lavorato per tanti anni.
E' sembrato, inoltre, che questa attenzione sia la stessa che ha riservato negli anni ad ogni suo paziente, ai loro genitori o ai loro nonni, con i quali si è creato con il tempo un buonissimo legame. ''Negli ultimi sono passata in alcuni casi ai figli di ex pazienti - ha raccontato la dottoressa Colombo - E' anche successo che alcuni ex pazienti si sposassero tra di loro, e persino di avere bisnipoti di nonne che accompagnavano i loro nipoti da me''. Il tempo sembra quasi essere trascorso troppo in fretta, anche se la pediatra non ha nascosto un certo entusiasmo nel potere finalmente dedicarsi a quelle passioni lasciate nel cassetto in tutti gli anni di lavoro. ''Avrò certamente più tempo da dedicare ai miei hobby - ha commentato con una certa modestia - Proverò a ritornare alla musica, anche se dire che suono il piano è una parola grossa, ma soprattutto al ricamo. Sono appassionata di fotografie e viaggi. Mi sono laureata in medicina nel 1984, all'Università Statale di Milano, mentre qui a Verderio sono arrivata nel luglio dell'85, inizialmente come medico di base, affiancata come medico associato al dottor Francesco Gigliotti, che qualcuno potrebbe ancora ricordare - ha raccontato - Erano gli anni in cui si incominciava a parlare dell'istituzione del cosiddetto pediatra di famiglia. Ho preso la specializzazione pediatrica nel '88, l'anno successivo sono diventata pediatra in questa Asl''.
Il desiderio della giovane studentessa era quello di diventare una neuropsichiatra infantile, ma poi la pratica e la dedizione al ruolo di pediatra l'hanno convinta a fermarsi con gli studi. ''Come tanti altri studenti avevo questo sogno - ha spiegato - Una docente alla quale lo avevo confessato mi aveva però consigliato di conoscere bene prima il bambino sano''. La passione per la pediatria di base ha poi prevalso su ogni cosa, ed è diventato da subito il suo lavoro, ma non l'unico impegno nell'ambito sanitario. Oltre ad aver lavorato a cavallo tra l'88 e l'89 nel reparto neonatale dell'ospedale di Vimercate, infatti, la dottoressa Colombo è stata tra i fondatori della sezione lecchese della FIMP, la federazione italiana dei medici pediatri, oltre che contare tra le sue esperienze anche un trascorso negli ex consultori, nell'ambito ambito sindacale e tra le file del comitato consultivo dell'allora Unità Socio Sanitaria. ''Nei primi hanno ho collaborato tanto anche con il servizio di neuropsichiatria infantile di Merate che stava muovendo i primi passi come me, creando e migliorando i percorsi di supporto per i soggetti portatori di handicap che a quei tempi erano purtroppo un numero discreto'', ha spiegato la dottoressa. Una passione che l'ha spinta ad introdurre nel suo ambulatorio diversi strumenti che non erano previsti dalle convenzioni sanitarie, tra i quali il podoscopio, oppure esami come quello della vista che preferisce svolgere già nei bimbi di quattro anni, quando risulta possibile; oppure ancora, a riempire uno scatolone di giocattoli, ognuno legato al paziente che ci si è affezionato. ''Riguardo alla mia attività di pediatria amo soprattutto bilanci di salute - ha spiegato - Le malattie croniche frequenti sono l'obesità e l'asma, che hanno conseguenze significative anche in età adulta''.
Se c'è poi un tema attuale e molto discusso è quello dei vaccini, che la pediatra verderiese consiglia di fare. ''Sui vaccini non si discute sono da fare - ha commentato - Un'obiezione la posso fare sull'obbligatorietà: è di fatto un trattamento sanitario e come tutti gli altri le persone dovrebbero poter essere liberi di farli o meno. Lo Stato deve difendere la salute pubblica, di fatto. Le multe però servono a ben poco. Bisogna lavorare di più nell'opera di convincimento dei genitori ed in caso di fallimento creare delle strutture scolastiche dedicate agli inadempienti''. Intanto, su una delle pareti dell'ambulatorio accanto alla Piazza Annoni, nel cuore di Verderio ex Inferiore, sono stati affissi due grandi cartelloni che invitano tutti quanti a passare il prossimo 19 novembre, quando in paese verranno organizzati i mercatini di Natale, in Villa Gallavresi. Dalle 10.30 alle 12 e dalle 13.30 alle 16, la dottoressa accoglierà chiunque la vorrà salutare, in un momento che preferisce non definire festa perché varrebbe dire implicare troppe faccende ''burocratiche''. Perciò chi vorrà potrà trascorrere ancora alcuni momenti con la pediatra, portare con sé dei disegno, ''obbligatoriamente'', evitare regali e magari donare qualcosa da destinare ad un progetto sociale.
La pediatra Maddalena Colombo
E' sembrato, inoltre, che questa attenzione sia la stessa che ha riservato negli anni ad ogni suo paziente, ai loro genitori o ai loro nonni, con i quali si è creato con il tempo un buonissimo legame. ''Negli ultimi sono passata in alcuni casi ai figli di ex pazienti - ha raccontato la dottoressa Colombo - E' anche successo che alcuni ex pazienti si sposassero tra di loro, e persino di avere bisnipoti di nonne che accompagnavano i loro nipoti da me''. Il tempo sembra quasi essere trascorso troppo in fretta, anche se la pediatra non ha nascosto un certo entusiasmo nel potere finalmente dedicarsi a quelle passioni lasciate nel cassetto in tutti gli anni di lavoro. ''Avrò certamente più tempo da dedicare ai miei hobby - ha commentato con una certa modestia - Proverò a ritornare alla musica, anche se dire che suono il piano è una parola grossa, ma soprattutto al ricamo. Sono appassionata di fotografie e viaggi. Mi sono laureata in medicina nel 1984, all'Università Statale di Milano, mentre qui a Verderio sono arrivata nel luglio dell'85, inizialmente come medico di base, affiancata come medico associato al dottor Francesco Gigliotti, che qualcuno potrebbe ancora ricordare - ha raccontato - Erano gli anni in cui si incominciava a parlare dell'istituzione del cosiddetto pediatra di famiglia. Ho preso la specializzazione pediatrica nel '88, l'anno successivo sono diventata pediatra in questa Asl''.
Il desiderio della giovane studentessa era quello di diventare una neuropsichiatra infantile, ma poi la pratica e la dedizione al ruolo di pediatra l'hanno convinta a fermarsi con gli studi. ''Come tanti altri studenti avevo questo sogno - ha spiegato - Una docente alla quale lo avevo confessato mi aveva però consigliato di conoscere bene prima il bambino sano''. La passione per la pediatria di base ha poi prevalso su ogni cosa, ed è diventato da subito il suo lavoro, ma non l'unico impegno nell'ambito sanitario. Oltre ad aver lavorato a cavallo tra l'88 e l'89 nel reparto neonatale dell'ospedale di Vimercate, infatti, la dottoressa Colombo è stata tra i fondatori della sezione lecchese della FIMP, la federazione italiana dei medici pediatri, oltre che contare tra le sue esperienze anche un trascorso negli ex consultori, nell'ambito ambito sindacale e tra le file del comitato consultivo dell'allora Unità Socio Sanitaria. ''Nei primi hanno ho collaborato tanto anche con il servizio di neuropsichiatria infantile di Merate che stava muovendo i primi passi come me, creando e migliorando i percorsi di supporto per i soggetti portatori di handicap che a quei tempi erano purtroppo un numero discreto'', ha spiegato la dottoressa. Una passione che l'ha spinta ad introdurre nel suo ambulatorio diversi strumenti che non erano previsti dalle convenzioni sanitarie, tra i quali il podoscopio, oppure esami come quello della vista che preferisce svolgere già nei bimbi di quattro anni, quando risulta possibile; oppure ancora, a riempire uno scatolone di giocattoli, ognuno legato al paziente che ci si è affezionato. ''Riguardo alla mia attività di pediatria amo soprattutto bilanci di salute - ha spiegato - Le malattie croniche frequenti sono l'obesità e l'asma, che hanno conseguenze significative anche in età adulta''.
Se c'è poi un tema attuale e molto discusso è quello dei vaccini, che la pediatra verderiese consiglia di fare. ''Sui vaccini non si discute sono da fare - ha commentato - Un'obiezione la posso fare sull'obbligatorietà: è di fatto un trattamento sanitario e come tutti gli altri le persone dovrebbero poter essere liberi di farli o meno. Lo Stato deve difendere la salute pubblica, di fatto. Le multe però servono a ben poco. Bisogna lavorare di più nell'opera di convincimento dei genitori ed in caso di fallimento creare delle strutture scolastiche dedicate agli inadempienti''. Intanto, su una delle pareti dell'ambulatorio accanto alla Piazza Annoni, nel cuore di Verderio ex Inferiore, sono stati affissi due grandi cartelloni che invitano tutti quanti a passare il prossimo 19 novembre, quando in paese verranno organizzati i mercatini di Natale, in Villa Gallavresi. Dalle 10.30 alle 12 e dalle 13.30 alle 16, la dottoressa accoglierà chiunque la vorrà salutare, in un momento che preferisce non definire festa perché varrebbe dire implicare troppe faccende ''burocratiche''. Perciò chi vorrà potrà trascorrere ancora alcuni momenti con la pediatra, portare con sé dei disegno, ''obbligatoriamente'', evitare regali e magari donare qualcosa da destinare ad un progetto sociale.
A.S.