
Don Paolo
L'omelia di don Paolo Bizzarri parroco di Robbiate ha toccato questa domenica argomenti particolarmente attuali e propri della politica. Lo spunto alle sue riflessioni è stato dato dalla Lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi che, tra le altre cose, ricorda ai destinatari che "la nostra cittadinanza è nei cieli". Don Paolo si è "scagliato" contro i politici che non vorrebbero l'approvazione del disegno di legge sullo ius soli, approvato alla Camera il 13 ottobre 2015 e oggi bloccato al Senato, dove la maggioranza rischia di non avere i numeri per approvarlo. "
In Italia se si approvasse lo ius soli, daremmo cittadinanza a 800mila figli di stranieri nati sul nostro territorio e i cristiani sarebbero comunque in maggioranza - ha commentato il sacerdote -
Non sono i musulmani la minaccia al cristianesimo ma noi che dimentichiamo di appartenervi, che non andiamo a Messa, non ci sposiamo più in Chiesa e non battezziamo i nostri figli. Non scarichiamo su altri le nostre colpe. In più, la cittadinanza è solo un valore relativo, qui sulla terra siamo solo stranieri e ospiti, "quaggiù" siamo solo migranti per raggiungere la vera patria. Siamo in esilio, come nelle parole del Salve Regina: "a te ricorriamo esuli figli di Eva... In questa valle di lacrime". Il premio lo riceveremo lassù in Cristo Gesù". La seconda critica sollevata al microfono da don Paolo durante la sua predica si è concentrata su quanto accaduto lungo le frontiere polacche lo scorso 7 ottobre, quando 319 chiese di 22 diocesi, hanno marciato per la pace, implorando l'intercessione della Madre di Dio per salvare la Polonia e il mondo. Secondo don Paolo, si sarebbe invece trattato di una marcia della discordia contro i mussulmani.
"Più di un milione di cattolici polacchi si sono schierati con il rosario in mano per chiedere alla Madonna di non far entrare i musulmani - ha sottolineato il prevosto -
Ad oggi il governo polacco non fa entrare nessuno, né musulmani che altre culture e religioni. La festa della Madonna del Rosario è volta a commemorare la vittoria dei cristiani contro l'impero ottomano nella battaglia di Lepanto nel 1571. Non si sa se è una mera coincidenza ma il 5 di ottobre dello stesso anno è nata la nostra parrocchia robbiatese. Io non credo che la Madonna abbia voluto quella battaglia ma penso che fosse da noi, quando San Carlo Borromeo ha fondato questa comunità". L'omelia è proseguita in questa direzione anche quando don Paolo ha commentato il vangelo del giorno, dell'apostolo Matteo, che paragona il regno dei cieli a una rete gettata nel mare, la quale raccoglie ogni genere di pesce. Mentre i pesci buoni vengono tenuti, quelli cattivi sono buttati via. Il prete ha dunque ammonito:
"Non è automatico diventare cittadini del cielo. Il muro non lo pongono solo i polacchi ma anche Dio preclude l'accesso a chi non ha determinati requisiti. Il passaporto per andare in cielo è la bontà".
Ester Cattaneo