Sabbioncello: la figura di San Francesco con la relazione del prof. Renato Mambretti

In attesa di celebrare il patrono d'Italia il 4 ottobre, Sabbioncello ha introdotto la ricorrenza con una conferenza incentrata sulla figura di Francesco d'Assisi. Nella serata di sabato 30 settembre è intervenuto Renato Mambretti, docente di Storia della Chiesa medievale alla Facoltà teologica dell'Italia settentrionale e all'IISR di Milano.

Padre Francesco Bravi e il prof. Renato Mambretti


Nella ricerca storica uno dei problemi principali è quello delle fonti. Stabilire la loro affidabilità è fondamentale per restituire una rappresentazione che si avvicini il più possibile al vero. In una dotta dissertazione sulle attestazioni sono state citate quelle a lungo di riferimento: i due scritti del Bonaventura, gli actus beati Francisci et sociorum eius e i conseguenti Fioretti. 

Il prof. Renato Mambretti

Ha spiegato il prof. Mambretti: «Negli anni Sessanta del XIII secolo è stata riscritta la storia di Francesco rinforzando il lato devozionale. È stato tolto dalla terra e spostato in una nicchia. È stata un'operazione di santificazione necessaria perché l'Ordine dei Frati minori potesse continuare». Non sempre il criterio cronologico, che privilegia le fonti più prossime, può avere un valore assoluto. Nemmeno quelle tramandate dai suoi discepoli, ha precisato il professore: «L'espressione "noi che fummo con lui" presente in alcuni scritti è la chiave per riconoscere le fonti dirette dei discepoli. Anche quelle però sono interpretazioni». Anche il metodo combinatorio, che ritaglia e collega a discrezione le fonti, è da guardare con sospetto: «È pericoloso, appiattisce la storia».

Una svolta nella rappresentazione di Francesco è avvenuto su finire dell'Ottocento, grazie agli studi dello storico Paul Sabatier, pastore protestante che all'epoca scontentò in parte sia i cattolici sia i protestanti. «Aveva perso la testa per Francesco, ne era innamorato - ha ricordato Renato Mambretti - Ha avuto il merito di immaginare Francesco uomo, prima che santo. Sabatier salta la leggenda di Bonaventura per toccare gli scritti di Francesco». Le sue lettere non sono state trascritte in un codex, come avveniva per le persone considerate importanti. Solo i suoi amici più stretti, come Frate Leone, conservò alcuni testi di Francesco. L'opera di riferimento è però il testamento, in cui emerge il vero spirito della Regola e in cui si riconosce l'obbedienza nei confronti della chiesa cattolica e la devozione nell'eucarestia. «Lo scrive come esempio in un momento in cui si erano creati dei forti contrasti all'interno dell'Ordine, composto da circa 1000-2000 frati provenienti da ambienti sociali differenti». Mambretti si è infine soffermato sulla letizia, una caratteristica specifica del frate di Assisi: «Attraverso delle immagini paradossali, Francesco ci spiega che la vera letizia non sta nell'avere successo, ma nel riconoscere la volontà di Dio anche in ciò che potrebbe più turbare. In questo apologo ci sono consapevolezza e maturità, tratti che sono stati a lungo sottovalutati nel descriverlo».

Le celebrazioni a Sabbioncello proseguiranno il 3 ottobre con la Santa Messa. Mercoledì 4 ottobre alle ore 21.00 durante la funzione religiosa avverrà il rito dell'offerta dell'olio per la lampada, a cui parteciperà il sindaco di Merate Andrea Massironi.
M.P.
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