Ischia: stretta tra Tifeo ed i Cercopi l'isola, affidandosi a Dioniso, magicamente rimargina le proprie ferite
Le recenti cronache e le conseguenti polemiche mediatiche succedutesi al terremoto di Ischia del 21 agosto scorso sono state, in taluni casi, di livello talmente mediocre, che forse solo facendoci guidare dal Mito, possiamo allontanarci e distinguerci da tanta insipienza, e se possibile, raccontare "un'altra storia" dell'isola.
Ischia è stata ed è ancora meta turistica ambita anche di tantissimi lombardi, per tanto, chi scrive si augura che questa breve riflessione possa arrivare al cuore di quanti amano l'isola e rinnovare in loro piacevoli ricordi ed il desiderio di ritornarvi.
San Vito patrono di Forio d'Ischia che vendemmia
Ischia viene generalmente considerata la prima colonia della Magna Grecia, in quanto è testimoniata la presenza già dall'VIII secolo a.C. di un insediamento a Punta Chiarito nei pressi di Sant'Angelo ove esisteva precedentemente una base dei pirati Pitekussani, temibili incursori dei traffici commerciali del Tirreno, che abbandonata l'isola a causa di eventi eruttivi, si spinsero fino in Sicilia dove fondarono Messina. L'insediamento dei coloni greci provenienti dall'Eubea si trasferì successivamente nella baia di San Montano a Lacco Ameno.
Una scimmia raffigurata su un frammento di vaso greco rinvenuto a Lacco Ameno
Gli antichi tendevano a far corrispondere i territori, da loro esplorati e colonizzati nel Mediterraneo, ai luoghi descritti nei loro racconti mitologici, come l'Iliade e L'Odissea, e talvolta a personificarli addirittura con alcune divinità.
Nel mito infatti si racconta che nella vasta area tra l'Etna ed i vulcani campani compresa Ischia, vi fosse la presenza sotterranea del Gigante Tifeo costretto in prigionia da Zeus e che i suoi tentativi di liberarsi fossero all'origine dei terremoti e delle eruzioni in quelle terre.
Virgilio, nell'Eneide, limita la presenza sotterranea di Tifeo alle sole Ischia e Procida che tremano e rimbombano a causa dei suoi movimenti.
VIDEO
Il terremoto del 21 agosto scorso, di verosimile origine vulcanica, ha danneggiato una limitata area dell'isola compresa tra alcune frazioni alte di Casamicciola e la località Fango nel comune di Lacco Ameno. Già in questi nomi e' raccontata la storia: Casamicciola, che già andò in gran parte distrutta da un sisma nel 1883, nel dialetto campano vuol dire "casa piccola" e suona pertanto come monito ancestrale alla costruzione di volumi arditi, e poi Fango, che non ha bisogno di essere ulteriormente spiegata se si pensa alla presenza di un vulcano e delle sue lave.
In questa ristretta area sono crollate alcune case e molte altre sono rimaste seriamente danneggiate, causando vittime e feriti. Si tratta di una zona popolare, non propriamente turistica, costituita quasi esclusivamente da abitazioni modeste (abusive o mal costruite?) ed abitata da ischitani non certo di alto reddito. Su tutti i media nazionali si è dato ampio risalto alla vicenda dei due fratellini rimasti sepolti dal crollo della loro abitazione a Casamicciola ed estratti vivi dopo molte ore di lavoro dei soccorritori; pochi sanno però che è stata la loro cosiddetta "povertà" a salvargli la vita. I due piccoli sono infatti rimasti protetti in un angusto spazio creato dalla struttura di tubi Innocenti con cui era stato costruito "artigianalmente " il loro letto a castello.
Torniamo al mito, correlato anche al nome greco dell'isola: Pithecusa, isola delle scimmie. Si racconta che due fratelli dediti al brigantaggio (qualcuno ipotizza una intera popolazione) figli di Oceano, a causa dei loro comportamenti furono trasformati da Zeus in scimmie e chiamati da allora Cercopi (esseri con la coda, da cui cercopiteco) e confinati sull' isola delle scimmie, appunto Ischia.
Su alcuni organi di informazione, fortunatamente non tutti, si è detto ed è stato scritto di tutto.
Il culmine è stato raggiunto da un collaboratore de " Il Fatto Quotidiano", autodefinitosi avvocato ambientalista, che ha esordito in un suo scritto del 22 agosto: " Non sono mai stato ad Ischia, né ci andrò mai. Non mi piacciono le mete del turismo di massa, né tantomeno quei luoghi in cui il territorio e la natura sono violentati".
L'avvocato Migliaccio
Ischia è un'entità storica da almeno 2700 anni ed ha risorse umane, ambientali, paesaggistiche e culturali talmente radicate da permetterle di risorgere senza problemi, sia dal terremoto che dalla indegna campagna di stampa goffamente orchestrata.
In questi giorni, con leggero anticipo sul calendario anche a causa delle condizioni climatiche, su tutta l' isola è in corso la vendemmia, e chi scrive ha l' immenso piacere di partecipare da alcuni anni a questa vera e propria festa che ha radici antichissime.
Sulle pendici scoscese che dal borgo di Serrara portano al mare tra Sant'Angelo e Maronti, luogo dagli scorci mozzafiato, da alcuni anni un coraggioso imprenditore, l'avvocato Benedetto Migliaccio, ha riattivato l'antico vigneto di Jesca, talmente antico da essere definito " Vigna dei Mille Anni" affidandone la cura ad Andrea D'Ambra che rappresenta la memoria storica della viticoltura e della produzione enologica sull'isola.
Località Fango di Lacco Ameno
L'uva raccolta quest'anno, assaggiata sul posto, è dolcissima e foriera di una vinificazione d'eccellenza. Come eccellente è la produzione che Andrea D'Ambra realizza ogni anno dalla vigna "eroica" di Frassitelli posta a 500 metri d'altitudine sulle pendici dell'Epomeo, dalle pendenze estreme, che richiedono cura e tecniche di raccolta particolari come per i vigneti delle Cinque Terre.
Pochi giorni prima del terremoto un vasto incendio ha lambito e fortunatamente danneggiato solo marginalmente questo antico vigneto, unico nel suo genere.
Andrea, personaggio schivo ma risoluto, ci ha raccontato che dalle viti di Frassitelli danneggiate dal calore, a distanza di pochi giorni, sono miracolosamente spuntati i primi germogli che daranno vita ai nuovi tralci.
Sant'Angelo dalla Vigna
Nella visione arcaica, in cui da sempre i segnali benevoli della natura spronano gli uomini a continuare le loro attività nonostante le avversità, vi è forse il segreto di queste persone e del loro lavoro appassionato.
Oggi a tutto ciò viene dato il nome di Resilienza.
In tutta l'isola, dove vi sono almeno una dozzina di aziende vitinicole di qualità, stanno costantemente sorgendo nuove iniziative di imprenditorialità turistica correlate a questo antichissimo rituale che fin dai tempi in cui Dioniso ne era il protettore, trasforma magicamente un prodotto della natura in bevanda che scalda i cuori e fa scintillare gli sguardi.
Ischia non è quindi solo luogo di vacanze termali o ritrovo modaiolo, come all'epoca di Angelo Rizzoli e Luchino Visconti che la resero famosa negli anni del "boom economico", ma è anche una terra antica, ribelle e proteiforme, abitata da donne e uomini che hanno avuto origine ultramillenaria da un coacervo di etnie ( greci, italici, francesi, spagnoli e saraceni ) e che sanno mantenere vive tradizioni, valori e patrimoni di cui chiunque volendo ne può godere.