Imbersago: 120 anni di insediamento per i Padri Oblati, messa con Monsignor Delpini

Monsignor Mario Delpini


Il Santuario della Madonna del Bosco continua a regalare ai suoi pellegrini incontri che rimarranno indelebili nella memoria. Dopo la visita dello scorso maggio del cardinale di Milano Angelo Scola, che aveva celebrato una messa per il 400esimo anniversario dell'apparizione di Maria, nel pomeriggio di mercoledì 6 settembre è stata la volta del suo successore, monsignor Mario Delpini, arcivescovo di Milano neoeletto, invitato dai padri oblati residenti al Santuario ad officiare la funzione religiosa in onore dei 120 anni della loro presenza ad Imbersago.

Il rettore del Santuario della Madonna del Bosco, padre Giulio Binaghi


Centinaia di fedeli hanno incominciato a prendere posto in chiesa molto prima del suo arrivo. L'eminenza è quindi stata accolta da un abbraccio calorosissimo, tra gli applausi e il saluto delle autorità presenti. A scandire la Messa, insieme a lui, sono stati gli interventi di don Diego Arfani, padre oblato e rettore del Santuario fino al 2013, quando subentrò padre Giulio Binaghi, e del monsignore Piero Cresseri, prevosto di tutte e quattro le famiglie della congregazione di padri (quella imbersaghese è di diocesani, poi ci sono i missionari di Rho, i vicari e i laici), chiamata anche dei Santi Ambrogio e Carlo.

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E' stato il primo, don Diego, ad indicare, prendendo parola anche davanti alla stragrande maggioranza dei parroci del decanato di Merate presenti alla messa, la strada e la missione dei padri. ''Sono dunque passati 120 anni dal nostro insediamento qui ad Imbersago e questa circostanza ci ha consentito di riunire le quattro famiglie che fanno parte della nostra congregazione - ha esordito - Questo momento si carica di un ulteriore significato grazie alla presenta di sua eccellenza monsignor Delpini, che tra qualche giorno prenderà possesso della diocesi di Milano come arcivescovo. Dobbiamo esprimere a lui filiale rispetto e obbedienza, come recitiamo nel giorno della nostra ordinazione a significare il voto. Vogliamo quindi insieme affidare alla Madonna il cammino della Diocesi e di chi il Signore ha scelto come pastori. Come Maria ci sentiamo inadeguati di fronte alla missione che ci viene affidata, ma allo stesso tempo sappiamo e crediamo che l'inadeguatezza umana non è mai un ostacolo''.


Tra i presenti anche il vicesindaco Giuseppe Procopio e l’assessore Giuseppina Spezzaferri di Merate

Nella sua omelia, invece, monsignor Delpini si è rivolto a coloro che vivono di un certo egoismo, nelle loro ''case perdute''. Seppure senza aver fatto nessun riferimento concreto, nessuna allusione a qualche episodio sociale di attualità, ha detto anche che Dio è la possibilità di salvezza per chi vive recluso nelle sue ricchezze.


''Ecco come una casa perduta è una casa disprezzata e la gente che passa lì intorno ne parla male - ha detto, partendo dalla lettura del Vangelo in cui Gesù entra nella casa di Zaccheo il peccatore - E colui che vi abita pur con tutti i suoi soldi e il suo successo personale non può attirare il successo della gente che lo considera un peccatore, uno di cui avere piuttosto paura che rispetto. Capita di sentirci qualche volta una casa perduta e sentire che pure con tutta la gente ci sta intorno siamo soli, e che nessuno ci ama e ci capisce come noi vorremmo essere amati e compresi. Questa pagina del Vangelo si conclude però dicendo che oggi per questa casa è venuta la salvezza, quindi anche la casa perduta può essere visitata dalla salvezza. Dunque anche l'abitante di questa casa solitaria, triste e disprezzata può incontrare il Salvatore''.

All'altare da sinistra, don Diego Arfani, ex rettore del Santuario, monsignor Mario Delpini
e monsignor Piero Cresseri, prevosto della congregazione dei padri oblati


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Sono state infine le parole di monsignore Piero Cresseri, che ha esortato i padri oblati imbersaghesi a proseguire il loro incessante lavoro di supporto che svolgono da oltre un secolo al Santuario, a concludere la funzione. Per il neo arcivescovo di Milano, al termine della Messa, è stato un nuovo bagno di folla.
A.S.
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