10 mesi da ''cliente pendolare'' di Trenord tra cancellazioni, ritardi, vagoni sauna o igloo. Questa sera protesta a Olgiate

La situazione di mercoledì 5 luglio
Appena scopro di aver passato le selezioni per il corso al quale desideravo partecipare (era il 17 giugno), faccio richiesta sul sito di Trenord per la tessera "Io Viaggio", sulla quale caricare l'abbonamento. Costo della tessera: 10 euro. Pagati immediatamente, con PayPal. Passa un mese, ma la tessera non arriva. Dopo infiniti solleciti al call-center di Trenord, la tessera arriva nei primi giorni di settembre, giusto in tempo per ricaricare l'abbonamento e iniziare i miei viaggi verso la Metropoli. Inizia così quello che, inconsciamente, sarà solamente il preludio della mia esperienza da pendolare. Da settembre a questa parte prendo abitualmente il treno per Milano dalla stazione di Olgiate, alle 7.27. Il viaggio dura 41 minuti. In teoria. L'arrivo, previsto per le 8.08 presso la stazione Porta Garibaldi, è quasi sempre alle 8.13, qualche volta alle 8.12. Ma, fin qui, poco male: 5 minuti di ritardo fisiologico sono più che accettabili. Anche al ritorno, quando prendo il treno delle 18.52. Arrivo previsto a Olgiate-Calco-Brivio per le ore 19.32: quasi sempre, però, quando il treno apre le porte sono le 19.37, se non più tardi. Ma questi ritardi sono solamente la punta di un iceberg ben più grande e profondo, con cui mi dovrò abituare a fare i conti durante i miei quotidiani viaggi. L'ultimo fine settimana di settembre, se non ricordo male, faccio i conti con il primo sciopero. Mi muovo prima del solito al mattino, per prendere il treno nella fascia di garanzia, così come alla sera esco un attimo prima dall'ufficio per evitare brutte sorprese. E, almeno per questa volta, va tutto bene. I racconti che mi riferivano dei "viaggi impossibili" sul treno mi sembrano utopia, per il momento: sì, non si viaggia come in prima classe, ma non ci si può, nel complesso, lamentare. Nei mesi successivi scoprirò che è stata solamente fortuna. Inizia l'università, nei primi giorni di ottobre, e i treni iniziano a riempirsi. Il posto seduto, per chi sale da Osnago in poi, è praticamente un sogno. E il riscaldamento d'inverno, così come l'aria condizionata d'estate, è solamente pura fantasia: sono ben pochi i vagoni che hanno una temperatura adatta alla stagione. Che non significa, almeno per me, avere la temperatura regolata al decimo di grado centigrado: sarebbe sufficiente un minimo di riscaldamento d'inverno, giusto per non sembrare al Polo Nord, e un minimo di raffrescamento durante l'estate, per evitare di farsi, durante il viaggio, una sauna indesiderata. Le condizioni dei treni però, o materiale rotabile che dir si voglia, non si ripercuotono solamente sulle condizioni di viaggio. Numerosi sono infatti i ritardi (a volte anche superiori all'ora!) che le corse riportano a seguito di guasti al convoglio. Cito, ad esempio, l'ultimo accaduto: mercoledì 5 luglio. Il treno delle 18.22 in partenza dalla stazione Porta Garibaldi è in ritardo di 15 minuti, perché è stato necessario sostituire il treno precedentemente preparato. Arrivo al binario e salgo sul treno. Stranamente, becco una carrozza con l'aria condizionata. Mi siedo, aspettando che il treno parta. Sono le 18.40, quando il mezzo inizia il suo viaggio. I minuti di ritardo salgono già, e si arriva a 18. Ma non è finita qui. Dopo uno strano giro per le stazioni di Milano Villapizzone e Milano Ghisolfa, finalmente si inizia a vedere la familiare stazione di Milano Greco Pirelli, dove il treno arriva con 22 minuti di ritardo, alle 18.58. Continuiamo la corsa mantenendo un ritardo costante, fino alla stazione di Carnate-Usmate. Il treno qui sta fermo 4 minuti; il ritardo sale, ma poi ripartiamo. A poca distanza dalla stazione di Osnago il treno si ferma. L'aria condizionata si spegne e inizia così la "modalità sauna". 20 minuti in attesa, in mezzo al verde della ridente Brianza. La gente inizia ad andare in giro per le carrozze cercandone una con l'aria condizionata ma, inutile dirlo, nemmeno l'ombra. A un certo punto, una voce arriva dall'altoparlante: «Informiamo i signori viaggiatori che è occorso un guasto al locomotore e stiamo valutando l'entità del danno. Ci scusiamo per il disagio». Dopo 20 minuti, grazie alle opere di macchinista e capotreno, il treno riparte. Arriverò a Olgiate alle 19.48, dopo un viaggio durato un'ora e otto minuti, 28 in più del previsto, con 46 minuti di ritardo effettivi del treno. E mi ritengo ancora fortunato: c'è chi deve percorrere la tratta in senso inverso e avrà un ritardo previsto di 50 minuti. Sperando che il treno non venga cancellato e non si debba così ricorrere a mezzi o soluzioni alternative per raggiungere casa dopo una giornata di lavoro.
Stefano
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.