Merate: convegno con esperti al ''Villoresi'' su A.Manzoni

“Ci tenevamo particolarmente che ci fosse un momento come questo – ha detto l’assessore Giuseppina Spezzaferri aprendo i lavori – nel cartellone degli appuntamenti della kermesse. Il fatto che il nome di Manzoni si leghi alla nostra città in funzione del suo essere stato alunno del Collegio dei Somaschi ci sollecita a dare al nostro Maggio Manzoniano una caratterizzazione particolarmente attenta al mondo della scuola. Per questo, grazie ai buoni uffici del prof. Motta, siamo riusciti ad invitare tre studiosi di alta levatura per questa mattinata destinata soprattutto ai docenti. Ringrazio don Romano Crippa, rettore del Collegio che anche quest’anno ha affiancato con grande disponibilità la Biblioteca e l’Assessorato in questa rassegna”.

Emiliano Bertin, Gianliigi Daccò, Stefano Motta, Pierantonio Frare

Si è svolto ieri nella sala Mons. Colombo del Collegio Villoresi il seminario di formazione intitolato I Promessi Sposi a scuola: una sfida sempre nuova, con la partecipazione del prof. Emiliano Bertin, dell’Università Cattolica di Milano, del dott. Gianluigi Daccò, museologo e già direttore dei Musei Civici di Lecco, e del prof. Pierantonio Frare, direttore della Scuola Estiva Internazionale di Studi Manzoniani.

Bertin, ricercatore universitario e docente presso un istituto comprensivo della Brianza, ha aperto i lavori con una relazione sugli aspetti di ricchezza e di difficoltà nell’affrontare lo studio del romanzo manzoniano a scuola, cercando di valorizzarlo in un ambiente di apprendimento multiculturale, multidisciplinare, non più naturaliter cristiano, sempre più distante dalla lingua dell’Ottocento. Prendendo a spunto un celebre detto di Gregorio Magno sull’interpretazione della Bibbia (che è quasi quidam quippe est fluvius planus et altus, in quo et agnus ambulet et elephas natet) e applicandolo ai Promessi sposi, ha chiuso ricordando che anch’essi sono “come un fiume dalle acque basse e profonde, in cui un agnello può muoversi liberamente e dove un elefante può nuotare”. I Promessi sposi possono essere perciò un romanzo per tutte le età, proposti ai ragazzi persino dalle elementari perché ne apprezzino gli aspetti narrativi, e riproposto in età matura, per decifrarne le preziosità stilistiche e di valore.

Daccò ha proposto ai presenti una interessante carrellata sulla fortuna iconografica legata al personaggio di Manzoni stesso (i ritratti che lo raffigurano) e soprattutto ai personaggi del romanzo, dalle illustrazioni per la preziosa edizione del 1840 alle opere di pittori come Hayez, Molteni, Sala, Previati, Fattori, Mantegazza, De Chirico. È stata l’occasione per riflettere sull’importanza dell’immagine anche in funzione didattica e sulla geniale capacità di Manzoni come sceneggiatore e regista ante litteram nell’ideazione dell’apparato di illustrazioni che andranno a costituire quel capolavoro che è l’edizione definitiva del romanzo, uscita a dispense tra il 1840 e il 1842.

Alcune edizioni rare dei Promessi Sposi custodite nella biblioteca della scuola

Ha chiuso i lavori la lectio sul capitolo III del prof. Frare. Un’analisi meticolosa e pacata dei temi che percorrono il capitolo e che emergono attraverso una lettura non solo corsiva: la cura per le ricorrenze lessicali, per i parallelismi fonici e uno sguardo intertestuale più ampio sulle altre pagine del romanzo ha fatto riassaporare ai presenti il gusto dello studio pacato e puntuale, delle lezioni universitarie che si elevano sopra la mera analisi stilistica, e ha messo in giusto rilievo quell’ironia manzoniana astuta e ficcante che spesso è sepolta sotto i cliché dello scrittore bigotto e pedante.

Il pubblico

Ha ideato la mattinata e condotto i lavori, con lo stile cólto e sottilmente scanzonato che ormai tocca riconoscergli, Stefano Motta, che è preside del Villoresi e soprattutto studioso manzoniano di riconosciuto valore. Anche questo ha favorito un clima di complice familiarità tra i relatori e con il pubblico, per una mattinata di altissimo livello culturale ma tutt’altro che cattedratica.
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