Cernusco: Alì Ehsani porta in paese la sua lezione di coraggio grazie al progetto ''Sì, migrare…''

Dall'America all'Italia vanno di moda da tempo i corsi motivazionali, durante i quali i coach cercano di trasmettere autostima e sicurezza di sé. Per riscoprire il proprio equilibrio interiore c'è anche un'altra strada, quella degli incontri con persone che, dopo aver toccato il fondo, sono riuscite a risollevarsi essendo d'esempio per tutti. Alì Ehsani rientra in questa categoria. Non aveva ancora compiuto gli otto anni di età quando, tornando da scuola - una camminata di 50 minuti - avvertì il presentimento che fosse accaduto qualcosa a sua madre. Non si sbagliava. La sua casa in un villaggio vicino a Kabul fu bombardata come molte altre. Nessuno gli raccontò che avevano perso la vita i suoi genitori, nemmeno suo fratello Mohammed che da quel momento diventò per lui anche un padre e un amico.

«Mi dicevano che erano partiti e che sarebbero tornati dopo qualche giorno. Scoprii la verità solo il giorno dei funerali». La sua storia l'ha raccontata nel libro "Stanotte guardiamo le stelle", scritto insieme a Francesco Casolo, e l'ha presentata anche a Cernusco Lombardone giovedì 18 maggio sera presso la Sala F8 di piazza della Vittoria. È il culmine di un progetto sull'immigrazione che ha visto coinvolte particolarmente le classi 1^ D e 1^ E dell'Istituto comprensivo Antonio Bonfanti e Angelo Valagussa. La serata non ha mancato di avere un ampio riscontro di pubblico. I ragazzi si sono seduti a terra e molti adulti sono stati costretti a restare in piedi nello spazio dedicato alla mostra realizzata dai giovani stessi e dagli studenti del Centro Provinciale di Istruzione per gli Adulti con sede a Cernusco. Gli alunni delle scuole medie dopo aver letto il libro di Alì non hanno perso una parola della sua testimonianza. Non è stata solo il resoconto di una tragedia, ma anche un messaggio di speranza al di là di ogni muro e ogni pregiudizio.

Dopo la morte dei genitori, è partito con il fratello, un viaggio a piedi, legato insieme ai bagagli per non cadere o aggrappato sotto un camion. «Mohammed mi diceva: "siamo come gli uccelli liberi. Possiamo andare dove vogliamo"» È passato dal Pakistan all'Iran. «Lì ho visto Auschwitz. Mancava solo il forno». Circa 1.500 persone alla mercé dei contrabbandieri. Per qualche tempo si sono fermati in Turchia dove il fratello trovò qualche occupazione per consentire anche ad Alì di vivere. Poi Mohammed salì su un barcone, che non arrivò mai in Grecia. «Aspettavo la sua telefonata, ma mi resi conto di essere rimasto solo. Mi sentii abbandonato. Vedendo un cane al guinzaglio pensai: "Lui ha un padrone". Io invece non avevo più nessuno». Da quel momento poté contare solo su se stesso e sulle proprie forze. Fece tesoro dei consigli di suo fratello e di suo padre e quando arrivò a Roma, dopo un viaggio in mare verso l'isola di Lesbo e altri ancora fino a Venezia e poi alla capitale italiana, si mise sui libri.

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«Mio padre diceva che la cultura è l'unica cosa che non distrugge nessuno. Ora penso che gli Stati più industrializzati debbano assumersi la responsabilità di non produrre più armi, ma libri». Di giorno studiava e di sera lavorava come fattorino delle pizze, come lavapiatti e cameriere. A Roma è stato fondamentale per lui l'incontro presso la "Città dei Ragazzi" con il prof. Eraldo Affinati, che è stato ospite al Collegio Villoresi di Merate qualche mese fa.

Oggi a 27 anni con una laurea a pieni voti in Giurisprudenza e all'ultimo anno di master sulla regolamentazione dei mercati nell'Unione Europea non ha dimenticato il valore dell'umiltà, non ha perso la sensibilità verso chi dignitosamente si trova in quelle condizioni. «In futuro vorrei fare qualcosa per le persone più vulnerabili, per i bambini che non hanno il diritto di andare a scuola. Nella vita non bisogna mai mollare. Dopo la solitudine, ci dobbiamo sollevare perché i problemi non sono mai eterni. Hanno sempre una soluzione». Dalle sue complesse e turbolente esperienze di vita ha imparato come comportarsi e come non. Con il perdono, educa. Ha una parola o un gesto buoni per tutti: «Anche voi oggi fate parte della mia famiglia. Siamo tutti un'unica famiglia senza distinzione di razza». Roma è la sua casa. In Italia si trova da 13 anni, più di quanti non ne abbia passati nel suo natale Afghanistan, e da 7 è fidanzato con una ragazza italiana. Non potrà apportare all'Italia usi e costumi della sua Terra di origine, ma forse ancora più importante dei modelli di crescita personale e di vita sociale, a partire da ciò a cui si è aggrappato nei momenti più difficili: lo studio e l'onesta. «Oggi io credo di essere una risorsa per questo Paese. Spero di poter contribuire per questa bandiera».

Molte sono state le domande rivoltegli dai ragazzi e dagli adulti. Dopo ogni risposta, puntuale sono stati gli applausi. Il progetto "Sì, migrare..." curato dalle prof.sse di Lettere Chiara Corno e Cinzia Aquilino ha coinvolto i ragazzi, anche con altre attività di approfondimento e sensibilizzazione. Con la docente di arte e immagine Donatella Arosio sono stati realizzati dei quadri astratti, in cui i volti dei protagonisti del libro non sono stati riprodotti. Attraverso le sole forme e i colori i ragazzi hanno espresso i sentimenti di Alì e dei suoi compagni di viaggio. Nella mostra c'erano anche dei cartelloni riguardanti la musica e il territorio dell'Afghanistan, prodotti sotto la supervisione delle insegnanti Cristiana Torazza e Luisa Santacatterina.

Alì  Ehsani

La prof.ssa Elisa Maggioni ha invece curato la "traduzione" del libro "Stanotte guardiamo le stelle", secondo i principî della comunicazione aumentativa e alternativa. Gli studenti hanno dapprima riassunto ogni capitolo e poi associato ad ogni parola un simbolo iconografico, metodo già impiegato nella scuola potenziata di Cernusco come supporto visivo alla didattica per gli autistici e per gli stranieri che non conoscono ancora la lingua italiana. L'esposizione, che contiene anche i lavoretti in creta, sarà visitabile ancora sabato e domenica. Stamattina, venerdì 19 maggio, Alì Ehsani ha incontrato questa volta a scuola tutte le classi prime e terze dell'Istituto, che conta il 15 % circa degli alunni stranieri. Domani il giovane dottore in Giurisprudenza sarà a Milano per la marcia "Insieme Senza Muri" a favore dell'accoglienza dei migranti.
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