Cernusco: aperta la mostra di Donato Frisia jr su Sartirana

Col patrocinio del Comune di Cernusco Lombardone si è aperta sabato 6 maggio l’esposizione di Donato Frisia jr dal titolo "Sartirana, l’aria, la luce". Si tratta di oli e pastelli realizzati in periodi diversi ma relativi ad un unico tema. “Una mostra imperniata su Sartirana – ha esordito il critico d’arte Annalisa Sala - è una novità assoluta nel percorso espositivo di Donato Frisia e tuttavia ha una sua ragion d’essere, perché quando nel 1953 Donato da Milano si è trasferito a Merate - era un ragazzino e già dipingeva -, si è subito innamorato di questo luogo. Ignazio Cantù nel 1837 così lo definiva: un borgo “al labbro d’un laghetto limaccioso e malinconico”. Su questo borgo, su questo lago e sull’ambiente circostante Frisia ha posato lo sguardo innumerevoli volte”.

Alla presenza degli organizzatori del Gruppo EFFEOTTO, del Vicesindaco e di un pubblico attento e curioso, il discorso di presentazione si è articolato attorno a più aspetti. Ecco alcuni passaggi: “Che ruolo ha, nella pittura di paesaggio, lo stato d’animo del pittore? Un paesaggista desidera esprimere se stesso mentre dipinge. I quadri qui esposti hanno forza espressiva perché Frisia, mentre li dipingeva, riconosceva il proprio umore in ciò che vedeva. Si realizzava, quindi, l’incontro tra l’espressività del reale e il suo vissuto emotivo. L’emozione prevalente è la gioia, la gioia di dipingere un paesaggio che gli piace. Vibrazioni leggere, elevate guidano la sua mano, facendo nascere immagini aeree, musicali, aggraziate. Sentiamo anche quella disposizione reverente che di certo ha provato di fronte ai platani secolari o ancora ci accorgiamo della pensosità del lago; ma era lui ad essere assorto nel guardare l’acqua.

Frisia è il pittore della luce, dell’aria e dell’acqua. Quando teneva il traghetto a Imbersago si è allenato a contemplare i giochi di luce sui colori, sull’acqua. Contemplare l’acqua vuol dire smarrirsi, dissolversi, ritrovare quella dimensione di inconsistenza, di nullità che siamo e che tuttavia ci libera dalle ristrettezze del nostro io. Osservando le delicate immagini dei riflessi -  immagini mosse, sfaldate -, impariamo a riconoscere una fragilità che è nostra e alla quale il pittore dà voce, dà parola. Osservare, contemplare sono termini chiave per Donato. Eppure questi dipinti non sono solo da vedere: possiamo ascoltare il silenzio del lago oppure gli squilli dei salici protesi verso il cielo, possiamo sentire l’odore di putrido o avvertire al tatto il ruvido dell’antico platano”.
L’esposizione è visitabile nella sala mostre di Piazza della Vittoria e prosegue sabato 13 e domenica 14 maggio. Orari: 10-12    15-19.
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