Merate: Giorgio Gori per Renzi. ‘Ha sbagliato ma ora è maturo’

Un tavolo di sindaci orbitanti attorno a Giorgio Gori, atteso come il primo tra i primi cittadini, per discutere sul ruolo degli Enti locali. Ecco come si è presentata la serata organizzata dal "Comitato Lecco per Matteo Renzi", che si sta muovendo con un ciclo di incontri a sostegno dell'ex premier in vista delle primarie della prossima domenica. Difficile comprendere la scelta del tema principale, che occupa uno spazio impalpabile nella mozione Renzi-Martina.

Virginio Brivio, Giorgio Gori, Stefano Motta, Agnese Massaro, Marco Manzoni e Cristina Bartesaghi

Giorgio Gori

Difatti si è dissertato di tutto fuorché dei contenuti del testo che dovrebbe convincere i simpatizzanti del PD a votare nuovamente Renzi come segretario del PD. Il sindaco di Bergamo Gori ha accolto le sollecitazioni dei colleghi al suo fianco, intessendo un discorso incentrato più sull'attività che il precedente Governo ha svolto nei suoi 1000 giorni che non sulla funzione del partito. Ha ammesso: « Ha abbandonato il PD considerandolo il gradino su cui poggiarsi per qualcosa di superiore». E ha poi chiosato: « Ma ora ha capito. Oggi è più forte, consapevole e maturo». Ha quindi invitato tutti a sostenere l'ex sindaco di Firenze il 30 aprile, insinuando il sospetto di una deriva antisistema e dell'annientamento di una forza progressista.

Virginio Brivio

Cristina Bartesaghi

Marco Manzoni

« Conosco Renzi dal 2011 e lo voterò con piena convinzione. Se non lo avessimo avuto come premier, avremmo assistito ad un risultato simile a quello del partito socialista francese». Diversi i riferimenti alle presidenziali d'oltralpe, salutando come segnale positivo la vittoria al primo turno di Emmanuel Macron. Su assist della sindaca di Abbadia Lariana Cristina Bartesaghi, lo ha citato anche sul fronte immigrazione. « Nonostante i problemi legati al terrorismo e alla gestione delle banlieue parigine - ha sostenuto Giorgio Gori - i francesi preferiscono la via dell'integrazione proposta da Macron. È la soluzione al danno sociale e alla sicurezza pubblica che altrimenti le migrazioni creerebbero. Il contributo migratorio serve all'Italia, ma va regolamentato. Non si possono accettare gli immigrati solo per ragioni umanitarie. Sappiamo bene che non viene espulso chi non ottiene il diritto d'asilo. Bisognerebbe prevedere il permesso di lavoro».

Stefano Motta

Gli altri argomenti snocciolati sono stati legati più propriamente alle amministrazioni locali, le difficoltà in cui operano e le prospettive di cambiamento future. L'ex uomo del Biscione ha premesso che non si possa andare avanti con 8 mila Comuni. Allo stesso tempo condivide la proposta del responsabile degli Enti locali del PD Matteo Ricci, sindaco di Pesaro: le gestioni associate all'interno degli ambiti distrettuali. Secondo Gori la cooperazione deve essere resa obbligatoria, per garantire « una governance semplice e non un carrozzone burocratico». Da Bergamo a Calco non cambiano le richieste per una riforma dei dirigenti e dei segretari comunali. Il fondatore della società di produzione televisiva Magnolia ha infatti approvato le indicazioni di Stefano Motta e ha ricordato: « Il decreto sulla pubblica amministrazione prevedeva il passaggio a tempo determinato dei dirigenti. La Corte Costituzionale ha però cassato la Legge Madia in seguito al ricorso della Regione Veneto. Dobbiamo andare in quella direzione». Togliere i vincoli sul bilancio non basta. Serve anche lo sblocco delle assunzioni sul personale per rendere più efficiente la macchina amministrativa. Lo ha spiegato attraverso una similitudine col mondo animale, ancora di casa nel Partito Democratico orfano di Bersani: « Siamo come delle pecore tosate. Poi arriva l'inverno e abbiamo freddo».

Il sindaco di Merate Andrea Massironi

Come nelle ultime settimane il sindaco di Bergamo non ha perso l'occasione per incalzare sul referendum del prossimo 22 ottobre in contrapposizione con Roberto Maroni. « Il quesito referendario non parla di autonomia finanziaria, ma chiede il permesso di aprire un dialogo con lo Stato. Lo scorso 4 dicembre non siamo riusciti ad eliminare le materie concorrenti. Serve chiarezza, serve un'autonomia rafforzata in alcune materie specifiche». Il centro-sinistra non si può permettere di stare a guardare secondo Gori, che prospetta che una rete di sindaci del PD ottenga segnali importanti di apertura dal presidente del Consiglio. Per questo ha chiesto a Virginio Brivio di essere spalleggiato anche nel lecchese, muovendosi con una raccolta di firme. Per quanto riguarda la Lombardia, la giustificazione può e deve stare nel merito, nella sua capacità di gestire e ottimizzare le risorse: « Alcune Regioni sono geneticamente un po' diverse dalle altre. Dobbiamo avere degli strumenti in più». Argomenti che, come detto, esulano dalla mozione congressuale, ma che potrebbero essere utili lo stesso a far tornare il fiorentino ancora rampante.
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