Merate: Romina Gualtieri, sindaco di un comune terremotato, incontra i ragazzi e li invita ad amare la vita e avere speranza

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Chi si aspettava di trovarsi di fronte un sindaco afflitto, con una lunga lista di cose che non vanno, di j'accuse alla macchina statale e alla sua burocrazia, di richieste da avanzare ai fratelli italiani, si è trovato deluso.

Il prof. Fabio Carlini, Sergio Porta e il sindaco Romina Gualtieri


Romina Gualtieri, primo cittadino di Monsapietro Morico, comune terremotato delle Marche, ha esordito il suo intervento davanti alla platea di studenti dell'istituto Viganò di Merate, con un grande "GRAZIE". E poi, in un crescendo di passione e di emozione, lei che si è trovata a governare un paese raso al suolo, con gente che aveva perso tutto, dalla casa, al lavoro, a qualunque certezza, ha spronato i giovani alla speranza, alla voglia di fare e di costruire, a essere protagonisti e non spettatori passivi della vita.

L'incontro, inserito tra le iniziative promosse dalla Pro Loco di Robbiate, fautrice con il suo presidente Sergio Porta della consegna di 30 lavatrici ad altrettante realtà terremotate (asili, famiglie, protezione civile,...), è stato un momento per sensibilizzare gli studenti alla solidarietà fattiva, quella che lungi dagli slogan e dai proclami si concretizza in gesti, segni, aiuti.

Il sindaco Romina Gualtieri

Avvocato, da 8 anni alla guida del comune di Monsapietro Morico, 700 abitanti e ora più detriti che case, la dottoressa Romina Gualtieri ha raccontato delle tre scosse che hanno messo in ginocchio la "sua" gente, che hanno rasato al suolo interi edifici, che hanno spezzato vite ma, al tempo stesso, hanno ricucito fratture, quelle umane sedimentate da anni di liti famigliari o contrasti tra vicini. Perchè il terremoto, se da una parte ha azzerato chiese, scuole, industrie, dall'altro ha saputo tirar fuori il meglio delle persone, le ha unite e rese più solidali, più comprensive e umane rispetto alla sofferenza, al dolore e alla povertà altrui. Tutti sono dovuti ripartire da zero. Ed è stata proprio questa "uguaglianza" che ha dato la forza di rialzarsi.

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"Non siamo degli eroi" ha spiegato con il sorriso sulle labbra e un'espressione di quelle che solo a uno sguardo ti infondono l'orgoglio di essere italiano "io come gli altri miei colleghi sindaci o come Falcone e Borsellino e la loro scorta (cui è intitolata l'aula magna di Via dei Lodovichi e un parco giochi a Monsapietro Morico, ndr) siamo persone che si sono messe a servizio della cittadinanza e il cui compito è mettersi in gioco per risolvere i problemi della comunità. Non dobbiamo indietreggiare di fronte a nulla e lo dico a voi ragazzi: siamo stati provati nella psiche e nella tempra con questo terremoto ma siamo andati avanti e così dovete fare anche voi. Non amate la vita facile, il tutto subito; amate invece responsabilmente il vostro dovere quotidiano e perseguitelo con forza e determinatezza. Seguite i vostri sogni e coltivateli nel massimo rispetto degli altri. L'ottimismo è vuoto, ha detto Papa Francesco quando ci ha ricevuto dopo il sisma, ma la speranza invece ha sostanza. Ecco abbiate sempre speranza, non perdetela mai e regalatela agli altri".

E se a dirlo è un sindaco di un paese di cui non sono rimaste altro che pietre...c'è da crederci.
Saba Viscardi

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