Agnello a Pasqua? Rispondono gli 'esperti'. Il coro è unanime: i consumi sono calati

C'è chi lancia un campanello d'allarme e chi, invece, tira un sospiro di sollievo. La Camera di Commercio la definisce "la disfida dell'agnello", in Italia il dibattito morale tra chi è pro e chi contro l'imbandire le tavole di costolette d'agnello il giorno di Pasqua fermenta e intanto i dati raccolti dagli esperti sul commercio italiano della carne di agnello evidenziano una brusca frenata dell'import e un leggero aumento dell'export che comunque perde più di un milione di euro di valore. Sembrerebbe, dunque, che chi considera ingiusto cibarsi di questa varietà animale stia cominciando ad ottenere qualche risultato, ed è così anche nel Meratese.

Marco Mapelli

A confermarlo e dire la loro sono i macellai "di casa nostra" come Marco Mapelli, titolare del ristorante "Al Bosco" di Arlate e fino a poco tempo fa anche macellaio con negozio a Casatenovo e macello a Castello Brianza. "E' diminuito tutto, non solo l'agnello, anche la carne di manzo - ha commentato - Ancora non ho dei dati ufficiali, ma è possibile che ci siano stati almeno due milioni di agnelli uccisi in Italia quest'anno, probabilmente meno rispetto agli anni passati. Credo che non sia un fenomeno di questa Pasqua, ma semplicemente conta il fatto che non è più come una volta, quando l'agnello si mangiava solo nelle feste. Ora questa carne si trova nelle macellerie o nei supermercati tutto l'anno, e le persone hanno incominciato a mangiarla di più. E' carne che arriva anche dall'estero, soprattutto dall'Est Europa, Ungheria, Polonia. Si tratta di prodotti dalla qualità elevata, per quanto si possa credere, anche se io preferisco ancora prenderli dai pastori italiani". Negli ultimi anni, Mapelli ha dimostrato in diverse occasioni di essere un fervente difensore della "cultura carnivora", come la volta che era stato invitato come ospite alla trasmissione radiofonica La Zanzara portando con sé un agnellino (vivo), raccontando al presentatore Cruciani e agli ascoltatori della fine che avrebbe fatto il cucciolo animale. "Cruciani lo sento ogni tre, quattro giorni - ha spiegato Mapelli - Oggi gli ho mandato la foto di due carcasse che preparato per Pasqua. E' possibile che i vegani abbiano influito in questa frenata di cui parlano gli esperti, ma di certo non possono indurre tutti a non mangiare la carne. Il mio consiglio è di non rinunciare alla carne, mangiandola quanto basta".


Intanto, la Camera di Commercio di Monza ha diramato nelle ultime ore un comunicato dove spiega in che modo stia avvenendo questa frenata nel consumo di carne ovina. "Le importazioni in Italia di carcasse o mezzene di agnello, fresche o congelate, subiscono tra 2016 e 2015 una frenata del -10,7%. Il valore complessivo delle merci importate è pari a più di 57 milioni di euro, 650 tonnellate di carne in meno rispetto ad un anno fa. Sulle tavole degli italiani che non rinunciano alla tradizione, gli agnelli arrivano da Spagna, Grecia, Romania e Regno Unito. In termini economici si tratta di 15,9 milioni di euro di carne d'agnello importata dalla Spagna, 10,3 milioni di euro dalla Grecia, oltre 8,6 milioni di euro dalla Romania e 8,5 milioni di Euro dal Regno Unito. Anche il valore economico delle esportazioni diminuisce in un anno del -1,2%, ma aumentano i quantitativi esportati (+7%). I principali Paesi dove arrivano carni di agnello italiane sono Spagna, Portogallo e Francia".

La macelleria di Robbiate


Un discorso a parte va fatto per chi commercia la carne Halal, macellata nel rispetto delle tradizioni mussulmane, quindi consumata soprattutto da altre etnie anche se sembra stia prendendo piede anche tra gli italiani. "I nostri clienti hanno esigenze diverse, solitamente sono persone che consumano molta carne - ha raccontato uno dei titolari della
Giovannia Casiraghi
Macelleria Halal di via Indipendenza a Robbiate - In generale, non possiamo dire che solamente da quest'anno la vendita dell'agnello sia calata, per quanto ci riguarda dovremmo considerare l'ultimo decennio. La differenza si vede da almeno sei, sette anni a questa parte. Prima del 2010 si vendeva molto di più". Altro storico macellaio meratese che conferma ci sia stato, quest'anno, un calo nella vendita di carne ovina è Giovanni Casiraghi, storico titolare dell'alimentare di via Cerri a Novate. "C'è stata una diminuzione, sì, quest'anno abbiamo venduto meno - ha raccontato e concluso con una battuta - Sarà stata colpa di Berlusconi, che si è schierato in difesa degli agnellini".
A.S.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.