Il progetto si chiama “Green Jobs” e vede coinvolti, da diversi anni, gli studenti di alcune classi del liceo Agnesi di Merate, indirizzo Scienze applicate.
Dopo la fase teorica e di apprendimento i ragazzi sono passati a quella pratica, con l'avvio di una start up innovativa nel campo delle economie “verdi” con fonti rinnovabili.
E hanno messo in campo un'idea davvero geniale, come direbbe Archimede Pitagorico.
Utilizzando infatti le lampadine bruciate o comunque rotte e delle piantine grasse, ne hanno ricavato dei graziosi vasetti in vetro, colmi di sabbia e terra, così da non far appannare la copertura trasparente, e le hanno rese fluo. Le Fluo Plant appunto. Grazie all'aiuto di un esperto ambientale della società InVento, che con la fondazione Cariplo ha sostenuto questo progetto, e forti delle nozioni apprese sui banchi di scuola, hanno fatto sì che di giorno la loro “invenzione” catturasse i pigmenti dalla luce e la notte li rilasciasse, illuminando per qualche ora la lampadina.
Per arrivare al risultato, proprio come in una vera impresa, i ragazzi si sono suddivisi i compiti e i ruoli individuando le figure tradizionali: amministratore delegato, manager degli affari generali, responsabile dell'ufficio vendite-marketing-area acquisti, addetto alla comunicazione. Sia durante le ore di lezione (in particolar modo grazie alla disponibilità e alla passione profuse dalla prof. Linda Gatti) che in ore extrascolastiche, gli studenti si sono dati da fare per lavorare su ogni aspetto del progetto, da quello organizzativo a quello più banale del reperimento del materiale fino al suo lancio sul mercato.
Agganciata a un'asta in ferro, ancorata a sua volta su una base di legno compensato, la Fluo Plant potrà essere tra i prodotti vagliati dalla giuria del concorso regionale incaricato di premiare le migliori start up avviate.
Ma già fin d'ora rappresenta un grande successo.
