Robbiate: il racconto da Londra di Mattia Airoldi che vive a 200 m. da Westminster
Una capitale paralizzata al traffico veicolare nei quartieri attorno a Westminster e presidiata da forze dell'ordine. E' la surreale atmosfera che si vive a Londra nelle ore che hanno seguito il clamoroso attacco, avvenuto a dodici anni di distanza dell'attentato dei kamikaze islamici nella metrò della città.
Poco prima delle 14.30 di ieri, mercoledì 22 marzo, un uomo a bordo di un'automobile ha investito alcuni passanti che in quel momento transitavano sul ponte di Westminster, sul quale si affaccia il Big Ben, la nota torre dell'orologio che sovrasta la sede del Parlamento Britannico. Il bilancio finale, poco prima della mezzanotte, parlava di una quarantina di feriti e cinque vittime: l'assalitore, schiantatosi poi contro la cancellata che circonda il Parlamento, l'agente ferito a morte dall'attentatore con un coltello nel cortile del palazzo e tre persone che passeggiavano sul ponte.
Mattia Airoldi, robbiatese trapiantato nella City da diversi anni, ci ha brevemente raccontato come sta vivendo la città in queste ore. "Le metropolitane sono in funzione tranquillamente, ma l'area attorno al luogo dell'incidente è completamente interdetta al traffico veicolare". Il giovane, che risiede in Westminster Bridge Road, a soli 200 metri dal luogo dell'accaduto, questo pomeriggio si trovava nello studio di architettura dove lavora e ha appreso la notizia dai colleghi e da internet. "Ho seguito per l'intero pomeriggio la diretta della BBC per tenermi aggiornato sulla situazione. Questa sera, però, rientrando a casa si respirava un clima insolito, una sorta di falsa quiete" ha commentato il giovane.
La frenetica città inglese sta vivendo momenti di palpabile tensione. Lo testimonia la massiccia presenza, per le strade, di forze militari che stanno ininterrottamente presidiando l'area attorno al quartiere. Non traspare agitazione dalle parole dell'architetto, quanto un'inevitabile preoccupazione: "Se penso che proprio ieri sera ho attraversato il ponte a piedi, come spesso succede, per tornare a casa, mi viene senz'altro un pò da pensare".
Ecco come si presentava nella tarda serata di ieri Westminster Bridge Road, dove vive Mattia
Poco prima delle 14.30 di ieri, mercoledì 22 marzo, un uomo a bordo di un'automobile ha investito alcuni passanti che in quel momento transitavano sul ponte di Westminster, sul quale si affaccia il Big Ben, la nota torre dell'orologio che sovrasta la sede del Parlamento Britannico. Il bilancio finale, poco prima della mezzanotte, parlava di una quarantina di feriti e cinque vittime: l'assalitore, schiantatosi poi contro la cancellata che circonda il Parlamento, l'agente ferito a morte dall'attentatore con un coltello nel cortile del palazzo e tre persone che passeggiavano sul ponte.
Mattia
Mattia Airoldi, robbiatese trapiantato nella City da diversi anni, ci ha brevemente raccontato come sta vivendo la città in queste ore. "Le metropolitane sono in funzione tranquillamente, ma l'area attorno al luogo dell'incidente è completamente interdetta al traffico veicolare". Il giovane, che risiede in Westminster Bridge Road, a soli 200 metri dal luogo dell'accaduto, questo pomeriggio si trovava nello studio di architettura dove lavora e ha appreso la notizia dai colleghi e da internet. "Ho seguito per l'intero pomeriggio la diretta della BBC per tenermi aggiornato sulla situazione. Questa sera, però, rientrando a casa si respirava un clima insolito, una sorta di falsa quiete" ha commentato il giovane.
Le prime immagini della diretta della BBC
La frenetica città inglese sta vivendo momenti di palpabile tensione. Lo testimonia la massiccia presenza, per le strade, di forze militari che stanno ininterrottamente presidiando l'area attorno al quartiere. Non traspare agitazione dalle parole dell'architetto, quanto un'inevitabile preoccupazione: "Se penso che proprio ieri sera ho attraversato il ponte a piedi, come spesso succede, per tornare a casa, mi viene senz'altro un pò da pensare".
M.Mau.