Osnago: la potatura degli alberi da frutta. In cattedra l'esperto Temistocle Mutinelli


Proseguono gli incontri sulla potatura degli alberi al circolo Arci La Lo.Co. di Osnago. Quello del 6 febbraio - così come quelli che ci saranno successivamente - è stato curato dal tree climber osnaghese Temistocle Mutinelli. Da trent'anni nel settore (dopo aver studiato all'istituto agrario di Cologno), non si è limitato a lavorare in Brianza. Ha svolto l'attività di frutticoltore nella pianura padana, e nel proprio bagaglio si porta le esperienze maturate anche in Svizzera, Francia, Austria, Germania e Slovenia.

Marco Molgora e Temistocle Mutinelli


Attualmente è un giardiniere libero professionista e si serve di qualche collaboratore per il tree climbing, l'attività di potatura degli alberi più alti mentre si è agganciati e sospesi nel vuoto mediante un sistema di funi. Ora per il corso ideato da Marco Molgora, partecipa in veste di insegnante per trasmettere le principali nozioni teoriche. Molti infatti erano i quaderni aperti per appuntare qualche piccolo segreto da pollice verde per le piante da frutto. La potatura non può essere identica per tutte le specie. Ognuna deve essere curata adeguatamente. Dipende per esempio se è più o meno vigorosa geneticamente. «Bisogna starci dietro con pazienza - ha premesso Mutinelli - e servono più stagioni per acquisire la giusta esperienza, anche perché ogni stagione è diversa dall'altra. Le piante hanno i loro tempi». Specialmente se il metodo impiegato è rigorosamente biologico. Non è detto che le scorciatoie alternative portino a raccolte migliori, di questo ne è piuttosto convinto. Lui applica sistemi naturali sia per concimare il terreno rendendolo più fertile (ha assicurato per l'humus di lombrico per esempio) sia per contrastare le infezioni. Ha consigliato di impregnare il legno con il verderame e l'olio di lino cotto subito dopo la potatura invernale, ma per la prevenzione può andare bene anche il sale d'ammonio quaternario o la candeggina. Ma già la potatura in sé può evitare che il livello di umidità sia funzionale alla propagazione di infezioni fungine. Gli scopi di una buona potatura sono molteplici. Come ha spiegato Temistocle Mutinelli, serve per ottenere una produzione regolare, per stabilire un equilibrio vegetativo, per il risanamento della chioma o per il mantenimento della forma d'allevamento. Infine con alcuni tagli può anticipare l'entrata in produzione. Comunemente si pensa che la potatura consista solo nel taglio, ma Mutinelli ha specificato che rientrano in essa anche altre operazioni come la curvatura dei rami, la divaricazione e il diradamento dei frutti. Ha specificato: «La torsione è un trauma, ma serve per far perdere vigore alla pianta».

Il periodo migliore per effettuarla va dalla caduta delle foglie a prima della fioritura. In questo lasso di tempo si può però distinguere tra potatura invernale (o secca) «quando si riescono a notare tutti i difetti e quando ci sono meno parassiti per via del clima più freddo e secco» e potatura estiva (o verde) «per far entrare la luce e far maturare la frutta, ma - ha avvertito l'esperto - bisogna sempre lasciare un po' di foglie, considerando il fatto che le piante ottengono il 90 per cento dell'energia dalla fotosintesi clorofilliana». In base al taglio ha classificato la potatura in corta o lunga, povera o ricca, e mista (considerando le combinazioni).


Il taglio può essere di vari tipi. C'è il taglio di ritorno, il taglio del caporale (il nome deriva dall'incisione che ricorda la mostrina indicante il grado militare) e il diradamento dei rami a frutto. Poi parlando del cambiamento climatico Mutinelli ha ricordato: «Con un clima instabile è difficile fare agricoltura. Il pesco e l'albicocco sono drasticamente diminuiti, anche perché con l'innalzamento medio delle temperature sono arrivati insetti che infestano le piante da zone climatiche più calde».

 

Fra l'altro ha indicato questi due alberi tra quelli più difficili da gestire, insieme al melo e al pero. Il più semplice in assoluto è il melograno, dove basta svestirlo. Anche il mandorlo non è complicato e il caco non si ammala mai, anche se i calabroni vanno ghiotti dei suoi frutti. Ha infine consigliato di piantare le varianti autoctone, quelle più antiche, perché sono quelle che meglio si adattano al territorio. Da consumatore ha fatto presente che i Gruppi di Acquisto Solidale acquistano questo genere di prodotti biologici. Un GAS è proprio presente al circolo La Lo.Co. di Osnago e durante il pranzo conclusivo del corso, il 19 febbraio, verranno serviti i piatti preparati dalla cucina "Sapore Critico" del circolo stesso. Ci saranno anche i formaggini provenienti da Cascina Bagaggera per sostenere l'azienda recentemente colpita da un incendio.

Per scoprire cosa è stato proposto nel primo incontro di lunedì 30 gennaio a cura del prof. Cesare Della Pietà clicca il seguente link.
M.P.
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