Merate: con ''La Semina'' esperti a confronto sulle possibilità di vita extraterrestre

Si è tenuta nella serata di giovedì 19 gennaio presso l'aula magna degli istituti Viganò e Agnesi la conferenza dal titolo "Un Mondo di Mondi", promossa dall'associazione culturale "La semina", che ha avuto come relatori il filosofo prof. Giulio Giorello e il fisico prof. Elio Sindoni, coordinati da Stefano Covino, astrofisico membro del comitato direttivo dell'associazione.
L'evento si è aperto con una riflessione, ad opera del prof. Giorello, in merito a uno dei primi autori ad occuparsi della presenza di forme di vita extraterrestri: il celebre poeta marchigiano Giacomo Leopardi.

Giulio Giorello, Stefano Covino ed Elio Sindoni

«Egli scrisse "La storia dell'astronomia", interpellandosi se effettivamente esistesse qualcosa al di fuori della Terra
- ha esordito il filosofo - e anche in altre opere, come nelle "Operette morali" torna a parlare del tema. Nella fattispecie, contenuto nella raccolta, si trova Il Copernico, che rappresenta un dialogo fra Copernico e il Sole in merito alla pubblicazione del libro esplicante la teoria dell'eliocentrismo. Già in questo brano troviamo la volontà di voler scoprire qualcosa in merito alla vita al di fuori della Terra. Altri autori, come ad esempio Wells nel romanzo La guerra dei mondi, ipotizzano la presenza di vite extraterrestri: osservando le esplosioni che normalmente avvengono su Marte, e che la scienza ha classificato come naturali, egli ipotizzava la pianificazione di attacchi alieni verso il nostro pianeta».

La parola è poi passata a Stefano Covino, che ha suggerito uno spunto per la riflessione del prof. Sindoni. «Esistono migliaia di miliardi di pianeti. Dal 1992, quando ero dottorando, a oggi se ne sono scoperti circa tremila, e il numero aumenta ogni giorno. Come facciamo a sapere se esiste davvero la vita?» Il professore ha esordito rimarcando il ruolo che la ricerca ha in tal senso. «La vita può esserci, e le ricerche devono proseguire. Va però detto che la vita sulla Terra è stata favorita da numerosi fattori. Primo fra tutti la posizione in cui si trova rispetto alla sua stella madre, il Sole: è nella cosiddetta zona di vivibilità; ciò significa che l'acqua né evapora, perché troppo alta la temperatura, né ghiaccia, perché bassa. Anche la Luna, inoltre, permette la vita, in quanto regola il movimento del pianeta permettendo l'alternarsi delle stagioni. In ogni sistema stellare, inoltre, esiste un pianeta che "fa da spazzino", raccogliendo tutti i meteoriti che altrimenti renderebbero impossibile la vita: nel nostro caso è Giove».

Elio Sindoni e Stefano Covino

Il fisico ha poi spiegato come sia importante non smettere di cercare, e come grazie ad alcune ricerche proprio in ambito astronomico si siano ottenuti risultati molto importanti dal punto di vista di oggetti di uso comune. «Molti di questi, come alcuni computer e, addirittura il velcro, sono nati da progetti di ricerca scientifica. Ecco perché non bisogna mai porre fine ad essa». I due relatori hanno poi esposto un loro pensiero in merito alla celebre frase di Enrico Fermi «Se l'universo brulica di alieni... dove sono tutti quanti?».

Il prof. Giorello ha esordito dicendo che prima o poi essi si faranno vivi: bisogna solo capire come fare per comprenderli. «Una risposta in tal senso arriva dalla matematica. Molti scrittori affermano che questa, la fisica e l'astronomia siano delle materie che permettano la comprensione reciproca con forme di vita extraterrestri dotati di un'intelligenza propria. Si può dire che la provocazione di Fermi sia un paradosso che inviti a cercare ancor di più».

I tre relatori

Dal canto suo il prof. Sindoni, pur essendo d'accordo con Giorello, ha affermato che «è sostanzialmente impossibile che esistano forme di vita intelligenti oltre a noi, ma può essere che siano esistite. L'universo ha circa tredici miliardi di anni, e la Terra "solamente" quattro miliardi e mezzo: ciò vuol dire che forme di vita intelligenti possono essere esistite, anche se la probabilità è davvero nulla. Ciò però, torno a ripetere, non significa che non sia necessario continuare a cercare: è nella natura dell'uomo ed è fondamentale continuare a farlo».
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Dopo un lungo applauso da parte del numeroso pubblico intervenuto, la serata si è conclusa con alcune domande poste dai presenti. L'associazione ha inoltre ricordato il successivo appuntamento, fissato per venerdì 27 gennaio: una conferenza, sempre presso l'Istituto alle ore 21:00, dal titolo "Perché sapere ci rende liberi", a cura dello scienziato Edoardo Boncinelli.
S.R.
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