Lomagna: una serata alla scoperta del Marocco con racconti, sapori, tradizioni per conoscere e scoprire un paese...vicino

Un appassionante viaggio tra storia, cultura e tradizione alla scoperta di un meraviglioso paese dell'Africa settentrionale: il Marocco. È stata questa la prima tappa della rassegna "Un pezzo di me, un pezzo di noi", svoltasi sabato 26 novembre presso la palestra dell'oratorio di Lomagna, organizzata dall'Amministrazione Comunale in collaborazione con la Parrocchia SS. Pietro e Paolo e con varie associazioni locali, volta a compiere un vero e proprio percorso alla scoperta di paesi di cui, a volte, si conosce davvero troppo poco.


"Questo ciclo di incontri vuole avere lo scopo di far conoscere al paese le varie culture ed etnie che abitano Lomagna - ha commentato Cristina Citterio, capogruppo della maggioranza consigliare - Stasera andiamo a presentare il Marocco, ed è solo l'inizio di un percorso che ci porterà a scoprire, attraverso diversi eventi, vari paesi che si conoscono poco. Questo è stato possibile grazie a un tavolo, promosso dal Comune, fra le associazioni del paese, che collaborano alla buona riuscita del progetto.". Progetto che, come ha sottolineato la Citterio stessa, ha lo scopo di venire incontro l'uno con l'altro, per conoscersi e aiutarsi reciprocamente, mettendosi in viaggio e lasciandosi scoprire. Dopo i saluti introduttivi del parroco Don Lorenzo Radaelli e del sindaco Stefano Fumagalli, la parola è passata a Jamila Abouri, assessore alle politiche sociali del Comune di Bernareggio e referente dell'Associazione "Mondo a Colori", che ha coordinato le ragazze che hanno tenuto la serata. "Questa manifestazione non sarà sicuramente esaustiva in merito al nostro paese - ha commentato - vuole solo essere una pennellata di colore, per far conoscere a tutti alcuni elementi della nostra cultura che generalmente non si conoscono".

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E da qui è iniziato un vero e proprio viaggio, seppur virtuale, alla scoperta del paese. "Il Marocco ha una geografia molto ricca - ha esordito Oumaima, cittadina lomagnese coinvolta nell'organizzazione - è attraversato da diversi climi, e ha anche due catene montuose, tra cui la catena dell'Atlante, la più famosa: a qualcuno potrà sembrare strano, ma anche in Marocco nevica! E' una Monarchia parlamentare, esistono quindi un Re e un Capo del Governo, la sua popolazione è triplicata dal 1956, anno dell'ottenimento dell'indipendenza dalla Francia, ad oggi, passando da 12 a 34 milioni di abitanti". È quindi un paese in continua espansione, anche economica: basta pensare che il PIL marocchino è cresciuto di quasi dieci punti dal 2000 al 2010. Il Marocco sta puntando molto, inoltre, sul comparto energetico: è la nazione che possiede il più grande impianto eolico di tutta l'Africa e che punta, entro il 2020, ad avere il 42% dell'energia necessaria prodotta da fonti rinnovabili. E, a questo punto, una domanda è lecita: perché l'emigrazione? "Va comunque preso in considerazione il fatto che si tratta di una crescita avuta negli ultimi anni, le ondate di immigrazione verso l'Europa sono avvenute prima. - ha commentato Jamila - Attualmente il Marocco è anche un punto di arrivo per gli abitanti dell'Africa sub-sahariana, che cercano di arrivare in Europa, cosa che ormai sappiamo essere molto difficile. Ciò ha quindi costretto il Governo, circa due anni fa, a legiferare in merito alla permanenza a lungo termine nel Paese.".


Si è poi passati, grazie al contributo di Sobrin, un'altra cittadina lomagnese, all'illustrazione di alcune tradizioni marocchine, prima fra tutte quella dell'Argan, un albero da cui si estrae un olio. "Questo albero, che cresce solamente nel sud del Marocco, rappresenta una fonte di reddito per numerose donne, in quanto dai suoi frutti si può estrarre domesticamente l'olio, che poi è rivenduto.". Numerose anche le tradizioni religiose, che non coinvolgono solamente l'Islam, religione ufficiale del paese, ma anche le altre religioni, come ad esempio la religione Cattolica e quella Ebraica. "Il Ramadan è molto importante per noi musulmani, poiché la persona si avvicina di più a Dio ed è a stretto contatto con il suo corpo e la sua anima - ha commentato Oumaima - in Marocco, quando è periodo di Ramadan, i ritmi della vita quotidiana cambiano. Può capitare in qualsiasi stagione, generalmente la giornata inizia verso le tre o le quattro di mattina, quando ci si sveglia per mangiare e bere tutti assieme. Si cucinano molti piatti tipici, come l'Harira, una zuppa a base di ceci, il Cous cous, il Msmenn, una specie di pane e il conosciutissimo Tajin, pentola di ceramica utilizzata per servire la carne cucinata con le verdure. In Marocco si mangia e si beve tutti dallo stesso piatto e dallo stesso bicchiere, e la bevanda più diffusa è il tè alla menta".

Cristina Citterio, Sobrin, Oumaima e Jamila Abouri


E proprio con il tè alla menta e i dolci tipici è stata allietata la serata, portato dagli uomini alla platea, intervenuta numerosissima alla serata. Dopo questo dolce intermezzo è stata fatta una panoramica sulle città marocchine più famose: da Tangeri, città del nord che unisce l'Oceano Atlantico e il Mar Mediterraneo, passando per Fès, città imperiale a cui si devono le origini del Marocco, Rabat, la capitale, custode di numerose opere sia classiche che moderne, Casablanca, la città più grande del Marocco, arrivando infine a Marrakech, città turistica per eccellenza che nel 2015 ha accolto ben dieci milioni di turisti. Curioso poi, l'excursus fatto sul matrimonio tipico marocchino, che avviene in più giorni.

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"Durante il primo giorno - ha spiegato Oumaima - la sposa è vestita di verde e viene decorata con l'Hennè marocchino. Segue poi il vero e proprio giorno del matrimonio, che viene celebrato in una sala decorata con oggetti dell'artigianato locale. Si percepisce, in questi giorni, il vero senso dell'amicizia, anche coi vicini di casa, che si possono considerare parenti a tutti gli effetti". È stato poi sfatato un luogo comune in merito al Velo che, come spiegato da Sobrin e Oumaima, ha un significato ben preciso: "Ha lo scopo di proteggere la donna e la sua bellezza, che deve essere concessa solo al proprio uomo. Non è solamente un capo di abbigliamento, il velo è un insieme di regole e comportamenti che vanno messi in atto". La serata è poi proseguita con la distribuzione di tè alla menta e con la possibilità di provare a indossare il velo, con l'aiuto di Sobrin e Oumaima. Solo l'inizio, quindi, di questa rassegna, che si propone di arricchire culturalmente e non solo la popolazione lomagnese.

Stefano Riva
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