Montevecchia: lo scrittore Mario Moiraghi racconta gli enigmi sull'origine del paese


Si è svolto nella serata di giovedì 17 novembre il terzo incontro del ciclo "Montevecchia del Mistero", ciclo di incontri culturali di storia locale promosso dall'associazione ProMontevecchia. Dopo l'introduzione di Claudio Vigolo, moderatore della serata, e di Enzo Di Gregorio, già relatore dei precedenti incontri, la parola è passata a Mario Moiraghi, scrittore e medievalista appassionato della storia locale.

Claudio Vigolo, Mario Moiraghi ed Enzo di Gregorio


"Questa sera - ha esordito Moiraghi - non parliamo di misteri, ma di enigmi. Un mistero è qualcosa di insondabile, mentre l'enigma si può arrivare a risolvere tramite un ragionamento logico. Partiremo quindi dal valutare l'origine del nome Montevecchia, per poi arrivare a fare alcune ipotesi sulle popolazioni che ci hanno preceduto sulla collina". Lo scrittore ha poi proseguito spiegando come si è arrivati a formulare diverse teorie sull'origine del nome Montevecchia. "La storia si basa sostanzialmente su quattro fonti principali, che si distinguono in documentarie, reperti, toponomastica e antropologica. Si è partiti da un documento, scritto nel 1217 da Goffredo da Bussero, nel quale si affermava che in Montaegia c'è la chiesa di San Giovanni Battista".


L'origine del nome, quindi, potrebbe essere duplice: analizzando la cartografia dell'epoca, anche se veramente limitata e spannometrica, non si trova traccia di Montevecchia, pur trovando paesi limitrofi come Brivio, Missaglia, Arlate e Perego solo per citarne alcuni. "Le carte geografiche non mostrano nulla. Si può quindi arrivare a pensare a due ipotesi: la prima che il nome Montevecchia derivi da Mons Tavegia, ovvero Monte dei Taveggia, famiglia insediatasi a Cologno Monzese ai tempi di Sant'Ambrogio. La seconda è che possa derivare da Mons Taeda, ovvero Monte Fiaccola".


Lo storico è poi passato all'analisi di alcune caratteristiche del territorio locale che fanno pensare al passaggio dei Templari e degli Etruschi da Montevecchia. "I templari sono nati, nel 1098, come corpo di protezione dei pellegrini. Si narra che in Terra Santa ve ne fossero circa diecimila, i quali andavano finanziati con fondi provenienti dall'Italia, che era invasa dagli insediamenti templari. Nella nostra zona ve ne sono molti, come l'Abbazia di Piona, l'oratorio di San Giovanni a Varenna, la chiesa di Santa Maria sopra Olcio e la chiesa di San Vittore a Segrate solo per citarne alcuni. Non mi meraviglierebbe affatto che anche l'attuale Santuario, ovvero l'antica chiesa di San Giovanni Battista, sia stata anch'essa un insediamento templare."


Si sono poi analizzate varie tracce, raccolte a Montevecchia e nella zona di Lecco, che fanno del tutto pensare alla presenza degli Etruschi nel territorio brianzolo. "Esistono quattro elementi che, se trovati, possono quasi certamente essere ricondotti al popolo etrusco: il vino, l'olio, il ferro e l'idraulica. A Premana vi sono delle miniere di ferro, che poi veniva portato ai Piani Resinelli per poter essere trattato ad alte temperature, mediante forni costruiti in modo tale da convogliarvi tutti i venti, per alimentare il fuoco. Questo rappresenta dunque una prova quasi certa del passaggio degli Etruschi nella provincia. Avvicinandoci a Montevecchia, poi, troviamo segni ancora più tangibili della loro presenza, come opere idrauliche di scolo presenti in collina. Anche la produzione di olio e vino è tipica di questo popolo, produzione che quasi certamente è avvenuta in queste zone e che ancora prosegue. Molti paesi della zona, inoltre, posseggono nomi in qualche modo riconducibili a termini etruschi, come ad esempio Colzano, che si può dire derivato da Culsans, una loro divinità: il passaggio degli etruschi in queste zone, quindi, appare quasi certo.".


Diversi enigmi, dunque, sono stati "svelati" durante la serata, che hanno dato un quadro più chiaro della storia di Montevecchia. L'ultimo incontro del ciclo "Montevecchia del Mistero" è fissato per giovedì 24 novembre alle ore 21:00, durante il quale Giovanni Zardoni illustrerà l'attività mineraria che si svolgeva a Montevecchia.

Stefano Riva

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