''Montevecchia del mistero'': il secondo incontro del ciclo, alla scoperta delle origini romane

Si è svolta presso la casetta di via del Fontanile la seconda serata della rassegna "Montevecchia del mistero"; questa volta si è parlato delle probabili origini romane del paese grazie all'esperienza maturata dal relatore, l'architetto Enzo di Gregorio.

L'architetto Enzo Di Gregorio

Gli organizzatori della serata, la ProMontevecchia - prossima al suo "primo compleanno"-, ringraziando tutti i presenti per la partecipazione hanno così ricordato: "è possibile ancora iscriversi come soci e partecipare alla prossima cena sociale del 30 novembre. Al termine della serata potete inoltre lasciare delle donazioni; questi eventi sono gratuiti perchè la diffusione culturale è importante e fa parte del nostro dna, tuttavia abbiamo sempre bisogno di aiuto".

Successivamente la parola è passata al relatore che ha illustrato brevemente alcune date rilevanti che hanno interessato le zone dal periodo pre-romano fino all'occupazione longobarda.

"I romani" ha spiegato l'arch. Di Gregorio, "hanno occupato la zona dal 42 a.C., ovvero da quando i coloni al di sopra del Po diventarono cittadini romani grazie alla Lex Iulia De Civitate, fino al 476 d.C., anno in cui Odoacre, re dei Barbari, depose Romolo Augustolo, ultimo imperatore dell'impero romano d'occidente. In quel periodo i Romani hanno investito enormemente nel territorio delle colonie, costruendo strade, ponti ed accampamenti. Prima della popolazione romana, qui si trovavano gli Insubri, una popolazione gallica, che ha reso difficile ai latini la conquista del territorio. Come nota di "gossip" interessante, vi racconto come i romani riuscirono a conquistare le zone: hanno trasferito a Como una popolazione composta da circa 3000 Greci. La differenza tra le belle donne greche e quelle selvatiche degli Insubri era molto evidente, così riuscirono a "conquistare" il territorio senza alcuna guerra". Poi il relatore ha proseguito concentrandosi sulla zona attualmente occupata dal Santuario: secondo gli studi, al suo posto vi era una roccaforte costruita dai romani, sulla quale ora si erge la chiesa.

Infatti proprio per la sua altezza Montevecchia era una zona strategica per comunicare con le vicine città: da questa sua funzione deriverebbe proprio il nome, essendo il "Mons Vetus", ovvero il "Monte delle Vedette". Non a caso, secondo l'architetto, a Cernusco vi era un accampamento con la maggior parte delle truppe. La serata è proseguita con l'analisi di molte altre curiosità, sollevate dai ritrovamenti di Di Gregorio che, armato di pazienza e molta tenacia, ha esplorato per anni le zone, consultando anche archivi storici di Stato e Chiesa: tra i suoi ritrovamenti risultano diverse strade, una fornace romana, un canale di scolo, diverse cave e una villa romana. Al termine della serata il relatore ha voluto poi lasciare una sua ipotesi: Montevecchia non è stata solo una base romana, è stata anche occupata dagli Etruschi che si recavano sulle Alpi per procurarsi il ferro; infatti secondo le sue ricerche, nelle zone limitrofe si nasconderebbero diverse necropoli etrusche.


Prima di congedare i presenti, la ProMontevecchia ha presentato la prossima serata che si terrà giovedì 17: si affronteranno molti enigmi tra cui l'origine del nome del paese, il passaggio della popolazione etrusca e i probabili insediamenti dei Templari in queste zone.
Beatrice Frigerio

Associazioni correlate

Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.