Montevecchia: il fronte del SI e del NO in un faccia a faccia ... ma sulle piramidi

Con la formula del confronto tra fautori del sì e del no, sabato sera presso la sala civica di Montevecchia si è svolta una conferenza sul "mistero" delle piramide di Montevecchia. Nulla a che vedere dunque con il quesito referendario. Questa volta la partita si è giocata su un argomento ancora più arcano: a Montevecchia siamo di fronte a piramidi costruite sulla roccia a fini esoterico-religiosi o più semplicemente a colline dalla forma piramidale? Per il fronte del no la "ProMontevecchia" che ha organizzato l'iniziativa ha invitato Giovanni Zardoni. Il suo intervento (da privato cittadino appassionato di storia locale e non da coordinatore delle Guardie Ecologiche Volontarie) ha tentato di sfatare analiticamente il mito delle ormai note "piramidi".

 

 

Spesso la toponomastica consegna degli indizi rilevanti per conoscere la storia del territorio. Zardoni ha quindi mostrato che attraverso di essa non si può desumere alcuna evidenza certa. Nessuna località richiama la forma geometrica che ha suscitato tanta curiosità. È quindi passato ad analizzare dei dati più tangibili: la morfologia mostra delle vene di roccia sedimentaria che costituiscono il sistema delle colline di Montevecchia. Se una mano deve essere intervenuta in principio, secondo Zardoni si tratta solo di quella di Madre Natura.

Giovanni Zardoni


I terrazzamenti, le scalinate e i muri sono stati costruiti in epoca più recente a scopi agricoli. L'unica tesi che riesce ad accettare è che la capitozzatura della seconda collina sia stata creata dall'uomo per un utilizzo esoterico legato al culto del sorgere del sole. Il rinvenimento del "menhir" orizzontale lungo 6 metri e mezzo e posto perfettamente in direzione est-ovest suffragherebbe questa ipotesi. Tuttavia ha precisato che la capitozzatura in sé non costituisce un unicum. Solo a Montevecchia infatti ce ne sono tre. L'unico mistero oggi come oggi è costituito per Giovanni Zardoni dalla presenza di varie opere murarie. Le fortificazioni che si trovano anche nella parte circostante la seconda collina sono costituite sia da materiali autoctoni (rocce sedimentarie) sia da massi erratici di serizzo. Inoltre sulla sommità della seconda collina sono presenti dei ruderi che delineano la presenza di un edificio di 12 metri per 6 metri circa. Ha concluso proponendo che si dovrebbero approfondire gli studi in merito alle opere murarie.

L'arch. Vincenzo Di Gregorio

Sul fronte del SI non poteva non intervenire l'architetto Vincenzo Di Gregorio, che da anni sta conducendo una "battaglia personale" affinché venga riconosciuto un progetto umano dietro la "costruzione" delle colline piramidali. Secondo l'appassionato di origini siciliane le coincidenze sarebbero troppe. Attraverso rilevazioni scientifiche sono state misurate le angolature delle pendenze che hanno un margine di errore bassissimo. I terrazzamenti sarebbero stati costruiti a scopi agricoli dai celti, ma su una struttura piramidale costruita in tempi molto più lontani, tra i 5.000 e i 6.000 anni fa. Ottenendo appositamente il brevetto per guidare veicoli aerei leggeri, ha scattato dall'alto in più occasioni numerose foto che l'hanno convinto ancora di più delle sue tesi. Precedentemente mediante l'impiego di georadar e termocamere aveva attraversato le miniere di Montevecchia. Negli anni si è avvalso di collaborazioni con archeologi che lo hanno incentivato a proseguire le sue ricerche. Giovanni Zardoni ha avanzato i suoi dubbi circa le ricostruzioni di Enzo Di Gregorio.

Il moderatore della serata Claudio Vigolo, Giovanni Zardoni, l'architetto
Vincenzo Di Gregorio e il presidente di ProMontevecchia Ivan Pendeggia

In particolare ha fatto notare che se il calcolo della pendenza è stato eseguito basandosi sugli attuali terrazzamenti è chiaro che non si può pensare di far corrispondere questi dati a quelli che si sarebbero rilevati all'epoca della presunta costruzione architettonica. Gli agenti atmosferici modificano infatti nel corso dei millenni l'aspetto della natura. Per concludere simpaticamente la serata, il moderatore Claudio Vigolo ha concesso tre minuti a testa per convincere il pubblico della bontà delle proprie posizioni, in classico stile di confronto elettorale in televisione.


Il ciclo di incontri organizzati dalla "ProMontevecchia" era solo all'inizio. I prossimi si terranno presso la Casetta di via del Fontanile. Il 10 novembre tornerà Vincenzo Di Gregorio per parlare della Montevecchia romana; il 17 Mario Moiraghi proporrà un discorso sugli enigmi relativi al sacro Graal della Montevecchia medievale; infine il 24 Giovanni Zardoni illustrerà l'attività mineraria, che rappresentò in passato un aspetto significativo dell'economia del paese.
Marco Pessina

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