Cento anni or sono, dalle arti figurative alla guerra, passando per il teatro e il cinema

Cento anni or sono, nell'autunno del 1916, il nostro paese entrava mestamente nel secondo anno di guerra contro l'impero austroungarico. Un conflitto, la cui durata era stata irresponsabilmente prevista nell'ordine dei mesi, aveva nel corso di quella estate disvelato la reale voragine in cui sarebbe stato inghiottito di lì a poco l'intero continente europeo.
Tra maggio e giugno del 1916 a seguito di un'offensiva austriaca sugli altipiani tra Trentino e Veneto (la "Strafexpedition" o "spedizione punitiva") e del conseguente contrattacco italiano, circa 230.000 uomini dei due schieramenti furono annientati tra morti, feriti, dispersi e prigionieri.
Una ecatombe che rivelò il vero volto della guerra, reso ancora più assurdo dal fatto che alla fine dell'estate la linea del fronte risultava sostanzialmente immutata.

Illustrazione ironica sulla guerra - Soldati francesi mimetizzati

Generalmente nei libri di storia si glissa sulle proporzioni di questa tragedia, enfatizzando piuttosto la brutale esecuzione capitale degli irredentisti caduti prigionieri degli austriaci in quello stesso periodo: Cesare Battisti, Fabio Filzi, Damiano Chiesa e Nazario Sauro; da noi considerati martiri della patria ( non vi è comune italiano che non abbia intitolato a loro almeno una strada) e dal nostro nemico di allora, traditori della peggiore specie da trucidare in maniera esemplare.
La massa dei soldati sacrificati al fronte era in gran parte costituita da giovani contadini ed operai, spesso semianalfabeti, che si esprimevano quasi solo nei loro dialetti e che impararono l'italiano per comunicare con i loro superiori o tra gruppi di provenienze geografiche diverse. Gli Alti Comandi dovettero occuparsi di creare l'unità nazionale anche attraverso inni e canzoni in italiano. Un esempio paradigmatico è" La Canzone del Piave" imposta subito dopo la rotta di Caporetto e divenuta un vero tormentone nei decenni a venire; ancora negli anni '60 del secolo scorso le scolaresche italiane iniziavano le loro giornate in aula cantando quelle strofe.

Il Wadi Rum ( Giordania) conosciuta come I sette pilastri della saggezza, rifugio di Lawrence d'Arabia

E.T. Lawrence in divisa


Senza "il Piave mormorava..." nelle trincee e nelle lunghe marce, ogni gruppo regionale avrebbe continuato ad identificarsi con i suggestivi canti alpini o con " 'o Surdato 'nammurato " e comunque con pezzi di scarso valore patriottico.
Tra le decine di migliaia di morti di quei mesi cominciarono a comparire anche i nomi di personalità allora emergenti nel mondo della cultura e dell'arte. Si trattava spesso di interventisti convinti, che si erano offerti volontari al fronte. Primi fra tutti il gruppo dei Futuristi capeggiato da Filippo Tommaso Marinetti, accorsi entusiasticamente alle armi, inquadrati inizialmente in un battaglione di ciclisti (quale modo migliore di onorare il loro credo nel dinamismo ?) , subirono nell' arco di pochi mesi la perdita di figure del calibro di Umberto Boccioni, Antonio Sant'Elia e Carlo Erba.

Sanità militare statunitense

Inglesi in trincea


La scomparsa, sopratutto dei primi due, rappresentò un danno inestimabile per il mondo dell'arte e dell'architettura.
Boccioni, tra i fondatori del movimento futurista nel 1909, aveva insieme al suo maestro ed amico Giacomo Balla traghettato la pittura italiana dal Divisionismo, nel quale comunque eccelleva, alla nuova ed esaltante avventura artistica che faceva del movimento, della velocità e del rifiuto dell'accademismo, i suoi connotati essenziali. Negli anni che precedettero il conflitto, aveva fortemente sviluppato la sua ricerca nella pittura, scultura e stesura di testi teorici, vere pietre miliari del Futurismo. La sua morte che avvenne per una caduta da cavallo durante una esercitazione nell'agosto del 1916 all'età di 33 anni, ci ha privato per sempre dei promettenti sviluppi che la sua arte avrebbe potuto avere negli anni della maturità.
Anche la scomparsa del comasco Antonio Sant'Elia, caduto appena 28enne durante un assalto nell'ottobre del 1916, rappresento' una perdita irrimediabile per l'architettura di ispirazione futurista; nei pochi anni di attività che precedettero il conflitto, aveva già stupito per i progetti di città utopiche e di strutture avveniristiche, successivamente in parte ripresi nei disegni di M. Chiattone e T. Crali, ma che solo recentemente si possono ritrovare in alcuni progetti contemporanei in via di realizzazione. Se fosse sopravvissuto al conflitto, Sant'Elia avrebbe sicuramente ricoperto un ruolo da protagonista nell' architettura del '900. L'ironia della sorte volle che al momento della sua scomparsa stesse lavorando alla realizzazione di un monumentale cimitero militare in cui accogliere le prime migliaia di caduti al fronte.

Italiani in trincea


Carlo Erba, rampollo della nota famiglia di farmacisti milanesi, mori invece 33enne nel giugno del 1917 durante un bombardamento austriaco in alta montagna, circostanza che impedi tra l'altro di recuperarne le spoglie. Dopo gli studi presso il Collegio Manzoni di Merate, si era inizialmente avvicinato agli ambienti della Scapigliatura milanese per aderire successivamente al Futurismo. Caratterizzato da uno spirito ribelle e bohemiene fu diseredato dal padre quando intraprese l'avventura dell'arte contravvenendo agli ambiziosi progetti famigliari a cui era stato destinato.
Legato alla guerra in Italia e' pure la vicenda di Ernest Hemingway giovane giornalista statunitense, giunto volontario in Europa insieme a scrittori come Faulkner e Scott Fitzgerald, fu assegnato al corpo di Sanità militare statunitense operante in Italia.

Fotogramma dal film di Olmi : Torneranno i prati


Dopo la richiesta di essere inviato in prima linea, venne ferito sul Piave e rimase quindi a lungo convalescente a Milano. Hemingway racconto' successivamente la sua esperienza umana di quegli anni nel romanzo " Addio alle Armi".
La presenza di artisti o intellettuali nelle file dei combattenti fu ovviamente un fenomeno comune a tutti i paesi in guerra, che determinò lo sviluppo, sia nell'immediato che a distanza, di fatti particolarmente originali, spesso poco noti al grande pubblico.
In Francia, allora centro mondiale delle avanguardie artistiche, dopo le prime pesanti perdite di vite umane e materiali bellici, un nutrito gruppo di pittori in divisa andò a costituire, sotto il comando del ritrattista parigino G. De Scèvola, uno speciale reparto

Futuristi al fronte


( La Section de Camouflage ) nel quale furono sviluppate le tecniche innovative del camuffamento o mimetismo con cui proteggere uomini e mezzi dall'avvistamento del nemico, sopratutto quello dall'aria che rappresentava una novità' assoluta. Utilizzando la tecnica pittorica del Cubismo, questo reparto che arrivò a contare fino a 9000 addetti , riuscì a realizzare magistralmente una enorme quantità di superfici mimetiche sotto cui far letteralmente scomparire allo sguardo qualsiasi cosa o persona.
I francesi furono presto imitati dagli altri alleati che mandarono loro incaricati ad imparare la nuova tecnica negli ateliers de Camouflage di Nancy ed Amiens.

A. Sant'Elia al fronte


In Gran Bretagna i centri universitari di Oxford e Cambridge videro le proprie austere aule svuotarsi quando gli studenti ed i giovani docenti accorsero in massa ad indossare la divisa per combattere sul Fronte Occidentale. Una intera generazione di giovani intellettuali e ricercatori fu decimata nelle trincee francesi. Particolarmente interessante anche per gli sviluppi che ebbe successivamente, fu quanto accadde ad un gruppo di studenti e docenti dei prestigiosi Colleges di Oxford tra cui Robert Graves, John R.R. Tolkien, Clive S. Lewis e Thomas E. Lawrence, meglio conosciuto come "Lawrence d'Arabia".
Questi, tornati dopo essere stati tutti feriti, legati da profonda amicizie e stima, svilupparono una vera e propria sindrome da perdita dell'identità di gruppo oltre a quella dovuta al trauma vissuto individualmente. Progetti di studio, ricerche, campagne di scavo archeologiche, si dissolsero a causa dei vuoti creati nelle loro file e per la scarsa volontà dei superstiti a riprendere la' dove si era lasciato. L'esperienza della trincea, delle ferite, della morte dei compagni, dei deferimenti alla corte marziale di alcuni commilitoni, segnò profondamente questi uomini e spesso rese senza senso ciò di cui si stavano occupando prima della guerra. Alcuni di loro svilupparono da quel momento interessi impensabili prima di allora.

Ritratto


Robert Graves, irlandese di madre tedesca, raffinato letterato e poeta, tornato ad Oxford completo' i suoi studi, ma sviluppo un profondo senso critico per la guerra e pochi anni dopo pubblicò il dissacrante "Addio a tutto questo". Pur mantenendo rapporti con l'Inghilterra per l'insegnamento, disgustato dalla politica del suo paese, di fatto scelse di risiedere per il resto della sua vita a Maiorca, dove nella tranquillità del Mediterraneo produsse opere notevoli sulla mitologia e le antiche civiltà oltre ad alcuni romanzi storici.

John R.R.Tolkien, allora tra i maggiori esperti di linguistica anglosassone ( fu tra gli autori dell'Oxford Dictionary ) rientrato dal fronte si dedicò anch'egli all' insegnamento universitario, ma per estraniarsi psicologicamente dall'esperienza della guerra, immaginò un mondo fantastico ed inventò una nuova lingua che materializzò ne "L'Hobbit " e ne " Il Signore degli Anelli ", opere oggi fortemente rivalutate anche grazie al grande schermo, dove il Bene ed il Male sono facilmente riconoscibili a differenza di quanto era accaduto nelle trincee di mezza Europa.

Progetto futurista


La guerra aveva di fatto, senza volere, favorito la nascita del genere Fantasy.
Un percorso simile fu quello di Clive S. Lewis, che dopo un solo anno di studi, raggiunse il fronte dove venne dopo poco ferito. Amico di Tolkien e come lui membro del club letterario degli Inklings, diventò al rientro dalla guerra docente di Letteratura ad Oxford, ma il suo impegno accademico non gli impedì di scrivere alcuni anni dopo "Le Cronache di Narnia" altra pietra miliare del genere Fantasy.
T.E. Lawrence o Lawrence d' Arabia, di qualche anno più anziano, rimane la figura più emblematica del gruppo. Allievo dell' eminente archeologo D.G. Hogarth presso il Jesus College di Oxford e da lui introdotto alla associazione di ispirazione massonica della Round Table, aveva già da studente partecipato a campagne di scavo in Medio Oriente, rimanendo affascinato dal mondo e dalla cultura araba. Lo scoppio della guerra lo sorprese impegnato in scavi archeologici in Egitto per conto del British Museum.

Boccioni autoritratto ed opere


Lawrence fu immediatamente arruolato come ufficiale per la sua esperienza di cartografo e successivamente inserito nei servizi di Intelligence. Sulla sua leggendaria vicenda di leader delle tribù arabe in lotta per l'indipendenza dall'Impero Ottomano si sono scritti fiumi di inchiostro e girate numerose pellicole.
Rimasto deluso dalle decisioni del suo governo che a guerra finita non aveva concesso la promessa indipendenza agli arabi, dopo un breve ritorno ad Oxford come membro dell'esclusivo All Souls College, condusse una vita errabonda cambiando per due volte anche il suo nome e arruolandosi nuovamente nell'Esercito e nella Aviazione britannica con le sue nuove identità. Il tentativo di far dimenticare la leggendaria ma scomoda figura di Lawrence d'Arabia gli riuscì fino a metà degli anni trenta, quando morì a causa di un incidente motociclistico in circostanze mai chiarite.
Oltre che la traduzione dell' Odissea in inglese, si deve alla sua penna la poderosa opera in bilico tra autobiografia, saggio e diario di guerra intitolato " I sette pilastri della Saggezza".
Questi sono solo alcuni esempi di come la Grande Guerra influenzò in modo imprevedibile le élites e le avanguardie culturali europee del '900. Numerose altre storie, più o meno note, riguardano anche artisti ed intellettuali tedeschi, austriaci,russi o dell'Europa orientale, che spesso avevano inizialmente vissuto con esaltazione la loro partecipazione alla guerra. Su un altro versante ci fu chi da subito, nel mondo dell'arte, rifiutò invece l'idea della guerra, potendosi anche permettere di non prendervi parte, come il gruppo dei Dadaisti capeggiati da Tristan Tzara che proprio a partire dal 1916, nella neutrale Zurigo, irrideva al conflitto ed ai suoi sostenitori con stravaganti e provocatorie "performances".
Al fronte persero la vita tra gli altri i pittori tedeschi A. Macke e F.Marc.
Tra i sopravvissuti più noti troviamo invece l'architetto W. Gropius, fondatore nel 1919 della Bauhaus ed i pittori Otto Dix , G.Grosz , O. Schlemmer, gli esponenti dell'Espressionismo E.L Kirchner, E.Heckel e K.Schmidt-Rottluff, l'austriaco O.Kokoschka ed il francese F.Leger.
Tra coloro che riuscirono a tornare dopo la drammatica esperienza della trincea, alcuni seppero sublimare magistralmente nelle loro opere lo sconcerto, il dolore e le contraddizioni vissute. Emerse nelle loro coscienze la necessità di un riscatto morale, una volontà di rinascita e di uscita dalla assurda spirale di annientamento creata dalla guerra.
Probabilmente resterà unico, nella storia del mondo moderno, questo periodo che iniziato cento anni fa ha lasciato, nonostante il successivo avvento dei totalitarismi, una lunga e significativa traccia fino ai giorni nostri in ogni ambito culturale, dalle arti figurative all'architettura, dal teatro alla letteratura, al cinema.
La perdita di milioni di vite ed il modo in cui ciò era avvenuto, aveva incredibilmente gettato un seme nelle personalità più sensibili e dotate, favorendo la realizzazione di opere destinate a restare emblematiche ed a segnare il passaggio alla modernità.


Per approfondire:

Testi

T.E. Lawrence - I sette pilastri della saggezza - 1922
R. Graves - Addio a tutto questo - 1929
E. M. Remarque - Niente di nuovo sul fronte occidentale - 1929
E. Hemingway - Addio alle armi - 1929
S.Sassoon - Memorie di un ufficiale di fanteria - 1930
E. Lussu - Un anno sull 'altipiano - 1937
Wu Ming 4 - Stella del mattino - 2008
Wu Ming 1 - Cent'anni a nord-est- 2015
Wu Ming - L'invisibile ovunque - 2015

Film

S. Kubrick - Orizzonti di gloria - 1957
F. Rosi - Uomini contro - 1970
E. Olmi - Torneranno i prati - 2014

Luoghi

Rovereto: MART e Casa Depero per i Futuristi
Museo della Guerra

P.C.
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