Robbiate: un documentario di Jurij Razza su Fausta Finzi per trasmettere la memoria. Ma servono fondi

"Alcuni anni fa ho conosciuto una persona speciale che si chiamava Fausta Finzi. Mi raccontò la sua storia e quella di altre cinque donne che insieme a lei furono deportate nel lager di Ravensbrück. Dai suoi racconti è nata l'idea di realizzare un documentario per ricostruire le loro storie e l'amicizia che ha permesso loro di sopravvivere." Questo è il punto di partenza dell'avventura che Jurij Razza, robbiatese appassionato di cinema e documentari, ha voluto intraprendere. Potrebbe ad una prima lettura superficiale, essere una storia tra le stante sulla deportazione di ebrei prima e durante la seconda guerra mondiale. E invece no. Jurij si concentra sulla modalità con cui vengono - se vengono - tramandate le testimonianze tra i testimoni diretti ed indiretti, rivoluzionando il modo di pensare a questo genere di documentario.

Fausta Finzi


L'interesse per questo tema nasce nel regista nel 2000, quando ha l'occasione di conoscere Fausta Finzi e con lei partecipare ad un progetto per la prima giornata della memoria. Il rapporto tra i due, inizialmente esclusivamente lavorativo, finisce per trasformarsi in un'amicizia e Fausta, inizialmente più restia a parlare, scopre di avere qualcuno a cui poter raccontare in confidenza la sua storia. Dai suoi racconti emergono le figure delle altre cinque compagne di prigionia, lasciate consciamente nel dimenticatoio, assieme a tutto ciò che ha riguardato quel periodo. "Non esistevano notizie su queste donne - ha spiegato Jurij - mi sono trovato a ricostruire delle vite dal nulla. In questi casi è sempre difficile trovare testimonianze, la paura di essere accusate di 'essersela cercata' e di dover ricostruire daccapo aveva spesso la meglio sulla voglia di raccontare. Ho passato quattro anni a fare ricerche nel tempo libero e con mezzi propri, scontrandomi ripetutamente con ostacoli di carattere burocratico. In questo mi sono venuti in soccorso la Fondazione Fossoli e l'Istituto di storia della resistenza di Torino che con il loro patrocinio mi hanno molto agevolato. ". Girare il documentario però ha dei costi che, anche ridotti al minimo, ammontano a circa 10.000€. Per questo motivo Jurij sta cercando finanziatori per il suo progetto e pochi giorni fa si è rivolto anche alla gente comune attraverso una piattaforma di crowdfounding (per dirla all'italiana "raccolta fondi") disponibile al sito www.produzionidalbasso.com/project/sulla-riva-del-lago.


Donando anche pochi euro si potrà incoraggiare ed aiutare il regista a portare a termine il progetto. Le riprese inizieranno ad ottobre e si concluderanno probabilmente entro fine anno, a ciò farà seguito un attento lavoro di montaggio. L'obiettivo dopo aver ricostruito le cinque diverse storie sarà quello di metterle insieme in un documentario -dal titolo "Sulla riva del lago" - che racconti attraverso la vita di donne normali la grandezza e l'orrore dell'olocausto: "Metteremo insieme una storia che era unita e poi si è sciolta. Le sopravvissute non si sono mai più incontrate - fatta eccezione per un'apparizione televisiva nel 1978 a 'Portobello' - preferendo dimenticare quello che insieme avevano vissuto. " "Al termine della guerra, tra le poche scampate alla morte e dopo oltre un anno di lontananza da casa, il gruppo si divise al suo rientro in Italia. Non ci furono addii lacrimosi perché le lacrime le avevano già spese per cose ben più drammatiche. Tutte avevano l'ansia di ritrovare affetti a lungo desiderati e ognuna di loro doveva ripensare ad una nuova vita. I loro ricordi e le loro memorie vennero consapevolmente messi a tacere." Oggi però è forse giunto il momento di raccontare queste vite, di dar loro nuova linfa e di impedire che finiscano per sempre nel dimenticatoio. Il lavoro di Jurij Razza, aiutato da chi vorrà sostenerlo in questo progetto, contribuirà a scrivere una nuova storia in questo diario che, nel corso degli anni, si era ricoperto di polvere.
C.R.
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