Merate: la Messa di Nikolajewka a ricordo degli alpini caduti sul fronte russo del Don


Il tradizionale appuntamento con la Messa per i reduci di Nikolajewka è stata come sempre un momento toccante e carico di emozioni. Affollato il salone d'onore di Palazzo Prinetti che ha raccolto le penne nere di tutto il meratese e non solo, con la presenza delle principali autorità civili e militari.

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Ad allietare la cerimonia il coro Monterosa di Busto Arsizio che ha proposto canti a cappella, nella tipica tradizione alpini. La Messa è stata introdotta dalla lunga e commossa lettura di uno stralcio degli scritti di Padre Narciso Policarpo Crosara, cappellano militare della Tridentina a cui si deve il ritorno in Italia della Madonna del Don.


Nel centro storico di Mestre (Venezia) nella Chiesa dei Frati Cappuccini è custodita la venerata Icona della "Madonna del Don". Quest'antica Icona, raffigurante una delle prime immagini di Vergine Addolorata venerata in Oriente, custodita nella chiesa dei frati cappuccini di Mestre, fu raccolta dal Cappellano in prima linea sul fronte del Don, fra le macerie di un'isba abbandonata di Belogorje.

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Per questo motivo fu battezzata la "Madonna del Don". Il simulacro, così scampato alle rovine della guerra, venne custodito e venerata con amore dagli Alpini, e nel dicembre del 1942 Padre Policarpo riuscì a farla giungere in Italia alla madre, dove trovò sicuro asilo.

A destra l'assessore Massimo Panzeri, il capogruppo di maggioranza Ernesto Sellitto e il segretario della Lega Nord Alessandro Zanini

Al suo ritorno dal fronte russo, il sacerdote accompagnò la sacra Immagine pellegrina di pace per l'Italia col suo messaggio d'amore e di perdono a conforto delle madri e dei parenti dei tanti dispersi in Russia.
Tra i simboli degli alpini, tra cui le famose penne nere sul cappello, i labari delle sezioni del territorio hanno troneggiato nel salone di Palazzo Prinetti, composti e in ordine, per tutto il tempo della cerimonia accanto all'altare a ricordo degli amici scomparsi.
S.V.

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