Olgiate: il legame della famiglia Gola con la comunità nella morte del figlio Carlippo
Olgiate è una comunità di oltre 6mila abitanti, attraversata dalla trafficatissima arteria che corre verso Como, con una zona completamente nuova, residenziale e commerciale, e un'altra arroccata attorno ai luoghi simbolo che hanno secoli di vita e hanno plasmato, non fosse altro per il fascino e la suggestione che destavano, generazioni intere. Luoghi come Cascina Bonmartino che domina la Sp 342 o villa Sommi Picenardi con il suo magnifico viale alberato che sembra segnare il passaggio verso un'altra dimensione, specie quando la neve o i colori autunnali ne tingono le foglie creando un quadro degno dei migliori impressionisti.
Luoghi ancora come il Buttero, residenza dal Settecento della famiglia Gola. Qui, qualche giorno fa, il tempo si è fermato, come le lancette di un orologio congelate dalla deflagrazione di una bomba che distrugge e fossilizza tutto in un istante. Qui si è consumata la tragedia più grande, come la pensavano i greci (abituati ai lutti delle guerre), quella di due genitori che hanno dovuto seppellire il proprio figlio.
Passando sulla provinciale e buttando l'occhio al di là degli alti arbusti che si elevano a protezione della dimora del Buttero, si scorgono gli ostacoli e le palizzate per i cavalli che tanto amava e i tronchi posizionati nel prato, che a settembre erano le prove da superare per la gara di cross. Carlippo però non sarà più in sella, elegante e perfetto nella postura, ai suoi fidati destrieri, come spesso lo si era abituati a scorgere. Il destino, incurante di tutto e di tutti, ha sentenziato diversamente per lui.
Ma un pezzetto di quello che è stato nella Olgiate che lui tanto amava e dove ha voluto trascorrere gli ultimi istanti della sua intensa vita, di certo é rimasto.
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Carlippo Gola
Carlo Ippolito Gola, per tutti Carlippo, a 56 anni si è arreso alla malattia che ne ha consumato il fisico, bello, curato, atletico. Primo dei tre figli del conte Emilio, stimato cardiologo dell'ospedale Mandic di Merate e nipote dell'ancora più conosciuto pittore scapigliato (di cui porta il nome), e della contessa donna Elisabetta, Carlippo era il presidente della fondazione Serbelloni di Milano, che ha sede nell'omonimo e sontuoso palazzo e di cui solo la vista nelle immagini di repertorio ne fa comprendere la "grandeur". Nonostante il lavoro nel campo dell'alta moda e degli eventi lo avesse portato a una dimensione più alta e distaccata da Olgiate, quell'angolo di Brianza gli era sempre rimasto nel cuore. Sotto l'ampio portone di villa Buttero aveva mosso i primi passi, forse anche lui all'ombra dei tre pini non aveva disdegnato qualche sano ruzzolone giù dal pendio, soprattutto quando c'era la neve, nei prati ai piedi della villa con i suoi rottweiler per tanti anni aveva respirato la serenità della giovinezza. Ma il titolo nobiliare e l'origine della famiglia, paterna e materna, non lo avevano distaccato da quella comunità che ai suoi avi (di cui Carlippo aveva ereditato i due nomi di battesimo) aveva intitolato la scuola del paese e che da 33 edizioni consecutive porta avanti la mostra di pittura in grado di attirare centinaia di artisti da tutta Italia, anche di un certo pregio, e attribuire il premio alla memoria del pittore. Nel 2009 era stato lo stesso Carlippo a salire sul palco allestito in viale Sommi Picenardi, famiglia molto legata ai Gola, a consegnare i riconoscimenti e come lui il papà e i fratelli nei vari anni dell'esposizione.Clicca sull'immagine per ingrandirla
Se, come vuole la tradizione per le famiglie di rango, il necrologio funebre non è stato affisso alle bacheche dal paese, per tre giorni ne è stato popolato lo spazio sul Corriere della Sera dove in primis la famiglia e poi gli amici, quelli di sempre e quelli conosciuti negli anni, nonché i colleghi e gli estimatori, hanno reso pubblico il loro dolore. E nel tempo dei social i ricordi si sono rincorsi anche in rete, con il dispiacere di chi Carlippo lo aveva conosciuto sui banchi di scuola e poi lo aveva perso di vista, non dimenticando però il suo nome tanto originale, o di chi aveva avuto modo di sperimentarne la levatura e la grandezza.Passando sulla provinciale e buttando l'occhio al di là degli alti arbusti che si elevano a protezione della dimora del Buttero, si scorgono gli ostacoli e le palizzate per i cavalli che tanto amava e i tronchi posizionati nel prato, che a settembre erano le prove da superare per la gara di cross. Carlippo però non sarà più in sella, elegante e perfetto nella postura, ai suoi fidati destrieri, come spesso lo si era abituati a scorgere. Il destino, incurante di tutto e di tutti, ha sentenziato diversamente per lui.
Ma un pezzetto di quello che è stato nella Olgiate che lui tanto amava e dove ha voluto trascorrere gli ultimi istanti della sua intensa vita, di certo é rimasto.
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Saba Viscardi