Il dottor Sacchini alla 'Leopolda' di Firenze

Una tappa intermedia per decidere insieme la strada da percorrere con l’Evidence Based Medicine (EBM) e quello che abbiamo chiamato il suo Rinascimento”. Così il professor Gianfranco Gensini, presidente del Centro Studi Medicina Avanzata di Firenze, ha aperto il 2 luglio alla Leopolda (antica stazione fiorentina dove si tengono ora convegni e congressi) l’incontro per “continuare la discussione avviata, nell’ottobre 2015 al Gabinetto Viesseux sul futuro dell’EBM.

Il professor Virgilio Sacchini col professor Gianfranco Gensini

Tra i medici invitati, una ventina, anche Virgilio Sacchini, in Italia da due mesi all’IEO di Milano. Un impegno al quale sta lavorando, ma che lo vede spesso tornare, come in questi giorni, al Memorial Kettering Cancer Center di New York.
A Sacchini era stato chiesto di presentare una delle tre relazioni di approfondimento; quella sull’oncologia. Interventi sull’oncologia anche da Francesca Martella, direttore Breast Unit, e Luisa Fioretto, entrambe dell’Ausl Toscana Centro
Le altre relazioni prendevano in considerazioni i problemi relativi alle malattie respiratorie (con Massimo Pistolesi dell’università del Careggi) e alla cardiologia, dove, tra gli altri, sono intervenuti Andrea Di Lenarda (Trieste) e Carlo Di Mario (National Heart of Lunge Institute di Londra).
“Abbiamo superato momenti non facili e stiamo facendo progressi – ha esordito Gensini – qui dobbiamo cominciare a indicare le strade principali che vorremmo percorrere. Ho chiamato voi perchè rappresentate le specialità più significative della medicina. Da queste riunioni di esperti, quali siamo (sono poi intervenuti tutti ndr) dobbiamo uscire con documenti che possano essere pubblicati”. Accanto a lui , Roberto Golub, vicedirettore di Jama, rivista scientifica, e Mannuccio Mannucci, professore emerito di medicina interna all’Ospedale Maggiore di Milano.

A Stefano Ricci, direttore dell’unità operativa neurologia dell’usl Umbria, Gensini ha chiesto di presentare che cosa è e vuole essere EBM. In sintesi, evitare il ritorno alla medicina cattedratica, valorizzando invece l’aspetto metodologico-scientifico, l’esperienza e la personalizzazione con scelte che dovranno sempre prefigurare il meglio per il paziente. All’incontro era stato invitato anche Claudio Fadda, ingegnere IBM e architetto di ricerca, che ha messo in evidenza le differenze tra Usa e Italia. “Sono onorato e anche un po’ spaventato dal livello di questo incontro – ha esordito – sono qui per mettere a disposizione le mie conoscenze in informatica. Quanto alla ricerca, negli Usa è certamente più avanzata”. Fadda ha poi ha citato Watson, ovvero il nuovo sistema IBM che consente di allargare la memoria e la conoscenza di tutto quello che di una certa malattia si sa ed è stato fatto e pubblicato.
Nella sua relazione, il professor Sacchini ha sottolineato la necessità di continuare sulla strada delle medicina personalizzata, ma ha poi insistito sui tempi di applicazione dei farmaci nella cura degli ammalati. “Tra quelli per la cura dei tumori – ha sottolineato – ce ne sono alcuni che hanno cominciato il percorso di verifica, molti anni prima, uno di questi addirittura nel 1998. Lo ha terminato solo nel 2015. Credo che molte persone abbiano pagato con la vita questo ritardo. Altri esempi di questo genere non mancano”.
Molte le novità anche dalle relazioni sulla cura delle malattie cardiache e di quelle dell’apparato respiratorio. Punto di riferimento è stata anche la relazione di Cristina Cenci, antropologa, socio fondatore di OMNI, la medicina narrativa in Italia. “Qualcuno, sbagliando, pensa che la medicina narrativa sia raccontare la storia del paziente - ha sottolineato la Cenci – non è così. Il nostro è un approccio scientifico. Nell’era digitale, la medicina narrativa può diventare lo strumento mediatore dell’unicità individuale, storica e sociale”. Dopo aver ascoltato gli interventi dei venti colleghi, il professor Gensini ha sottolineato: “Sembra che in questo momento l’approccio più vicino al percorso che dovremo cominciare a seguire per la rimodulazione di EBM, ovvero del suo Rinascimento, sia quello indicato dalle proposte illustrate con le malattie oncologiche. Dalle relazioni sulla cardiologia va sottolineato, come molto interessante e da prendere come concetto sul quale lavorare, quello di “traiettoria del paziente”, ma anche la nuova focalizzazione delle malattie respiratoria ci consente di allargare il campo sul quale rielaborare gli approndimenti dei nostri prossimi incontri”.
Bella la sintesi proposta da Massimo Fini, direttore scientifico del Raffaela Pisana di Roma, per approfondire gli studi di genomica. “Il bruco e la farfalla hanno lo stesso DNA, ma il primo è brutto, la seconda vola”. “Il nostro focus deve essere la qualità” ha detto invece Bob Golub. Impossibile dare conto delle moltissime proposte ascoltate nelle quattro ore di incontro. “Alcune cose stanno avanzando. Abbiamo ascoltato molto sulla cardiologia e le malattie respiratorie, lette anche da nuovi punti di vista. Le relazioni sull’oncologia – ha concluso – possono essere la piattaforma sulla quale continuare il nostro lavoro. Ci rivedremo in autunno”.
S.P.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.