Acqua, dimissioni di massa da Idrolario: ora rimane solo l'Au. La Madia chiede una soluzione, ma a Merate serve più tempo
E così ora la società si troverà ad avere un amministratore unico - Barbara Mapelli - e solo 3 dipendenti di cui uno prossimo al pensionamento: una situazione evidentemente paradossale (ma nel panorama delle partecipate d'Italia si sono viste situazioni altrettanto assurde...) e con un futuro segnato, rientrando anche tra i casi che la nuova legge Madia chiede di risolvere.
"Quale è lo scopo di questa società? Ora che il SII è stato affidato a Lario Reti Holding l'unica funzione rimane solo quella di recupero-crediti. Abbiamo deciso anche che metteremo in vendita le auto in dotazione, visto che non abbiamo più dipendenti per utilizzarle..." ha spiegato la dottoressa Mapelli durante l'assemblea dei soci andata in scena ieri pomeriggio in via Fiandra. "Quale è la direzione che vogliamo intraprendere per il futuro di Idrolario?".
Il destino della società - almeno sulla carta - è in realtà già scritto, ovvero la sua fusione per incorporazione in Lario Reti. Si tratta di un'operazione di natura straordinaria che necessita dunque dell'80% dei voti favorevoli e finora il comune di Merate, che possiede la golden share, cioè più del 23%, ha sempre votato contro, rendendo impraticabile la strada.
Una linea che non è mutata. Merate sta parallelamente affrontando infatti il ricorso per il recesso delle sue quote da Lario Reti Holding e il sindaco Andrea Massironi ha fatto sapere che fino a che quella partita non sarà risolta non darà il via libera alla fusione di Idrolario. Dunque non prima del 2017, quando è prevista la prima udienza (ma non si esclude nemmeno che i tempi possano prolungarsi al 2018).
"Sono d'accordo sul fatto che in futuro dovremmo arrivare ad avere una sola società partecipata per l'idrico, ed è evidente che Idrolario non ha più uno scopo. Ma sui tempi e i modi della sua fusione in Lrh ho bisogno di ulteriori chiarimenti: è una scelta che va fatta a bocce ferme. Fino all'appello noi non ci muoveremo" ha spiegato Massironi. "Sono invece d'accordo che si sia deciso di incorporare le patrimoniali minori (Ausm, Adda Acque, Consorzio Valgreghentino Olginate) direttamente nella holding senza passare da Idrolario, come si è tentato inizialmente di fare".
Merate dunque chiede tempo. Ma la legge sulla pubblica amministrazione voluto dalla Madia "mette fretta", obbligando gli enti a sciogliere le partecipate non indispensabili. E Idrolario - senza più uno scopo ne dipendenti - è ovviamente tra queste.
"Se non dovessimo procedere con la fusione, la legge potrebbe obbligarci a mettere la società in liquidazione: non si sa quali saranno gli strumenti tecnici per farlo, ma sicuramente potrebbe avere effetti disastrosi come l'eventuale retrocessione del patrimonio ai comuni" è intervenuto in assemblea Paolo Negri, vicesindaco di Sirtori (ma soprattutto presidente dell'Ato). "E l'interesse maggiore dell'ingresso di Idrolario in Lario Reti lo hanno proprio i comuni del casatese e del meratese, che ne possiedono maggiori quote e quindi potrebbero vedere aumentata la loro partecipazione in Lrh".
Anche l'ex senatore Rusconi - assessore di Valmadrera e uno dei registi di tutta l'operazione acqua del Pd - ha chiesto a Massironi di togliere il suo veto al progetto di fusione: "Rivolgono un appello a Merate: altri enti superiori potrebbero non farci aspettare e obbligarci a risolvere la situazione, senza lasciarci scegliere. La soluzione dell'incorporazione mi pare ovvia e permetterebbe un riequilibrio della partecipazione del territorio meratese in Lario Reti. Non dobbiamo avere fretta ma nemmeno ignorare la questione delle tempistiche".
Irremovibile il sindaco Massironi: "Sapevate quali erano gli effetti della strada tortuosa che avete voluto intraprendere". L'assemblea dei soci ieri ha anche approvato all'unanimità il bilancio di Idrolario.
Questa la sintesi dei dati economici:
"L'attività che rimane è quella di recupero crediti. Una parte sarà difficilmente recuperabile, perché legata a fallimenti. Mentre abbiamo trovato un accordo con Hidrogest per il pagamento, in 5 anni, del credito che vantavamo per oltre 300.000 mila. Sarà applicato uno sconto del 3,5% che "salterà" se non verranno rispettate le scadenze" ha concluso l'amministratrice Barbara Mapelli.