Merate: la testimonianza di Pietro che ora vede grazie alla donazione di Don Gnocchi

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Si è aperta con alcuni brani eseguiti dal coro La Torr la serata organizzata per festeggiare i 40 anni della sezione AIDO di Merate, Cernusco e Montevecchia. Successivamente il presidente della sezione Bruno Bosisio ha invitato sul palco Silvio Colagrande, l'uomo che vede con "gli occhi" del Beato Don Carlo Gnocchi, autore del libro "Lembi del cielo".

Silvio Colagrande e il presidente Bruno Bosisio


"Sono diventato cieco da piccolino per aver giocato con la calce viva", ha spiegato il sig. Colagrande, "i medici allora mi avevano detto che forse avrei riacquistato un po' di vista con il tempo. Nel 1954 mi sono iscritto al collegio di Don Gnocchi a Roma perchè vi era una sezione dedicata ai non vedenti; siccome non c'era posto al momento sono stato inviato alla sede distaccata di Inverigo e da qui è cominciata la mia storia con il Beato. Pochi giorni dopo il mio arrivo al collegio l'ho conosciuto e l'ho potuto addirittura vedere perchè le previsioni dei medici si erano un poco avverate. Ricordo che stavamo tutti giocando in cortile e quando lui è arrivato si sono fermati tutti; emanava un sorriso radioso che ancora ho impresso fermamente nella memoria. Pochi giorni dopo sono stato visitato a Milano da alcuni medici amici di Don Carlo i quali hanno constatato che non vi era altro da fare per me che un trapianto di cornea per poter recuperare gli occhi. All'epoca però non era legale questo tipo di trapianto in Italia quindi dovevamo trasferirci in Svizzera, ma il giorno prima di partire mi informarono che erano sorti dei problemi burocratici. Pochi mesi dopo però, tornò il medico che mi aveva visitato a Milano e senza dare troppe spiegazioni mi disse che dovevo partire. Sapevamo che Don Carlo stava male e pregavamo per lui; tuttavia il giorno della mia partenza ricordo che le suore piangevano tutte. Mi portarono a Milano all'istituto oftalmico e ricordo che l'ingresso era circondato da tanti giornalisti. Mi fecero tanti esami quel giorno, i medici e gli infermieri compilavano tante cartelle. Verso sera, alla radio, sentii che Don Carlo era morto. A quel punto cercai di capire bene cosa stesse succedendo e mi resi conto che tutti gli esami me li fecero per operarmi e che la cornea l'avrebbero proprio presa da Don Gnocchi. Il 29 febbraio mi portarono in sala operatoria."


Il Prof. Colagrande ha poi spiegato che in realtà Don Carlo stesso aveva deciso di donargli la sua cornea e che era stato lui a fermare la sua partenza verso la Svizzera.


VIDEO


Bruno Bosisio ha poi donato al Prof. Colagrande un libro sulla storia meratese e l'ha ringraziato per la sua testimonianza. Anche il sindaco Andrea Massironi è intervenuto per ringraziare l'associazione che da anni sensibilizza la popolazione sul tema della donazione.


In seguito la serata è proseguita con brani folkloristici della tradizione americana e inglese eseguiti dal coro La Torr e dalla banda sociale meratese.

Beatrice Frigerio

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