Brivio: la famiglia Ambrosi dona un'opera di Benatti, il Cigno perpetua il ricordo di due 'innamorati del paese'

Piovigginava domenica mattina a Brivio. "Sono le lacrime che abbiamo ancora dentro per la scomparsa di Bruno e Mauro" ha esordito il sindaco Ugo Panzeri, dando così una valenza intima a un evento atmosferico che ha costretto a spostare "a tetto" i discorsi ufficiali, ospitati nella sala polifunzionale della biblioteca, gremita di semplici cittadini, rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni del territorio, famigliari e conoscenti dei due "amici di Brivio, innamorati di Brivio" commemorati a distanza, rispettivamente, di quattro e due anni dalla scomparsa, grazie ad una donazione effettuata dalla moglie del primo di un'installazione artistica opera del secondo.

Bruno Ambrosi e Mauro Benatti

64 anni, artigiano, Bruno Ambrosi era originario della Marche. In riva all'Adda era approdato seguendo l'amata Anna, insegnante in cerca del posto fisso. Tra i fondatori del colorificio Viba, è venuto a mancare nel 2012, dopo essersi speso oltre che tra i banchi dell'opposizione in consiglio comunale tra le fila di Rinnovamento Democratico, tra il 1978 e il 1983,  in diverse realtà del paese, dal Geb alla Pro Loco passando per l'oratorio, l'Alveare e il Mato Grosso senza dimenticare l'impegno a favore di bambini vittime dirette della tragedia di Chernobyl tramite l'associazione Les Cultures.

Il sindaco Ugo Panzeri, Giacomo Ambrosi e Roberto Benatti

67 anni, con casa a Airuno, Mauro Benatti era un artista, insegnante presso la scuola d'arte di Merate, scultore del legno, della pietra, del ferro, eclettico in tutto quanto fosse bellezza, rappresentazione, immagine... Ha trascorso la sua vita alla ricerca della forma, dell'interpretazione della natura, dell'esplorazione dei sentimenti che le sue mani e il suo ingegno sapevano plasmare e trasformare in una scultura.

La consegna alle mogli del libro sulla storia di Brivio

"E' facile essere innamorati del proprio paese, più difficile esserlo di un paese d'adozione" ha affermato in un discorso carico di trasporto il primo cittadino rivierasco, parlando a braccio ma seguendo uno schema studiato attraverso il quale ha toccato tempi come l'inserimento in una nuova comunità, mettendo nella stessa il cuore. "Loro lo hanno fatto" ha così detto di Bruno e Mauro, spingendosi a parlare di innamoramento profondo verso il borgo diventato per il primo residenza e per il secondo luogo di ispirazione "perché Brivio - me lo consenta il sindaco di Airuno - è più bello dal punto di vista paesaggistico".

L'assessore Emanuela Casati omaggia Anna Ambrosi.
A destra Gisella Acciughi consegna il libro alla signora Marisa Benatti.
Ricordata alla rappresentante della Pro Loco la partecipazione di Mauro al Simposio di Scultura in piazza della Pace

A sinistra la signora Ambrosi con Marilena Arnaboldi che, a nome dell'Aido, ha ricordato come Bruno sia stato anche un donatore.
A destra con la moglie di Mauro Benatti

"Oggi la famiglia Ambrosi regala un'opera di legame d'amicizia tra Bruno e Mauro e tutti noi" ha così asserito parlando de "Il cigno" la scultura ferrea rimasta, dal 1998, per quasi vent'anni nel giardino dell'abitazione dell'uomo. "Crediamo che l'arte abbia una dimensione pubblica, che prenda senso perché sta nella gente" ha spiegato il figlio Giacomo, presente alla cerimonia con la madre Anna, il fratello Simone, le loro rispettive consorti e i bambini. "Questa è un'opera che aveva un senso nel nostro giardino e che ne avrà uno diverso qui".

E ancora: "è bellissima perché Mauro era bravissimo. Se ci renderà più gioiosi e ci farà sembrare Brivio più bello avremo centrato il nostro obiettivo" ha così chiosato, passando il microfono a Roberto, figlio dell'autore dell'installazione. "Come a detto Giacomo - ha affermato quest'ultimo, partendo da un altro passaggio dell'intervento del suo predecessore e parlando anche a nome della madre Marisa - mio padre avrebbe trovato il bello anche nella pioggia di oggi perché una goccia forse avrebbe messo in risalto un particolare della sua opera rispetto ad un altro".

E così, sotto gli ombrelli, tutti i presenti hanno raggiunto il giardino dinnanzi all'ex scuola elementare, diventata polo dei servizi, posta all'ingresso del centro storico del paese per ammirare da vicino quel "Cigno" che da domenica dà il benvenuto a cittadini e turisti diretti verso il fiume.
"A noi compete fare memoria" ha sostenuto il sindaco Panzeri, paragonando Ambrosi e Benatti alla sorgente che alimenta un pozzo. "A noi spetta il compito di continuare a buttare acqua affinchè la loro intuizione diventi realtà". Due infine gli "insegnamenti" citati dal borgomastro. "Con la loro semplicità ci hanno aiutato a capire che i briviesi - e come loro i brianzoli in generale - sono sì chiusi ma se si sa grattare via la scorza, sanno aprirsi e apprezzare le persone che portano bellezza. Tutti i nostro impegni poi devono avere come obiettivo il rendere il mondo più bello".

A. M.
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