Sartirana: la figura di Papa Luciani nei sui scritti. Consegnate due targhe alla memoria

È stato il "Sermo Humilis" di Papa Giovanni Paolo I la figura approfondita nella conferenza proposta dal "Centro culturale" di Garbagnate monastero, che porta il suo nome, a Sartirana. La relatrice della serata è stata la giornalista Stefania Falasca, vice postulatrice della causa di beatificazione del defunto pontefice, che ha da subito analizzato il linguaggio di Papa Luciani, salito al soglio pontificio il 27 agosto 1978 e rimastovi 33 giorni.


«Il "Sermo Humilis" è la lingua quotidiana che ha un carattere di universalità e contemporaneità perché deve parlare e farsi comprendere da tutti. La Chiesa infatti vuole essere amica degli uomini del suo tempo e non loro dirimpettaia» ha esordito la giornalista che ha svolto un dottorato di ricerca su alcuni scritti di Giovanni Paolo I una figura ancora poco studiata e di cui si sono persi degli scritti.

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«Tutto quello che abbiamo raccolto lo abbiamo consegnato ai teologi che lo esamineranno prima di sottoporlo ai cardinali e al Papa per la causa di beatificazione - ha proseguito - Di Giovanni Paolo I abbiamo agende, scritti e un vasto archivio. Ha collaborato a testate giornalistiche quali l'Osservatore Romano ed è stato riconosciuto dall'episcopato italiano come la miglior "penna".

 

Stefania Falasca con Omar Tavola

In una sua agenda ha appuntato delle riflessioni sul linguaggio suscitate dall'incontro con Giovanni XXIII nell'imminenza della sua consacrazione episcopale. Si era annotato che "la grande scienza sono le parole facili mentre le difficili lasciano il tempo che trovano" e questo testimonia una caratteristica dei suoi discorsi e dei suoi scritti: la comprensibilità della parola, una vera innovazione per la Chiesa di quei tempi
».

Papa Luciani era un uomo di grande levatura culturale, in grado di mescolare con leggerezza riferimenti del mondo sacro e profano.

 

La dottoressa Falasca lo ha definito come pontefice inedito per via dei molti scritti ancora sconosciuti, per l'originalità e la semplicità del linguaggio e per la familiarità con la letteratura. Dopo avere approfondito la raccolta Illustrissimi, uno scambio epistolare fittizio con autori del passato più o meno lontano, la relatrice ha rimarcato alcune caratteristiche del linguaggio di Giovanni Paolo I quali la conversalità, l'accessibilità e la chiarezza espressiva, recuperando uno stile proprio dei Padri della Chiesa. «Luciani ha usato con forza l'oralità e non c'è differenza con la sua scrittura.

La dottoressa Stefania Falasca con Omar Tavola, presidente del centro culturale, e don Alessandro Bonura

La predicazione è considerata il primo atto di carità e anche in questo si nota una consonanza profonda con Papa Francesco. Luciani aveva già parlato di una chiesa povera per i poveri e della misericordia di Dio dicendo che ci ama come un papà e una mamma
» ha concluso la dottoressa Falasca.

Anche mons. Franco Cecchin, seduto tra il pubblico ha rilevato il linguaggio evangelico immediato di Giovanni Paolo I e le somiglianze con Francesco.

Stefania Falasca, don Alessandro Bonura, Omar Tavola, il fratello di Angelo Sala, l'ass. di Lecco Anna Mazzoleni,
Don Carlo Motta di Calco, mons. Franco Cecchin, il nipote di don Vittorio Baroni e don Adriano parroco di Sartirana


Successivamente Omar Tavola ha consegnato due targhe alla memoria di due lecchesi che hanno aiutato il centro culturale, ovvero il giornalista Angelo Sala e il cappellano della Casa di Cura "Lecco" don Vittorio Baroni.
Federica Conti
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