Novate: Padre Sandro ''raduna'' soci e benefattori di Ikonda e racconta come un piccolo gesto d'aiuto diventi speranza

C'è la giovane mamma con tre bambini a carico che probabilmente non riuscirà a crescerli e forse nemmeno a portarli in età scolare, c'è un gruppo di malati che sarebbe dovuto arrivare alle 2 del pomeriggio e invece è arrivato alle 5 del mattino del giorno successivo perchè il bus si è rotto (spesso oltre alle condizioni già sfortunate ci si mette pure la sfortuna), c'è l'adolescente che senza una protesi non potrà sperare di essere indipendente ma avrà una vita di stenti.


Sono frammenti di vita che si consumano nella povertà, nel tentativo disperato di risollevarsi e sperare in un futuro migliore e che, il più delle volte, vengono affossati da un peso di cui sono caricati prima ancora di nascere.

Ma sono anche scene quotidiane che si affacciano sulla soglia dell'ospedale di Ikonda in Tanzania e qui trovano una mano tesa ad aiutarli. Una mano che non è solo quella di un medico, un educatore, un prete: è una mano fatta di tante cellule, quante sono quelle di amici, soci, simpatizzanti, parenti, conoscenti, istituzioni che da sempre aiutano Padre Sandro Nava e la sua comunità africana.

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Centinaia di persone che, ciascuno secondo le proprie possibilità e capacità, danno un aiuto concreto: in soldi, in apporto professionale, in consulenza tecnica, in reperimento di risorse, materiali, strumenti.

Tante piccole gocce che fanno un mare, sempre assetato di acqua, ma che riesce a dissetare qualcuno.

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Per restituire questa corrente di solidarietà, Padre Sandro lo ha fatto nel modo più semplice e genuino che ci sia: ha detto grazie. E lo ha fatto dal pulpito della chiesa di Novate brianza, dove ha celebrato una Messa per i sostenitori di Ikonda hospital e per coloro che sono già morti.

Padre Sandro Nava

All'appello hanno risposto in un numero davvero impressionante, segno che pur senza sbandierare piccoli e grandi gesti, tante persone dal cuore d'oro ci sono ancora.

La chiesa di Novate ha infatti faticato a contenere tutti coloro, di certo nemmeno tutti, che hanno raccolto l'invito: almeno 500 persone hanno assistito alla funzione celebrata da Padre Sandro con il confratello Padre Antonello Rossi (missionario in Congo, ora a casa per un periodo di riposo).

"A Ikonda dobbiamo rispondere alle esigenze della gente, ogni giorno" ha raccontato il sacerdote "spesso ci chiediamo se abbiamo preso la strada giusta: questo ce lo dirà il futuro. La regola che ci siamo dati è di fare tutto per il bene della gente, oggi e non domani. E questo possiamo farlo grazie a tutti voi. Voi siete Ikonda. Grazie, grazie davvero. Non posso e non so dirvi altro che questo: grazie".


Non sono servite altre parole: il sorriso disarmante di Padre Sandro è stata la miglior garanzia di quanto quelle sei lettere fossero vere e sentite.
S.V.

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