Merate: in città arriva il ''Museo itinerante della scuola antica''. Bus di 18 mt con tanti cimeli e una pagella del 1800 dell'Ibvm
Per scortarlo e consentire le manovre in sicurezza e i trasbordi da un plesso all'altro sono dovuti intervenire anche gli agenti di polizia locale e la sua presenza in città non è passata certo inosservata. Anzi. In tanti si sono fermati ad ammirare l'enorme bus snodabile, tinteggiato come fosse una parete in sasso con tanto di finestre e che ha sostato diverse ore nel cortile delle scuole di Via Montello e poi a Pagnano.
Qui gli alunni e il personale scolastico hanno avuto l'opportunità, unica e davvero impagabile, di visitare il "Museo itinerante della scuola antica", una riproduzione fedele di come erano la scuola, le attrezzature, l'insegnamento e i vari accessori dal 1800 al 1899. Un mondo tutto diverso, affascinante, in certi casi anche "inquietante" che ha lasciato tutti incantati e che ha consentito di imparare e toccare con mano un pezzo di storia che ci appartiene e che, senza questa iniziativa, sarebbe perduto.
Si tratta di un museo privato, il cui direttore e ideatore è Patrizio Merelli, che ha impiegato vent'anni per raccogliere il materiale girando tra mercatini, antiquari, collezionisti.
"Quattro anni in realtà sono serviti per sbrigare le faccende burocratiche" ha raccontato "si trattava di creare il primo bus museo in Italia e non è stato facile. Siamo partiti dalle Marche nel 2013 e così abbiamo iniziato a girare diverse regioni e scuole raccontando ai bambini e agli studenti come era e come si sviluppava l'istruzione nel 1800".
Lungo 18 metri, il bus autosnodato si compone di due parti: una con tutti i reperti raccolti in giro per l'Italia (pagelle, libri, gessetti, lavagne, compassi in legno,...) e l'altra con la ricostruzione di un'aula scolastica con tanto di banchetti in legno.
"Tutto quanto è presente all'interno del bus è stato acquistato da antiquari e ha un suo certificato di provenienza. C'è molto materiale dalla Lombardia e dal Veneto, due regioni che no state la culla dell'istruzione. In alcuni casi abbiamo dovuto ricostruire il materiale, come l'inchiostro al mallo di noce, perchè chiaramente non era più in circolazione. Abbiamo fatto bollire e poi marcire il mallo così che i bambini hanno potuto annusarne l'odore. È un museo che deve essere vissuto e non solo visitato".
Calamaio, gessetti, lavagna, pallottoliere, cartelle a tracolla in legno, il primo calcolatore automatico "super simplex" e poi ancora compasso e squadra in legno, i regoli, l'inginocchiatoio con i ceci e tanti, tanti documenti che raccontano pagelle, storie, successi, metodi di apprendimento.
Tra i cimeli appesi, gioco del destino, c'è anche una licenza elementare conseguita da Ilaria Redaelli, figlia di Emanuele, nata a Milano il 23 novembre 1889, che ha sostenuto alle Dame inglesi gli esami. Una pagella acquistata da qualche antiquario e ora in bella mostra nella teca del museo mobile.
Con delle radiocuffie gli alunni vengono coinvolti in una caccia al tesoro che permette loro di interagire e di "saltare" da un documento all'altro rimanendone affascinati.
Il museo mobile, tra l'altro, è di aiuto alla didattica in quanto si reca direttamente sul posto, senza costringere intere classi a estenuanti e costosi spostamenti, abbattendo così i costi della "gita".
Tre settimane fa è stato inaugurato un secondo museo mobile, che approderà in Lombardia il prossimo anno e che sarà dedicato alla preistoria. Un viaggio nel più lontano passato con una grotta, pitture e incisioni rupestri, due Neanderthal tra i migliori filologicamente ricostruiti, e poi monili, ossa, sassi che racconteranno ai ragazzi e ai loro professori i nostri antenati.
www.museoscuolaantica.it
Qui gli alunni e il personale scolastico hanno avuto l'opportunità, unica e davvero impagabile, di visitare il "Museo itinerante della scuola antica", una riproduzione fedele di come erano la scuola, le attrezzature, l'insegnamento e i vari accessori dal 1800 al 1899. Un mondo tutto diverso, affascinante, in certi casi anche "inquietante" che ha lasciato tutti incantati e che ha consentito di imparare e toccare con mano un pezzo di storia che ci appartiene e che, senza questa iniziativa, sarebbe perduto.
Si tratta di un museo privato, il cui direttore e ideatore è Patrizio Merelli, che ha impiegato vent'anni per raccogliere il materiale girando tra mercatini, antiquari, collezionisti.
"Quattro anni in realtà sono serviti per sbrigare le faccende burocratiche" ha raccontato "si trattava di creare il primo bus museo in Italia e non è stato facile. Siamo partiti dalle Marche nel 2013 e così abbiamo iniziato a girare diverse regioni e scuole raccontando ai bambini e agli studenti come era e come si sviluppava l'istruzione nel 1800".
Lungo 18 metri, il bus autosnodato si compone di due parti: una con tutti i reperti raccolti in giro per l'Italia (pagelle, libri, gessetti, lavagne, compassi in legno,...) e l'altra con la ricostruzione di un'aula scolastica con tanto di banchetti in legno.
"Tutto quanto è presente all'interno del bus è stato acquistato da antiquari e ha un suo certificato di provenienza. C'è molto materiale dalla Lombardia e dal Veneto, due regioni che no state la culla dell'istruzione. In alcuni casi abbiamo dovuto ricostruire il materiale, come l'inchiostro al mallo di noce, perchè chiaramente non era più in circolazione. Abbiamo fatto bollire e poi marcire il mallo così che i bambini hanno potuto annusarne l'odore. È un museo che deve essere vissuto e non solo visitato".
Calamaio, gessetti, lavagna, pallottoliere, cartelle a tracolla in legno, il primo calcolatore automatico "super simplex" e poi ancora compasso e squadra in legno, i regoli, l'inginocchiatoio con i ceci e tanti, tanti documenti che raccontano pagelle, storie, successi, metodi di apprendimento.
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Tra i cimeli appesi, gioco del destino, c'è anche una licenza elementare conseguita da Ilaria Redaelli, figlia di Emanuele, nata a Milano il 23 novembre 1889, che ha sostenuto alle Dame inglesi gli esami. Una pagella acquistata da qualche antiquario e ora in bella mostra nella teca del museo mobile.
Con delle radiocuffie gli alunni vengono coinvolti in una caccia al tesoro che permette loro di interagire e di "saltare" da un documento all'altro rimanendone affascinati.
Il museo mobile, tra l'altro, è di aiuto alla didattica in quanto si reca direttamente sul posto, senza costringere intere classi a estenuanti e costosi spostamenti, abbattendo così i costi della "gita".
Tre settimane fa è stato inaugurato un secondo museo mobile, che approderà in Lombardia il prossimo anno e che sarà dedicato alla preistoria. Un viaggio nel più lontano passato con una grotta, pitture e incisioni rupestri, due Neanderthal tra i migliori filologicamente ricostruiti, e poi monili, ossa, sassi che racconteranno ai ragazzi e ai loro professori i nostri antenati.
www.museoscuolaantica.it
Saba Viscardi