Rsa, nell’ultimo triennio aumenti fino al 30%. Sala: famiglie in difficoltà e quote sanitarie basse, i contenziosi cresceranno
Le rette delle case di riposo
Ho uno zio ricoverato dal 2004 in una struttura della zona , scrivo per rimarcare il fatto che ogni anno ci aumentano la retta e non di poco , avere una pensione e un accompagnamento che arrivano ai 1500 euro vuol dire aggiungere ogni mese altre 500 euro, mi sembra una situazione disagevole per i famigliari e priva di qualsiasi altro aiuto sociale , gli enti locali dovrebbero occuparsi di questo visto che i soldi non si trovano per strada , 2000 euro al mese sono tanti per persone che vegetano !!!!!!!!!!
Ho uno zio ricoverato dal 2004 in una struttura della zona , scrivo per rimarcare il fatto che ogni anno ci aumentano la retta e non di poco , avere una pensione e un accompagnamento che arrivano ai 1500 euro vuol dire aggiungere ogni mese altre 500 euro, mi sembra una situazione disagevole per i famigliari e priva di qualsiasi altro aiuto sociale , gli enti locali dovrebbero occuparsi di questo visto che i soldi non si trovano per strada , 2000 euro al mese sono tanti per persone che vegetano !!!!!!!!!!
Un lettore
Lo “sfogo” del nostro lettore ci offre uno spunto interessante per analizzare la situazione in merito alle rette delle residenze sanitarie assistenziali nei distretti sanitari di Merate, Lecco e Bellano. Dal confronto fra le rette del 2008 e del 2010, ricavate dai dati pubblicati sul sito dell’Asl lecchese, si evince che nell’ultimo triennio nelle diverse strutture si è verificato un incremento percentuale fino al 36.9% per la retta minima (dato registrato a Premana) e fino al 23.73% per la massima (a Monticello Brianza). Se nel distretto di Bellano è la Rsa “Madonna della Neve” di Premana a detenere il “record” degli aumenti sia per le tariffe minime che per le massime, nel lecchese è la struttura “Misericordine” ad aver incrementato maggiormente la retta minima, mentre la casa di riposo “Sironi” di Oggiono è quella in cui la tariffa massima è aumentata maggiormente nell’ultimo triennio. Nel meratese le Rsa che sono aumentate maggiormente sono la “Monzini” di Casatenovo (24.15% l’aumento della retta minima) e la Casa di riposo di Monticello Brianza (+ 23.73% per la retta massima).
Questo il riassunto del territorio per quanto riguarda gli incrementi mensili minimi e massimi nell’ultimo triennio:
Questa, nello specifico, la variazione delle strutture nel distretto di Bellano:
Questa, nello specifico, la variazione delle strutture nel distretto di Lecco:
Questa, nello specifico, la variazione delle strutture nel distretto di Merate:
Se andiamo ancora più indietro negli anni, facendo un confronto tra le rette del 2004 e quelle dell’ultimo anno, si vede che gli aumenti maggiori nelle tariffe si sono verificati a Premana (+ 50%), Calolziocorte (+ 45.37%) e Brivio (+ 37.25%).
Questo il commento di Ambrogio Sala, assessore ai servizi sociali del comune di Olgiate Molgora:

Ambrogio Sala
Facciamo i tre esempi su base mensile.
Casa di Riposo di Monticello – anno 2008: € 1260 – anno 2010: € 1560 + €300 pari al 23,73%
RSA di Oggiono –anno 2010: €1.530 – anno 2008: € 1331,4 +€ 198,60 pari al 22,22%
Madonna della Neve di Premana - anno 2010 €1.380 - anno 2008: €870 +€510 pari al 18,18%
Sappiamo che le pensioni medie dei lecchesi sono appena sopra gli 800 euro e che mediamente lo stipendio si aggira intorno ai 1200 euro. Basta un’occhiata per capire perché le famiglie si rivolgono al TAR per mettere a carico dei Comuni la retta dei propri familiari non autosufficienti. Sulla base delle normative vigenti, la retta viene stabilita in questo modo.
La R.S.A. è una struttura residenziale, le cui prestazioni sono contemplate nella tabella 1-C del DPCM 29 novembre 2001; essa rientra nei L.E.A., per l’insieme delle prestazioni sociosanitarie che vi vengono erogate.
La persona utente, lì ricoverata, viene chiamata a concorrere al costo del servizio, con il pagamento della retta, riguardante la quota non sanitaria, ovvero la cosiddetta quota “alberghiera”; mentre la quota sanitaria, per gli enti gestori “accreditati”, viene corrisposta dalla Regione, per il tramite dell’A.S.L. competente per territorio.
La quota sanitaria dovrebbe coprire il 50% della retta. In realtà nel 2008 la quota sanitaria rimborsata agli Enti gestori si aggirava per la nostra Provincia intorno al 40%.
Inoltre la Regione non adegua annualmente le quote di sua spettanza. Ad esempio nell’agosto del 2010 ha minimamente alzato la quota che era ferma al 2008.
Il contributo sanitario non è eguale per tutti gli utenti, ma commisurato alla gravità della non autosufficienza. La classificazione è fatta attraverso i S.O.S.I.A. Ecco le tariffe in vigore nel 2010 e nel 2011:
A partire dal 1 gennaio 2011 la Regione ha modificato le classi di sosia perché dalle rilevazioni si notava che c’erano classi quasi vuote. Ecco cosa succede, allora, dal 1 gennaio di quest’anno:
Vista la situazione creatasi con l’aumento del contributo sanitario nel 2010 quando le rette erano state aumentate, occorrerà verificare almeno che le nuove rette 2011 non siano aumentate in percentuale superiore al tasso di inflazione (al dicembre 2010 era del 1,9%, il doppio rispetto al 2008). Va, inoltre aggiunto che nella quota alberghiera dei costi, gli Enti Gestori inseriscono anche i costi degli interessi sui mutui o sui finanziamenti acquisiti per portare gli edifici nelle norme previste dalla Regione. Senza questi lavori, gli enti gestori non avrebbero l’accreditamento e, quindi, il contributo regionale.
Queste le percentuali d’incidenza della quota sanitaria per la singola RSA sul nostro territorio, rilevate nel 2010:
Rette minime:
Rette massime:
Come si noterà nelle rette minime in un solo caso si raggiunge il 40% della quota sanitaria. Il resto è sotto siamo ben lontani dall’obiettivo dichiarato del 50%.
Nelle rette massime, invece in quattro casi si supera il 50%. Una struttura è vicinissima al 50% e le altre sono sotto.
Queste percentuali sono orientative e possono variare se nel trattamento alberghiero gli enti gestori non includono delle spese. Sono cifre vicine alla realtà.
Con il 2011 cambieranno inoltre gli “addensamenti” (quantità ospiti per fascia) in cui si collocano gli ospiti delle Rsa. Se nel 2010 la suddivisione dei “degenti” in percentuale era questa:
Con il 2011 le nuove fasce cambieranno in questo modo:
“Se le percentuali degli “addensamenti” valessero anche per la nostra provincia, più dei due terzi degli ospiti delle RSA sarebbero molto lontani da un contributo regionale di carattere sanitario pari al 50% della spesa di degenza” ha spiegato Sala. “Poiché larga parte degli utenti ha già ricevuto la lettera delle RSA che aumentano le rette per il 2011, il pericolo dei contenziosi delle famiglie con i comuni aumenterà. La Regione sta tentando, con un progetto di legge di contenere il fenomeno delle sentenze dei TAR, ma, data la mancata emanazione da parte dello Stato di regolamenti, il rischio del contenzioso non diminuirà. I soggetti che rischiano di essere i veri danneggiati dai tagli trasversali di Tremonti e dalla poca voglia di fare riforme vere saranno ancora le famiglie e gli Enti Locali”.
