
L'auto della polizia locale all'ingresso principale
Tre agenti di polizia locale, il comandante Donato Alfiniti, il tecnico comunale geom. Nicola Pastore e un funzionario dell'Asl si sono presentati alle 15 di ieri pomeriggio presso l'azienda "Mandelli Scavi" di Via Pertini a Merate (frazione Brugarolo). Un'ispezione durata circa 2 ore, che ha avuto momenti di tensione per le modalità con cui si è svolta la "visita" e che ha portato i titolari a richiedere la presenza sul posto dei legali dell'azienda, avvocati Marco Parolari e Alberto Castelli, dei carabinieri e della stampa. Con tutta probabilità la vicenda avrà strascichi giudiziari non tanto per gli accertamenti svolti (che rientrano nei compiti della polizia locale) quanto per l'atteggiamento che avrebbero tenuto gli agenti, in particolar modo il Comandante, che si sarebbero rifiutati di qualificarsi, avrebbero reso dichiarazioni (secondo quanto riferito dai Mandelli e dagli avvocati) non corrispondenti al vero, non avrebbero fornito documenti comprovanti le ragioni del controllo e avrebbero redatto il verbale dell'ispezione non permettendo alla parte in causa di apporre le proprie osservazioni. Ma andiamo con ordine partendo dal racconto fatto "in presa diretta" dai titolari dell'azienda e dai loro legali.
Della vicenda, va aggiunto, si è immediatamente interessata la Giunta Municipale e in particolare gli assessori Andrea Valli e Massimo Panzeri e il consigliere Massimo Adobati assente il Sindaco per l'intero pomeriggio per le assemblee A.ATO e Silea. Questo il racconto degli imprenditori.

Le due auto della polizia locale parcheggiate davanti gli ingressi dell'azienda
Attorno alle 15 la Fiat Marea della polizia locale di Merate con alla guida l'agente Michele Gramazio, sul lato passeggero il comandante Donato Alfiniti, sui sedili posteriori il geom. Nicola Pastore e il funzionario dell'Asl, raggiunge il civico 37/F di Via Pertini, la laterale dell'area industriale. Parcheggiata l'auto nel cortile dell'azienda, il gruppo entra negli uffici e comunica di voler accedere all'interno della proprietà per la verifica della linea del confine con Cernusco Lombardone. Mentre i quattro, però, parlano con i titolari e con il geometra dell'azienda, due agenti di polizia locale, Ramona Noto e Roberta Raimondi, evidentemente su precisa indicazione, provvedono a portarsi nell'ingresso dei camion a ovest, dove un tempo si trovavano gli uffici e, stando sempre al racconto dei Mandelli e dei loro legali, iniziano a scattare fotografie all'interno della proprietà.

Claudia Castelli con gli avvocati
Marco Parolari e Alberto Castelli
"Abbiamo chiesto al comandante di mostrarci sia i documenti delle persone che si trovavano all'interno dell'azienda che quelli che comprovassero la ragione del controllo" ha spiegato Claudia Castelli, legale rappresentante della Mandelli Scavi "
ma ci è stato risposto dal comandante che non ce n'era bisogno. Stessa cosa hanno fatto i nostri avvocati che si sono precipitati sul posto non appena li abbiamo chiamati". "Appena siamo arrivati" ha raccontato l'avvocato Parolari
"abbiamo riformulato nuovamente al comandante Alfiniti la richiesta di poter visionare i documenti di riconoscimento e quelli relativi all'operazione ma ci è stato negato. L'ispezione, se così si può chiamare, è durata due ore, con la paralisi totale del lavoro. Gli agenti hanno girato ovunque, senza tra l'altro indossare alcun abbigliamento di sicurezza. Hanno scattato foto dentro e fuori e quando ho chiesto per l'ennesima volta di poter avere dei documenti mi è stato risposto che stavo facendo una domanda stupida e che le domande stupide le fanno le persone ignoranti". Mentre la titolare solleva il telefono e avverte i carabinieri di quanto sta accadendo, l'operazione si conclude in fretta e furia e, nonostante la richiesta degli avvocati di poter rilasciare delle osservazioni da riportare nel verbale, polizia locale, tecnico comunale e funzionario dell'Asl se ne vanno lasciando una copia del verbale sulla scrivania.
"I carabinieri ci hanno detto che non potevano intervenire perchè le pattuglie in servizio erano tutte occupate in altri interventi" ha proseguito Claudia Castelli
"e tra l'altro hanno usato un atteggiamento a dir poco sgarbato nei confronti di mio suocero, persona di 72 anni, malata di cuore che si trovava in ufficio. Il comandante si è rivolto a lui dicendo di allontanarsi che lo stava infastidendo e ha chiesto alle due vigilesse che si trovavano fuori di entrare e di restare all'interno dell'ufficio". Alle 16.50, stando all'orario riportato sul verbale, la visita si chiude.
"Quando abbiamo finalmente potuto visionare il verbale ci siamo trovati scritto che uno dei nostri geometri si era rifiutato di esibire i documenti" ha proseguito l'avvocato Parolari
"cosa assolutamente non vera: semplicemente non gli sono stati chiesti. Nello spazio riservato alle dichiarazioni si riporta che l'azienda non è in grado di presentare la dichiarazione per via del trasloco. Non è vero: abbiamo semplicemente chiesto di sapere quali erano i documenti che servivano perchè è in atto il trasloco e ci sono gli scatoloni ancora da svuotare. Siamo stati noi per primi che volevamo rilasciare dichiarazioni ma ci è stato impedito. Nessuno di noi contesta il controllo, ci mancherebbe altro. Ma non ci sono piaciute e contestiamo vivamente le modalità con le quali si è svolta tutta l'operazione. A chi ha ricevuto il gruppo all'ingresso principale è stato detto che doveva essere svolta una verifica dei confini con Cernusco, poi una volta all'interno si è scoperto che c'erano altri due agenti sul retro che stavano fotografando altro. Ora sul verbale leggiamo che si è accertata la presenza di materiale proveniente da demolizione che non era autorizzato e forse di una buca senza protezioni: nessuno ha chiesto ai titolari eventuali permessi o autorizzazioni. Procederemo per vie legali: verificheremo la correttezza di come si è svolta tutta l'operazione, valuteremo il contenuto del verbale redatto e poi decideremo anche se sporgere querela per l'offesa rivolta a me e al collega Castelli, apostrofati come stupidi e ignoranti per avere rivolto delle semplici domande, tra l'altro in qualità di legali di un cliente". 
Come dicevamo questa è la versione dell'azienda Mandelli e dei legali, raccolta direttamente sul posto. (Nell'articolo sotto, il racconto dell'accaduto nelle parole del comandante).
Ma che cosa avrebbe indotto Donato Alfiniti ad effettuare un'operazione di controllo così massiccia? Secondo lo stesso Comandante sarebbe stata una "nuvola di polvere" che aveva scorto mentre stava osservando auto usate presso un'autofficina posta a pochi metri dall'impresa Mandelli. E a confermare questa nuvola di polvere ci sarebbe anche un testimone eccellente: Annalena Codara, responsabile del servizio di segreteria generale del comune di Merate che, secondo una versione non confermata, era in auto con Alfiniti quando si è levata dall'area Mandelli la nuvola di polvere. Ritenuto un fatto grave e meritevole di approfondimento il Comandante avrebbe allertato immediatamente tre vigili urbani, si ritiene tutti quelli in servizio, l'ufficio tecnico e l'Asl per l'operatore dell'Agenzia Regionale Protezione Ambientale. Da una prima ricostruzione sembra che abbia anche tentato di contattare il Sindaco senza però riuscirvi. Sta di fatto che né il sindaco né gli assessori erano al corrente dell'operazione. Saputo dell'ispezione e delle rimostranze degli imprenditori si sono rapidamente portati alla Mandelli scavi l'assessore all'urbanistica avvocato Andrea Valli e il consigliere comunale della Lega nord dottor Massimo Adobati che hanno raccolto a loro volta le testimonianze delle persone presenti al fatto. Questa mattina Andrea Robbiani è in viaggio per Roma dove parteciperà alla manifestazione di protesta dei sindaci contro le restrizioni alla finanza locale e il patto di stabilità organizzata dall'Anci ma ha già chiesto agli assessori Massimo Panzeri e Andrea Valli di acquisire tutta la documentazione, i verbali e i rapporti per farsi un'idea chiara dell'accaduto.