Montevecchia: un convegno con esperti per parlare di amianto. Le testimonianze drammatiche di chi ha perso un famigliare


Nel pomeriggio di sabato, presso la casetta di Montevecchia, un convegno di tre ore con illustri ospiti ha informato i cittadini sui rischi connessi alla presenza dell'amianto sul territorio.
L'evento, organizzato dalla Consulta Ecologia di Montevecchia con il patrocinio del Comune e del Parco del Curone, ha richiamato un pubblico numeroso, a dimostrazione del coinvolgimento che suscitano i temi della tutela della salute e della salvaguardia ambientale.


L'incontro si è aperto con i saluti del sindaco Sandro Capra che ha sottolineato come in paese non si registrino particolari criticità rispetto ai comuni limitrofi, ma il fatto che il territorio del comune rientri interamente in un parco regionale sia quella ragione in più per affrontare il problema percorrendo tutte le strade possibili.

Cinzia Manzoni, Raffaele Straniero, Sandro Capra e Carlo Cavenaghi

La parola è quindi passata a Cinzia Manzoni, presidente del Gruppo Aiuto Mesotelioma di Lecco: "Il nostro intento è quello di informare, vogliamo che si parli di amianto perché sul tema troviamo sempre molta omertà nonostante il pericolo legato a questo materiale sia riconosciuto da anni. Alcune persone ci dicono che bonificare costa, ma è possibile dare un prezzo alla vita? Dopo solo 6 mesi una lastra di Eternit rilascia fibre, e i tetti presenti in Italia sono sicuramente precedenti al 1992, data in cui fu vietato".


"Il Gruppo Aiuto Mesotelioma - ha continuato la signora Manzoni - è nato per sensibilizzare ma anche per dare una mano alle persone colpite da questa terribile malattia e ai loro famigliari: il mesotelioma pleurico è un male devastante, difficile da diagnosticare e che lascia pochissime speranze di sopravvivenza. Tra gli altri motivi di disperazione ci sono anche l'incertezza e l'insicurezza di quello che sta capitando; e il dolore poi si trasforma in rabbia perché l'amianto, alla cui esposizione è dovuto questo tipo di tumore, è ovunque e oggi si sa con certezza che si tratta di un killer. Finora la malattia ha colpito principalmente coloro che hanno lavorato con l'Eternit, ma dobbiamo pensare alle prossime generazioni perché l'incubazione della malattia dura tra i 20 e i 40 anni. Una cosa è sicura: quando non ci sarà più l'amianto non ci sarà più il mesotelioma, per questo è importante fare testimonianza e convincere a bonificare".

Solo tra il 2015 e il 2016 sono 9 le persone morte di mesotelioma pleurico in provincia di Lecco. Per permettere al pubblico di farsi un'idea su ciò che hanno dovuto affrontare, i famigliari di alcune vittime della malattia si sono prestati a portare la loro testimonianza. Così la signora Paola, che già aveva perso il padre che aveva lavorato a lungo a contatto con l'amianto, ha raccontato di ciò che si prova a perdere la propria figlia, Jessica, a soli 27 anni per un mesotelioma senza riuscire ancora oggi a capire come abbia potuto contrarre la malattia. Lo stesso sgomento è stato condiviso dalla signora Nicoletta che in pochi mesi ha perso la mamma Pierluigia.

Paola e Nicoletta

"L'unica arma che abbiamo nella lotta contro il mesotelioma pleurico è quella di essere a conoscenza della sua causa: è dunque fondamentale eliminare l'amianto, ancora molto presente persino sui tetti delle scuole", ha dichiarato Marzia Bevilacqua, che per 5 anni è stata al fianco del padre malato, sopravvissuto a lungo grazie alla ricerca medica. "Mio padre ha fatto quasi 40 chemioterapie ed ha provato farmaci sperimentali. Oggi c'è un farmaco, il Gleevec, che permette di rallentare le metastasi e che allunga l'aspettativa di vita: in Italia è venduto a circa 3mila euro a confezione, ma fortunatamente in India è reperibile un farmaco generico a 150 euro perché in quel paese non riconoscono i brevetti sui farmaci salvavita e recentemente hanno vinto una causa storica contro l'azienda farmaceutica Novartis. Per non dover avere a che fare con tutto questo il mio invito è quello di denunciare all'Asl o al vostro comune di residenza se pensate che vicino a voi ci possano essere strutture in amianto, perché non è la singola fibra ma la costanza dell'inalazione anche di piccole percentuali ad essere pericolosa", ha concluso la rappresentante del forum Intopic.it che fa informazione su queste tematiche.

Marzia Bevilacqua


Secondo la società italiana di oncologia sono 3mila i morti ogni anno per malattie legate all'amianto (8 persone al giorno) e più di mezzo milione di italiani ha lavorato a stretto contatto con questo materiale.

"Le cifre però sono sottostimate", ha spiegato la giornalista Rosy Battaglia, autrice di un'inchiesta pubblicata sulla rivista Wired Italia che è partita dalla situazione in provincia di Lecco per arrivare fino in Puglia. "Con la legge n. 257 del marzo 1992 sulla cessazione dell'impiego dell'amianto era già previsto che scuole e luoghi pubblici dovessero essere bonificati. Abbiamo scoperto che non è così e il risultato è che in Lombardia il 30% dei casi di mesotelioma pleurico sono legati ad un'esposizione non professionale: il dato più alto d'Italia".

A questo problema si aggiunge quello delle ecomafie che si aggiudicano gli appalti per le bonifiche e quello del traffico di amianto che passa illegalmente per l'Italia diretto in India e in Russia, dove ancora viene prodotto e commercializzato.

Rosy Battaglia

"Una recente commissione d'inchiesta presentata in parlamento dalla senatrice Fabbri ha manifestato l'inefficienza dello Stato nel risolvere il problema Eternit. Com'è possibile che a distanza di 23 anni in alcune zone d'Italia non sia possibile reperire dalle Asl i dati sulla presenza di questo materiale nel territorio? Le attività di informazione sull'amianto, come quella di oggi, sono fondamentali perché si tratta della prima forma di prevenzione per la nostra salute; anche le piccole quantità infatti deteriorano e diventano un pericolo. Se lasciamo tutto all'autodenuncia dei cittadini non andremo però da nessuna parte, per questo bisogna insistere per la pubblicazione dei dati e delle mappature da parte della pubblica amministrazione", ha aggiunto la giornalista.

Quello della mappatura dell'amianto sul territorio è un impegno che la Consulta Ecologia del Comune di Montevecchia ha preso molto a cuore. L'opera dei volontari ed in particolare del dr. Carlo Cavenaghi ha permesso ricostruire dettagliatamente la situazione in paese ed in modo abbastanza preciso anche nei confini del Parco del Curone, dove ora le Guardie Ecologiche hanno anche il compito di segnalare la presenza del materiale.

Carlo Cavenaghi


"A Montevecchia tutto l'amianto deve essere rimosso e per questo cerchiamo di fare il possibile per mettere i cittadini a conoscenza dei rischi, soprattutto i nonni inconsapevoli che portano il nipotino a giocare nel pollaio con la tettoia in Eternit. Quando siamo partiti abbiamo rilevato la presenza di 13mila metri quadrati di amianto in paese e ne resta da togliere il 45%: da 57 siti registrati vogliamo arrivare a 0, ma vorremmo che la situazione venisse affrontata anche nei comuni vicini", ha spiegato Cavenaghi. "Lancio un appello: signori di Montevecchia, parlate con i vostri vicini e convinceteli a rimuovere i loro tetti in amianto. Posso testimoniare che si ottengono rimozioni illustrando banalmente la situazione".

Il dr. Antonio Ardizzoia, il dr. Almerico Marrucchella e Guido Torello

L'ultimo ospite a prendere la parola è stato il consigliere regionale del Partito Democratico Raffaele Straniero che ha spiegato come nel 2005 il Piano Regionale Amianto della Lombardia prevedesse l'eliminazione totale di questo materiale entro il 2016. Secondo il censimento del 2015 vi sono però ancora 3.900.000 metri cubi di amianto da rimuovere, ed ora lo smaltimento è fermo a circa il 27%.

"La proiezione, più realistica, da parte dell'Arpa è che dovremo avere a che fare con l'Eternit ancora per 10 anni. Dalla Regione sono state fatte cose importanti come la mappatura con telerilevamento aereo, i censimenti con autodenuncia, la regolamentazione e il monitoraggio delle attività di bonifica e il sostegno alle reti di comuni per lo smaltimento con economie di scala. Certo, servirebbe però un impegno più preciso da parte della giunta ad iniziare dalla stesura di un nuovo Piano Regionale per avere tempi certi di smaltimento e per la semplificazione delle procedure", è stata l'opinione conclusiva del politico.


Al termine del convegno tutti i presenti in sala sono stati invitati, come ringraziamento per il loro impegno, ad un piccolo rinfresco con i prodotti agricoli del Parco di Montevecchia.

Matteo Fratangeli
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