Cernusco: gli Alcolisti Anonimi da 30 anni sul territorio per aiutare chi è in difficoltà

BIll WIlson e Rob Smith
La speranza allora è che attraverso le loro parole si riesca a dare forma a dei volti segnati da una dura battaglia, infine vinta, da testimoniare a chi ne ha più bisogno. "Perché l'alcolismo è poco considerato dall'opinione pubblica e, soprattutto, dai servizi sanitari, ma come tutte le dipendenze si tratta di una vera e propria malattia ed Alcolisti Anonimi può essere un valido aiuto per venirne fuori".
Già da quasi mezzo secolo, dal 1956, l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito l'alcolismo una malattia: progressiva, inguaribile e mortale. L'alcolismo non è quindi un vizio o un qualcosa di cui doversi vergognare. Quasi sempre, da soli non si è in grado di farcela e per questo è fondamentale cercare aiuto.
Ce lo hanno raccontato Sara, Franco e Paolo, partendo dalle loro esperienze personali: "Cerchiamo di prendere l'iniziativa per farci conoscere e far vedere che ci siamo sul territorio. Normalmente le associazioni hanno dei ruoli, da noi tutto questo non esiste perché siamo tutti sullo stesso piano. Se siamo qui oggi è perché qualcuno, a turno, quando se la sente, svolge per gli altri dei servizi più impegnativi; per noi fa parte del recupero".
Alcolisti Anonimi è nata ufficialmente nel 1935 negli Stati Uniti. Bill Wilson, agente di borsa e alcolista considerato irrecuperabile dai medici, capì che l'unica cosa possibile da fare per smettere di bere era quella di condividere la sua situazione con quella di un altro alcolista: un famoso chirurgo, Rob Smith. Insieme, riuscirono a superare la loro malattia e in pochi anni ad aiutare e coinvolgere più di cento persone.
La loro esperienza venne documentata in un libro - ancora oggi punto di riferimento per gli Alcolisti Anonimi - e la loro storia fu raccontata da Jack Alexander sul Saturday Evening Post, diffondendo a livello mondiale i fondamenti del gruppo: l'anonimato, la condivisione delle esperienze, l'aiuto reciproco e la libertà dei suoi membri.
"Noi alcolisti siamo fatti con lo stampino - hanno spiegato ancora dal gruppo di Cernusco-Merate - possiamo arrivare da situazioni familiari e sociali molto diverse ma ci sono caratteristiche comuni che ci hanno portato sull'orlo del baratro. La prima cosa da fare per sfuggirgli è dichiarare di essere stati sconfitti dall'alcol. Poi viene il resto, tra cui lo spendersi per il gruppo e per gli altri: se uno tiene per sé ciò che ha imparato la sua sobrietà non sarà mai completa, è il modo migliore per acquisire stabilità altrimenti perdi la faccia con te stesso e con gli altri".
Alcolisti Anonimi è oggi presente in 142 paesi nel mondo. In Italia la prima esperienza nacque a Firenze nel 1977 ed oggi sono 96 i gruppi soltanto in Lombardia, 4 nella provincia di Lecco: Cernusco-Merate, Lecco, Bellano e Colico.
"Il gruppo di Merate è nato per iniziativa di un amico, scomparso da qualche anno, che aveva avuto delle esperienze nei gruppi di Milano e si è reso conto che nella nostra zona c'era la necessità di darsi da fare. Il 20 marzo del 1986 due persone diedero quindi vita al gruppo meratese e si impegnarono molto per entrare in contatto con i medici dell'Ospedale di Merate e con il Servizio per le Tossicodipendenze dell'Asl di Lecco", ha ricordato Paolo, che proprio grazie a quell'amico scomparso è riuscito, allora 33enne, a continuare il suo percorso verso la sobrietà. "Negli anni ci siamo ingranditi fino a coinvolgere nelle nostre riunioni 20 - 25 persone, ma negli ultimi tempi il numero di chi frequenta il gruppo è calato drasticamente. Vuoi perché è diminuita la sensibilità al problema, vuoi perché si pensa che tanto bevono tutti, vuoi perché ci sono i servizi sanitari, ora siamo solo una decina a riunirci un paio di volte a settimana a Cernusco, presso la sede del Centro Anziani".

Solitudine, disagio, inadeguatezza, sono questi i motivi per cui di solito una persona inizia a bere e non riesce a smettere. "Sono poche le persone che si rendono conto che la loro è una malattia e che hanno la forza di mettersi in gioco. Anche nei casi più gravi i momenti di lucidità per capire la situazione ci sono, da quei momenti deve nascere la volontà di ricominciare a vivere", ha rivelato Sara, una giovane ragazza oggi segretaria del gruppo meratese, che qualche anno fa è stata salvata anche grazie al reparto psichiatria dell'Ospedale di Merate. "Il gruppo mi ha accolta e ho subito percepito di avere qualcosa in comune con tutti loro. Ero appena uscita da una comunità, dove ti insegnano come rispettare le regole, e per una serie di coincidenze e grazie all'interessamento del dottor Gedeone Baraldo ho conosciuto persone che mi hanno salvato la vita standomi vicini. Ora mi sento in dovere di prestare servizio per gli altri".
Il gruppo, come tutti quelli che aderiscono agli Alcolisti Anonimi, non è finanziato da nessun ente civile o religioso. Una regola fondamentale è infatti quella dell'autofinanziamento, non per orgoglio ma per diventare responsabili di se stessi.
"Siamo in cammino, non siamo più quello che eravamo ma non ancora quello che vorremmo essere", dice Paolo che ha smesso di bere dopo aver visto e soprattutto ascoltato nei gruppi milanesi come i senza tetto, persone che non hanno nulla, riuscissero ad abbandonare la bottiglia e ad essere più felici di lui.
Proprio l'ascolto è fondamentale, ed infatti un servizio telefonico di ascolto continuo è messo a disposizione dagli Alcolisti Anonimi di Cernusco-Merate.
"Bisogna sempre esserci nei momenti di debolezza - ha preso la parola Franco, persona allegra e solare - perché, come è successo a me, basta un solo bicchiere per ricominciare a bere. Il percorso verso la sobrietà può durare anche molti anni e il pericolo delle ricadute è sempre in agguato; anche se si sentono spesso le stesse cose alle riunioni, il gruppo però è lì a sostenerti e con il tempo si diventa amici".
L'anonimato mette tutti sullo stesso piano, e tra chi è nel gruppo da anni e chi lo frequenta per la prima volta l'unica differenza è un solo bicchiere bevuto.
"Per via dell'anonimato è difficile dire quante persone abbiamo aiutato negli anni - hanno spiegato dal gruppo - sicuramente per la maggior parte si tratta di uomini e di ogni ceto sociale. Facciamo anche interventi all'interno delle famiglie e servizio in ospedale; al Mandic siamo presenti da 25 anni condividendo la sede dei volontari ospedalieri, anche se una maggiore pubblicità da parte dei medici e della struttura ci sarebbe utile per raggiungere chi ha bisogno".
Il gruppo degli Alcolisti Anonimi, per 28 anni con sede a Merate, dal 2014 si riunisce a Cernusco Lombardone grazie alla disponibilità del sindaco Giovanna De Capitani. Per anni i membri dell'associazione hanno cercato in città una sede alternativa all'oratorio di Merate - la cui chiusura durante le festività impediva al gruppo di essere sempre presente in caso di bisogno - ma le diverse amministrazioni non si sono dimostrate sensibili al problema. Ora a Cernusco, presso il Centro Anziani, ogni 2 mesi si svolgono riunioni pubbliche ed è attivo anche un gruppo di familiari e amici degli Alcolisti Anonimi.
Il 20 marzo, con il patrocinio del Comune di Cernusco e del Comune di Monticello Brianza, dove da un paio d'anni il gruppo locale ha dovuto chiudere per mancanza di volontari, gli Alcolisti Anonimi di Merate-Cernusco proporranno in sala civica un incontro dal titolo "Io sono responsabile" e in questo modo, senza dimenticare il rinfresco (rigorosamente analcolico!), festeggeranno il loro 30esimo compleanno.
Sarà sicuramente il modo migliore per tenere fede al testamento spirituale del fondatore Bill Wilson, che ben prima della nascita del gruppo meratese scrisse: "Sempre e comunque, quando qualcuno chiederà aiuto io voglio che Alcolisti Anonimi siano pronti a tendere la mano".
Per contatti, informazioni o richieste di aiuto: 334 - 3953024 oppure aa.merate@aa-arealombardia.it
Matteo Fratangeli