Merate: l'Aido incontra gli studenti del liceo Agnesi e parla di donazione di organi

Si è svolto sabato 23 gennaio nella aula magna del polo degli istituti superiori di Merate l'incontro organizzato dall'AIDO per sensibilizzare i ragazzi delle classi quarte a prendere coscienza sulla donazione, argomento che normalmente non viene affrontato durante il corso degli studi.

Daniele Sorzi, il dott. Paolo Aseni e il presidente Aido Bruno Bosisio

Bruno Bosisio, presidente della sezione AIDO di Merate, ha dato il via all'incontro, in primis ringraziando la dirigente scolastica Manuela Campeggi, il professore referente Fausto Personeni e i relatori presenti, il Dott. Paolo Aseni e Daniele Sorzi, presidente AIDO di Paderno e rappresentante della commissione AIDO per le scuole della provincia di Lecco. In seguito ha poi tenuto a spiegare che la sezione di Merate, a quarant'anni dalla sua fondazione, conta attualmente 830 iscritti a Merate, 145 a Cernusco e 131 a Montevecchia.

La parola è passata poi a Daniele Sorzi che ha spiegato ai ragazzi l'importanza della presenza di una dichiarazione di volontà, sia positiva che negativa: l'anno scorso infatti 700 persone in attesa di un trapianto non l'hanno ricevuto poichè i parenti dei possibili donanti non hanno saputo scegliere in tempo. La dichiarazione si può apporre sulla propria carta d'identità oppure si può comunicare alla Asl o direttamente all'AIDO.


"Bisogna parlare con il cuore quando si affronta questo argomento; è normale provare un po' di imbarazzo perchè ci si trova inevitabilmente a parlare di una persona che non c'è più": ha iniziato così il suo intervento il dott. Paolo Aseni dell'ospedale Niguarda di Milano, esperto di trapianti. "Un punto che tengo a sottolineare è la differenza tra lo stato di coma e lo stato di morte: spesso i media non spiegano correttamente quando avviene un trapianto, lasciando così immaginare all'opinione pubblica che l'operazione viene effettuata su persona ancora viva. Un trapianto avviene nelle sei ore immediatamente successive al decesso cerebrale di un soggetto, ovvero quando vi è uno stato di incoscienza, la totale assenza di riflessi tronco-cerebrali e del respiro spontaneo: nello stato di coma, anche profondo, queste funzioni sono presenti". Ha poi continuato la sua relazione spiegando l'evoluzione della tecnica dei trapianti nella storia, partendo dalla mitologia greca arrivando ai giorni nostri; è stato poi illustrato ai ragazzi cosa avviene quando vi è la segnalazione di un possibile donatore: "si hanno a disposizione sei ore per poter effettuare un prelievo di organi da un soggetto deceduto. In questo lasso di tempo l'équipe scelta per il prelievo deve recarsi il più velocemente possibile nell'ospedale dove si trova il donatore: spesso intervengono più équipe contemporaneamente poichè gli organi trapiantabili sono più di uno e sono destinati a soggetti diversi, quindi in sala operatoria deve crearsi una sinergia per poter collaborare tutti insieme".

In Italia si effettuano 3.000 trapianti ogni anno (50.000 in Europa) e il nostro Paese si trova al secondo posto in Europa, dopo la Spagna, per il numero di donatori per milione di abitanti; gli organi trapiantabili sono il cuore, il fegato (in parti o nella sua totalità), i polmoni, i reni, il pancreas, l'intestino e tessuti vari. Alcuni organi sono esportabili anche da viventi, come il fegato e i reni: il fegato è un organo che si rigenera quindi è asportabile anche solo in una piccola parte, il rene spesso viene asportato da un soggetto vivo, ovviamente consenziente, poichè è possibile vivere anche con uno solo di essi. Dopo le domande gli studenti la parola è passata a chi ha subito un trapianto: lo stesso Daniele Sorzi (trapiantato di fegato) e Ferruccio Bonfanti di Pagnano che ha subito nel 2011 un trapianto di cuore.

Da sinistra Daniele Solzi, dott. Paolo Aseni, Ferruccio Bonfanti, Bruno Bosisio, Francesco Borri e Haitem Taj


Tra le testimonianze ci sono state anche quelle di due studenti del liceo, Francesco Borri e Haithem Taj che hanno "lasciato il segno" per l'età e l'esperienza già provate e per la genuinità e sincerità con cui i due giovani hanno spronato i coetanei a non considerare questo argomento un tabù.

Beatrice Frigerio

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