La festa dell’Arma, Rocco Italiano: servitori al servizio della Legge contro arbitrii e abusi
Sono stati Monsignor Maurizio Rolla, vicario episcopale di Lecco e Don Andrea Lotterio, parroco di Malgrate e cappellano di tutte le Forze dell'Ordine, a celebrare quest'oggi, alle ore 11, nel Santuario di Nostra Signora Della Vittoria a Lecco, la Messa in onore della Madonna della Fedeltà' nonché patrona dell'Arma dei Carabinieri, la cosiddetta 'Virgo Fidelis'.
In un clima di grande riverenza, con l'Arma in servizio e alla presenza di numerosissime autorità civili, la celebrazione ha riattraversato il profondo legame che lega la Vergine Maria, esempio di fedeltà piena e totale, allo spirito stesso dell'Arma dei Carabinieri, che su tale concetto ha eretto il proprio impegno al servizio dello Stato e del cittadino.
"Nella memoria liturgica della presentazione della beata Vergine Maria festeggiamo oggi la Virgo Fidelis. E' proprio la fedeltà al servizio espressa nel nostro motto 'nei secoli fedele' che qualifica l'agire di ognuno di noi: la Vergine Maria ci indica la strada insegnandoci che è sempre possibile percorrere la via di un dovere assunto con fedeltà, con amore, senza tentennamenti e con impegni di giustizia e di equità di fronte a situazioni difficili e complesse", ha detto il tenente colonnello Rocco Italiano, comandante provinciale dell'Arma dei Carabinieri, rivolgendosi ai presenti e in particolare ai 'suoi' uomini.
La ricorrenza della Virgo Fidelis, che è caduta quest'anno nel 50° di fondazione della sezione dell'Arma di Lecco, risale all'11 novembre 1949, quando Pio XII proclamava ufficialmente Maria 'Virgo Fidelis Patrona dei Carabinieri', fissando la celebrazione della festa il 21 novembre, in concomitanza della sua presentazione al Tempio. Il ricordo della Madonna è stato così legato alla 'Battaglia di Culqualber', evento bellico del 21 novembre 1941, che rievoca il sacrificio cruento del 1° Battaglione Carabinieri Zaptiè in Africa orientale per la difesa del caposaldo di Culqualber i cui caduti son entrati a far parte della folta schiera di Carabinieri che, in pace e in guerra, hanno saputo compiere il loro dovere, fino all'estremo sacrificio, per tener fede al giuramento prestato.
L'importanza di un impegno intimamente sentito come 'morale' al punto di accettare anche il proprio sacrificio, sono stati sottolineati con enfasi anche dalle parole di Monsignor Maurizio Rolla durante la predica: "La Virgo Fidelis si fa trapassare da una spada per non sottrarsi al proprio dovere, così come voi dareste la vita per fare la cosa giusta. La gente fa affidamento su di voi: non siate mai superficiali, perché loro vi confidano quello che sono". Un richiamo, questo, che lo stesso tenente colonnello Rocco Italiano ha raccolto per infiammare nuovamente l'ardore dei suoi uomini: "Miei carabinieri, noi abbiamo uno scopo nella vita, noi serviamo gli altri, e non solo in quanto utili e necessari al mantenimento dell'ordine e della sicurezza pubblica, ma in quanto servitori dello Stato e dei suoi cittadini. Il nostro è per l'appunto un quotidiano servizio alla dignità intangibile di ogni persona umana, specialmente quella dei più deboli, che va costantemente nutrito dalla consapevolezza che siamo al servizio della legge contro ogni forma di arbitrio, di abuso e sopraffazione. Contro la legge della 'forza' il debole ha soltanto il sostegno della forza della legge. Il nostro servizio offre un contributo di inestimabile valore alla comunità civile perché non precipiti nella crisi più pericolosa che possa affliggere una comunità umana, ossia la superiorità dell'arbitrio sulla legge, della violenza sulla giustizia".
Durante la celebrazione, il tenente colonnello Rocco Italiano ha rivolto un pensiero anche agli orfani, di cui ricorre oggi la giornata a loro dedicata: "gli orfani sono assistiti e confortati con amorevole cura dall'Arma attraverso l'opera nazionale Assistenza Orfani Militari Arma Carabinieri, che li sostiene negli studi sino al conseguimento del diploma di laurea. A loro, primi destinatari del dolore, rivolgiamo il più sentito pensiero".
Il profondo discorso si è infine concluso con un rimando alle parole del Generale francese Gioacchino Ambert che , verso la metà del 1800, tracciava un profilo commovente e al tempo stesso vero del carabiniere italiano:
"Io l'ho visto soccorrere i prigionieri con la devozione della suora di carità; l'ho visto confortare il condannato a morte, come fa il sacerdote col moribondo; l'ho visto dopo le cruente lotte civili curare i feriti, come fa il medico; l'ho visto nella famiglia calmare gli odi ed i rancori, come fa il confessore; l'ho visto presiedere le feste del villaggio, come fa il vecchio patriarca della tribù; l'ho visto combattere come guerriero; l'ho visto soffrire in silenzio come il religioso; l'ho visto morire come martire".
"Questa non è poesia, né enfasi. Questi sono modelli di santità in divisa ai quali tutti noi siamo chiamati". Gli applausi sono giunti scroscianti.
In un clima di grande riverenza, con l'Arma in servizio e alla presenza di numerosissime autorità civili, la celebrazione ha riattraversato il profondo legame che lega la Vergine Maria, esempio di fedeltà piena e totale, allo spirito stesso dell'Arma dei Carabinieri, che su tale concetto ha eretto il proprio impegno al servizio dello Stato e del cittadino.
"Nella memoria liturgica della presentazione della beata Vergine Maria festeggiamo oggi la Virgo Fidelis. E' proprio la fedeltà al servizio espressa nel nostro motto 'nei secoli fedele' che qualifica l'agire di ognuno di noi: la Vergine Maria ci indica la strada insegnandoci che è sempre possibile percorrere la via di un dovere assunto con fedeltà, con amore, senza tentennamenti e con impegni di giustizia e di equità di fronte a situazioni difficili e complesse", ha detto il tenente colonnello Rocco Italiano, comandante provinciale dell'Arma dei Carabinieri, rivolgendosi ai presenti e in particolare ai 'suoi' uomini.
Il ten. col. Rocco Italiano
La ricorrenza della Virgo Fidelis, che è caduta quest'anno nel 50° di fondazione della sezione dell'Arma di Lecco, risale all'11 novembre 1949, quando Pio XII proclamava ufficialmente Maria 'Virgo Fidelis Patrona dei Carabinieri', fissando la celebrazione della festa il 21 novembre, in concomitanza della sua presentazione al Tempio. Il ricordo della Madonna è stato così legato alla 'Battaglia di Culqualber', evento bellico del 21 novembre 1941, che rievoca il sacrificio cruento del 1° Battaglione Carabinieri Zaptiè in Africa orientale per la difesa del caposaldo di Culqualber i cui caduti son entrati a far parte della folta schiera di Carabinieri che, in pace e in guerra, hanno saputo compiere il loro dovere, fino all'estremo sacrificio, per tener fede al giuramento prestato.
L'importanza di un impegno intimamente sentito come 'morale' al punto di accettare anche il proprio sacrificio, sono stati sottolineati con enfasi anche dalle parole di Monsignor Maurizio Rolla durante la predica: "La Virgo Fidelis si fa trapassare da una spada per non sottrarsi al proprio dovere, così come voi dareste la vita per fare la cosa giusta. La gente fa affidamento su di voi: non siate mai superficiali, perché loro vi confidano quello che sono". Un richiamo, questo, che lo stesso tenente colonnello Rocco Italiano ha raccolto per infiammare nuovamente l'ardore dei suoi uomini: "Miei carabinieri, noi abbiamo uno scopo nella vita, noi serviamo gli altri, e non solo in quanto utili e necessari al mantenimento dell'ordine e della sicurezza pubblica, ma in quanto servitori dello Stato e dei suoi cittadini. Il nostro è per l'appunto un quotidiano servizio alla dignità intangibile di ogni persona umana, specialmente quella dei più deboli, che va costantemente nutrito dalla consapevolezza che siamo al servizio della legge contro ogni forma di arbitrio, di abuso e sopraffazione. Contro la legge della 'forza' il debole ha soltanto il sostegno della forza della legge. Il nostro servizio offre un contributo di inestimabile valore alla comunità civile perché non precipiti nella crisi più pericolosa che possa affliggere una comunità umana, ossia la superiorità dell'arbitrio sulla legge, della violenza sulla giustizia".
Durante la celebrazione, il tenente colonnello Rocco Italiano ha rivolto un pensiero anche agli orfani, di cui ricorre oggi la giornata a loro dedicata: "gli orfani sono assistiti e confortati con amorevole cura dall'Arma attraverso l'opera nazionale Assistenza Orfani Militari Arma Carabinieri, che li sostiene negli studi sino al conseguimento del diploma di laurea. A loro, primi destinatari del dolore, rivolgiamo il più sentito pensiero".
Il profondo discorso si è infine concluso con un rimando alle parole del Generale francese Gioacchino Ambert che , verso la metà del 1800, tracciava un profilo commovente e al tempo stesso vero del carabiniere italiano:
"Io l'ho visto soccorrere i prigionieri con la devozione della suora di carità; l'ho visto confortare il condannato a morte, come fa il sacerdote col moribondo; l'ho visto dopo le cruente lotte civili curare i feriti, come fa il medico; l'ho visto nella famiglia calmare gli odi ed i rancori, come fa il confessore; l'ho visto presiedere le feste del villaggio, come fa il vecchio patriarca della tribù; l'ho visto combattere come guerriero; l'ho visto soffrire in silenzio come il religioso; l'ho visto morire come martire".
"Questa non è poesia, né enfasi. Questi sono modelli di santità in divisa ai quali tutti noi siamo chiamati". Gli applausi sono giunti scroscianti.
Giulia Achler