Andrea Massironi: dal liceo Agnesi fino al Cern di Ginevra per essere open mind



Andrea Massironi (a destra) con il sindaco Ugo Panzeri

La passione per la fisica che lo ha portato al CERN (Centro Europeo per la Ricerca Nucleare) è maturata sul banco di un'aula del liceo scientifico "Agnesi" di Merate durante il primo anno di studi. Qui Andrea Massironi, nato a Brivio una trentina di anni fa, ha iniziato ad approfondire la materia che era prevista dall'indirizzo scelto, il PNI (Piano Nazionale Informatica). 
«La fisica mi è piaciuta da subito perché risponde alle domande - ci ha detto raccontando la strada in costante ascesa - L'ho studiata durante i cinque anni del liceo e poi mi sono iscritto alla facoltà di fisica presso l'Università degli Studi di Miano - Bicocca, ho frequentato il corso di specialistica per la fisica delle particelle e poi ho seguito il dottorato che ho concluso nel 2013». Il primo contatto con il prestigiosissimo CERN di Ginevra è avvenuto durante il ciclo di laurea triennale, quando Andrea ha colto l'opportunità di svolgere lì uno stage curricolare e, dopo il dottorato, con una brillante crescita ha iniziato a lavorare per la Northeastern University di Boston, distaccandosi presso il CERN di Ginevra. «Fatta eccezione per le conferenze fuori sede, lavoro quasi esclusivamente lì, in un gruppo multiculturale, composto per il 40% da italiani che operano anche per enti esteri. Sono a stretto contatto con un brasiliano, uno statunitense, un giapponese, un cinese e una docente italiana che lavora a Boston. È un contesto ricco» ha commentato Andrea.



Dallo scorso giugno, dopo una pausa di circa un anno, il team in cui è inserito il cittadino di Brivio, si occupa di analizzare i dati ricavati dalle varie misurazioni effettuate perché, per quanto si sia scoperto il bosone di Higgs noto anche come "particella di Dio", resta ancora tanto da svelare, specialmente se spinti dall'entusiasmo che traspare spontaneamente dalle parole del fisico. «L'importante è fare qualcosa che piace e che diverta, ovviamente mettendo in conto di dover faticare per raggiungere l'obiettivo. Per chi studia fisica ci sono prospettive lavorative, anche fuori dall'Italia, e si possono trovare altre occupazioni rispetto all'insegnamento. Il mio desiderio è lavorare in un'università» sul cui nome non si è sbilanciato perché, come ci ha detto, «si deve essere open minded» ovvero aperti a tutte le possibilità.
Federica Conti
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