Monica Maggioni la ''ragazza di Cernusco'' che ha scalato la vetta Rai parla agli studenti di Agnesi e Viganò. ''Ma il mio lavoro è fare la giornalista e lo sarà per sempre''

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Sobria e sorridente, con una maglia bianca, pantaloni e blusa neri, scarpe rigorosamente basse e comode color bordeaux, borsetta sottobraccio, Monica Maggioni presidente RAI ha fatto il suo ingresso nell'aula magna degli istituti superiori di Merate, che già dalle 20.30 faceva registrare il tutto esaurito.


Una serata, quella organizzata dalla Semina in collaborazione con il liceo Agnesi e l'ITC Viganò, che è andata oltre ogni aspettativa e che ha spaziato dall'esperienza sui fronti di guerra fino alle regole del mestiere, passando per i "limiti" e i doveri dell'informazione fino all'organizzazione di un palinsesto televisivo, alla sfida di internet e all'obiettivo giovani.

La presidente RAI Monica Maggioni



Incalzata dalle domande di Federico ed Emanuele, Monica Maggioni, una vita interamente votata al giornalismo, nativa di Cernusco (e, infatti, a partire dal papà Paolino, alla mamma, ai parenti più stretti e agli amici erano tutti presenti), ha raccontato con la loquacità e la gestualità che le sono proprie, prime fra tutte la penna sempre tra le dita e le braccia appoggiate alla scrivania, il suo essere al servizio dell'informazione.

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"E' il lavoro che sognavo di fare sin da ragazzina" ha esordito "attraverso il racconto delle storie, di quello che vedi, attraverso l'entrare nelle storie puoi dare una mano a costruire un pezzo di realtà. Arrivare dentro le storie vuol dire cercare di capire le ragioni che muovono le cose. Io volevo arrivare ai fronti di guerra, alle zone di crisi, volevo raggiungere quei punti dove la realtà non fa sconti a nessuno. Decidere di raccontare le cose per quello che sono non è diverso se sei nella situazione estrema o sei stai raccontando il quotidiano del posto in cui vivi. I codici che applichi devono essere gli stessi. L'idea che mi ha sempre mosso è quella del racconto, di restituire dei pezzi di mondo e di realtà, delle storie a chi non li poteva vedere. C'è qui l'enorme responsabilità che tu sei gli occhi, lo sguardo, la possibilità conoscenza di chi non è lì".

In primo piano il papà Paolo con la mamma

La chiacchierata si è poi spostata su un tema attuale, quello dell'ISIS e dei filmati delle esecuzioni che Monica Maggioni, ai tempi direttrice di RaiNews24, aveva deciso di non mandare più in onda per non fare da cassa di risonanza ai terroristi, pur dando informazione di quanto stava accadendo senza però diventare il loro palcoscenico.

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"La censura non mi appartiene, culturalmente e come pensiero. Ho avuto il privilegio di poter raccontare sempre quello che avevo davanti agli occhi. Spesso il giornalista fa il proprio lavoro fino in fondo anche se poi ciò che lo circonda non è pronto a raccogliere e intercettare quanto sta raccontando. Allora le sue parole restano come granelli che, con il tempo, assieme, fanno massa critica". E sempre in tema di libertà di informazione ha precisato: "Nelle reti italiane di censura ce n'è poca mentre di conflitto di interessi ne abbiamo tanto. E questo è ciò che ha fatto malissimo al sistema della comunicazione nel nostro Paese. La vera censura è in altre parti del mondo, non da noi dove la democrazia permette sempre di avere dei canali informativi alternativi. Nell'epoca di internet gli stessi regimi devono applicare la censura a monte".


Prudente la risposta sui limiti all'informazione e i pericoli che ne derivano. "Il dovere dell'informazione non può avere limiti perchè sarebbe una contraddizione. Altro è il senso di responsabilità. Si tratta di uno stranissimo bilanciamento dove il giornalista deve essere consapevole che raggiunge migliaia di persone, a volte anche milioni, e può avere un impatto enorme con quello che dice. Più che di limite parlerei dell'esistenza necessaria di un estremo senso di responsabilità. Bisogna avere l'onesta intellettuale di dire: io sono qua, capisco e vedo questo e questo è ciò che vi restituisco".


Passando poi dal rapporto tra RAI e Governo, dalla selezione delle notizie e dal loro ordine nonché spazio all'interno del palinsesto televisivo fino a come si affrontano temi a grande impatto, come quelli dell'immigrazione e dello spostamento di popoli interi verso altri continenti, Monica Maggioni è stata traghettata a parlare di internet e del ruolo oggi del giornalista in un mondo dove, con un click, si ha accesso a qualunque tipo di informazione. "Oggi questo mestiere è ancora più importante. Oggi le persone cercano il blogger più preparato, cercano autorevolezza e questo rimette al centro il lavoro del giornalista. Non ci sarà mai un giornale che possa esaurire tutta la gamma di opinioni su un fatto. Non credo a un giornalismo perfetto ma a quello che onestamente cerca di fare il proprio lavoro. E in questo caso diventa fondamentale capire chi è il tuo editore. Il servizio pubblico, in questo senso, diventa fondamentale per fare una informazione che non abbia interessi precisi, di alcuna parte".


La conclusione, inaspettata, è stata probabilmente la più bella che la dottoressa Maggioni potesse attendersi con la domanda di una ragazza dal pubblico. "E a noi giovani, la RAI che spazio riserva?".

"E' vero" ha risposto con grande sincerità "fino ad oggi non ci siamo occupati di voi giovani ma ora dobbiamo andare nella vostra direzione, trovando i linguaggi e i codici per incontrarvi e dare una risposta alle vostre domande".

 

Federico ed Emanuele con la presidente Maggioni


La serata si è conclusa con le foto di rito cui la presidente RAI non si è sottratta e l'autografo sulla copertina dei libri, a ricordo di una serata con la "ragazza di Cernusco" che ha scalato tutta la montagna fino ad arrivare a una vetta tanto alta quanto impegnativa dalla quale, però, ammette scenderà perchè "sarà solo per qualche anno, ora devo lavorare per creare le condizioni affinchè altri possano fare questo mestiere, poi non so dove né come né con chi ma io voglio tornare a fare la giornalista perchè è il mio lavoro e lo sarà per tutta la mia vita".
Saba Viscardi

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