Merate, variante al PGT/8: tra le vie Bergamo e Campi ben 5 istanze di cambi d’uso da produttivo a commerciale/terziario

I lettori ricorderanno che le ultime puntate del nostro viaggio all'interno della variante allo strumento urbanistico cittadino che la Giunta Massironi sta affrontando riguardavano alcuni degli ambiti più pregevoli del paesaggio urbano, quali villa Subaglio e la Piazza Prinetti, interessati da possibili cambi di destinazione d'uso. Abbiamo illustrato nei particolari cosa veniva chiesto e proposto - del tutto legittimamente - dai proprietari degli immobili interessati e abbiamo tentato di leggere le istanze, presentate ormai quasi un anno fa, alla luce della bozza di Piano delle Regole che il 30 luglio è stata presentata dall'Assessore Vivenzio alla Commissione urbanistica, in vista dell'adozione da parte del Consiglio Comunale. 

Ora intendiamo spostare l'attenzione su altre istanze, che riguardano edifici già esistenti e localizzati in posizione diversa, magari meno delicata dal punto di vista storico o paesaggistico, ma che sono comunque degne di attenzione, perché sintomatiche di possibili trasformazioni urbane di rilievo. 

Istanza n. 25
 

Istanza n.25 - la signora Patrizia Sala, legale rappresentante del Maglificio Febe di Sala Patrizia S.a.s., con sede a Merate, via Campi, nella propria istanza chiede che lo stabilimento in cui attualmente si svolge l'attività, facente parte del tessuto "P2 - tessuto produttivo artigianale-industriale di media dimensione" venga trasformato in tessuto P5, a destinazione prevalentemente commerciale, terziaria e direzionale. La signora Sala per sostenere la sua richiesta menziona la congiuntura economica non più ottimale per il settore tessile e sottolinea come la vicina via Bergamo sia già interessata da altre realtà a destinazione commerciale.

Istanza n. 28 (civico 30) - Istanza n. 40



Istanza n.28 - Il signor Luigi Losa, legale rappresentante della società CORNER S.r.l. di Lecco, presenta una richiesta riguardante un capannone industriale - del tutto analoga a quella di cui alla precedente Istanza n.25 - situato in via Bergamo civico n.30. Anche in questo caso la proposta è quella di un cambio di destinazione d'uso. Giustificazione: l'edificio già esistente avrebbe caratteristiche compatibili più con la destinazione commerciale che con quella produttiva.

 
Istanza n.40 - di tenore altrettanto analogo con quello delle due istanze già illustrate è l'istanza n.40, protocollata in Comune il 29 settembre 2014 e, verrebbe da dire, scritta a quattro mani, in quanto presentata dal medesimo signor Luigi Losa (firmatario anche dell'istanza n.28) e dal signor Enrico Sangiorgio, legale rappresentate della società MARIDA S.r.l. di Merate anch'essa titolare di diritti reali sul medesimo capannone di via Bergamo n.30. 

Questa Istanza n.40 ci sembra di particolare interesse per vari motivi. Formalmente presenta la stessa grafica e gli stessi font, oltre che dell'Istanza n.28, anche dell'istanza n.25 presentata dalla signora Sala per il maglificio FEBE. Inoltre ha un contenuto eminentemente teorico, tecnico e anche politico. C'è un preambolo in cui si sottolinea come le necessità degli imprenditori debbano essere il più possibile assecondate e agevolate dallo strumento urbanistico in un momento economico così difficile. Dopodiché si arriva al nocciolo della questione e i signori Losa e Sangiorgio chiedono esplicitamente che la variante al Pgt "NON ponga limitazioni di funzioni ammesse nel tessuto urbano interessato" dal capannone di via Bergamo n.30. Nel successivo passaggio l'istanza  fa riferimento alle presunte limitazioni percentuali che il Pgt vigente prevederebbe. Quindi si chiude con una sorta di invocazione alla benevolenza dell'Amministrazione, il cui testo è il seguente: "(i sigg.Losa e Sangiorgio ndr).....Vogliono credere che un'Amministrazione che abbia a cuore il bene della propria Città si adoperi affinché nessuna attività economica sia frustrata nella propria iniziativa di generare lavoro, sviluppo e ricchezza a vantaggio della collettività, a causa di norme eccessivamente e irragionevolmente rigide e vincolistiche".


Al di là del merito, cui si può anche convenire, sorge però spontanea la curiosità di sapere se dietro queste 3 istanze, tutte così simili, vi sia la regia di un tecnico, architetto o al limite di un geometra, vicino alla Giunta Massironi o più in generale all'ambiente movimentistico che costituisce l'anima di "Più Merate", o se le pure evidenti affinità siano frutto del caso. Sarà utile anche conoscere in sede di commissione, dove le istanze dovrebbero tornare per essere commentate e valutate una ad una, come si espliciti e in che cosa consista la mancanza di ragionevolezza nelle attuali norme tecniche del Pgt, delle quali si lamentano i proprietari dei capannoni di via Bergamo e via Campi, se si pensa che i suddetti edifici sono stati costruiti dai loro proprietari come immobili a destinazione produttiva, e che potrebbero anche avere beneficiato di qualche agevolazione fiscale. Ma riprendiamo il viaggio perché la via Bergamo risulta essere uno degli snodi fondamentali di questa variante che, come detto, apparentemente modifica poco ma nella realtà trasforma moltissimo.

Istanza n. 59 (civico 45)



Istanza n.59 - E' stata presentata l'ultimo giorno utile, cioè il 30 settembre 2014 dal signor Gianmario Consonni di Merate, proprietario di un fabbricato industriale sito in via Bergamo al civico 45 individuato al catasto al mappale 3413 fg.6 e ubicato in base al PGT vigente in zona P4 "Tessuto produttivo con fronti commerciali/direzionali". Anche in questo caso lo scrivente non ritiene condivisibile la limitazione ai fattori legati all'affluenza di clienti "...poiché l'immobile ha accesso direttamente in via Bergamo che..... risulta in grado di assorbire l'eventuale aumento del flusso veicolare....". Anche in questo caso come nei precedenti si fa riferimento alla crisi economica, alla necessità di maggiore flessibilità nell'utilizzo delle strutture e, in definitiva si chiede che in zona P4 sia eliminato a innalzato il vincolo del 30% della superficie lorda di pavimento (SLP) quale limite per le funzioni compatibili e che l'immobile possa ospitare attività commerciali con superfici di vendita fra 600 e 1.500 mq.
 

Istanza n. 78 (civico 60)

 
Istanza n.78 - Si tratta dell'ultima istanza, presentata tardivamente cioè il 19 maggio 2015. A firmarla è il signor Pietro Magni legale rappresentante della Immobiliare Sicca Srl di Usmate Velate, proprietaria del fabbricato industriale di via Bergamo al civico 60, mapp.4061 - fg.6 anche questo inserito dal PGT vigente in zona omogenea tessuto P4. Il richiedente osserva come ".....le attività produttive originariamente presenti in loco risultano attualmente dismesse..." e quindi che ci siano le condizioni per un parziale cambio di destinazione d'uso da produttivo a terziario/direzionale. In sostanza la richiesta è analoga alle precedenti: inserimento dal tessuto produttivo 4 al tessuto produttivo 5, quindi da produttivo con fronte commerciale a tessuto a prevalenza commerciale, terziario e direzionale.
 

E' molto probabile che queste istanze possano trovare il favore della Giunta in carica. Non è un mistero, infatti, che la variante Massironi si prefigga di favorire il cambio di destinazione d'uso, sia per gli edifici di pregio sia per quelli a destinazione produttiva. E più in generale che favorisca una liberalizzazione a dir poco incontrollata. L'interrogativo da porsi, però - e lo abbiamo già scritto in occasione di altre istanze - è se il carico urbanistico che nuovi negozi, bar o supermercati potrebbero comportare sulla via Bergamo, sia stato tenuto in considerazione. Un ulteriore appesantimento del carico veicolare sull'unico asse est-ovest della città, per quanto ormai costellato da rotatorie, renderà ancor meno percorribile l'arteria che già nei giorni lavorativi è praticamente intasata dal semaforo di Cernusco a quello di Robbiate rendendo così ancor meno conveniente per le aziende tuttora attive restare in zona. Perché se da un lato si tende a liberalizzare tutti i cambi di destinazione d'uso appare evidente che dall'altro il cambio è solo in un senso: dal produttivo al terziario-commerciale. Ma un'altra parola d'ordine che forse sfugge ai tecnici di fiducia di Massironi e Vivenzio è come preservare le attività produttive che hanno costituito l'ossatura dell'economia locale fino ad oggi.

 
8/continua
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